1 agosto 2013
GUIDO CREPAX, RITRATTO D’ARTISTA

Con una grande mostra intitolata “Guido Crepax, ritratto d’artista”, il Comune di Milano rende omaggio al famoso disegnatore a dieci anni dalla sua scomparsa, avvenuta il 31 luglio 2003.
L’esposizione, inaugurata il 20 giugno e in calendario fino al 15 settembre, è stata allestita lungo dieci sale del prestigioso Palazzo Reale, con lo scopo di offrire al visitatore una panoramica, mai in precedenza così dettagliata, sull’attività di Crepax, che non fu solo un fumettista amato e imitato in tutto il mondo, ma anche illustratore di libri, di copertine di dischi e di spartiti, grafico pubblicitario, scenografo per il teatro, designer di oggetti di largo consumo.
Nato a Milano nel 1933 (il 15 luglio prossimo avrebbe compiuto ottanta anni) da genitori veneziani (il padre Gilberto era un noto violoncellista), già a durante gli anni del Liceo e di Architettura disegna rebus per la “Settimana Enigmistica e copertine di 45 giri per le edizioni Mercury. Successivamente realizza varie campagne pubblicitarie (quella per la Shell del 1957 vince la Palma d’Oro della Pubblicità), firma la prima delle sue innumerevoli copertine per la rivista “Tempo Medico”, crea illustrazioni per l’enciclopedia “Le Civiltà”, per il mensile “Velocità” e per il periodico  “Novella”. Infine, nel 1965, approda al fumetto pubblicando sul secondo numero della rivista “Linus” la storia “La curva di Lesmo” di cui è autore completo. Il personaggio principale sembra essere un critico d’arte dotato di particolari poteri psichici di nome Philp Rembrand, ma dopo solo una manciata di pagine egli già diventa una figura di secondo piano. E’ entrata in scena una donna affascinante che assomiglia come una goccia d’acqua a Louise Brooks,  star ai tempi del cinema muto; di professione fa la fotografa e si chiama Valentina Rosselli.
Con la comparsa di Valentina non solo la trama muterà registro, ma il linguaggio del fumetto stesso verrà rivoluzionato, come mai prima di Crepax era avvenuto con pari consapevolezza. Grazie a Valentina e al suo autore, il contenuto narrativo delle vignette in sequenza diventa pienamente adulto; in esso cominciano a circolare temi che attengono alla contemporaneità, hanno spazio ideali culturali e politici, affiorano citazioni cinematografiche e letterarie, è descritto, senza volgarità, l’erotismo in ogni sua espressione. Ma è sulla struttura delle inquadrature, sulle modalità del loro accostamento e soprattutto sulla composizione complessiva della tavola che Crepax agisce come assoluto innovatore. Ogni tavola è un’opera d’arte: la disposizione delle vignette, l’equilibrio perfetto del bianco e del nero di china, la coerenza dialettica tra immagini di diverso formato, la cura per dettagli che inducono lo sguardo a una lettura coinvolgente, sono cifre stilistiche assolutamente inedite e tali da collocare, fin dall’esordio, Guido Crepx tra i Maestri della nona arte.
A Valentina seguiranno altre figure femminili – Bianca, Anita, Belinda, Giulietta, fino all'ultima nata, la giovanissima Francesca – ma anche memorabili trasposizioni grafiche di romanzi, erotici e non: da Justine a Casanova, da Venere in pelliccia all’Histoire d’O, da Dracula a Frankenstein, dal Dottor Jeckyll a Edgar Allan Poe, da Giro di Vite a Il processo di Kafka.

Curata da Archivio Crepax (ovvero dai figli Antonio, Caterina e Giacomo), la mostra “Guido Crepax, ritratto d’artista” affianca a tavole tratte da questi lavori, foto della città di Milano, immagini di moda e di arredamento, oggetti di design, di cinema e di famiglia, che insieme costituiscono il background di tante storie di Valentina e nel contempo ricreano l’ambiente culturale e umano in cui l’artista Guido Crepax operò. Arricchiscono l’allestimento oltre trenta “spettacolarizzazioni” costituite da sagome a grandezza naturale, sconografie, filmati e particolari installazioni realizzate ad hoc.