tag:blogger.com,1999:blog-3982894665329473562024-03-13T04:56:07.703+01:00Silvano MezzavillaBlog di Silvano Mezzavilla, giornalista, critico di fumetti, sceneggiatore.Silvano Mezzavillahttp://www.blogger.com/profile/11022685496195740037noreply@blogger.comBlogger126125tag:blogger.com,1999:blog-398289466532947356.post-33068137239928566782022-01-09T17:18:00.000+01:002022-01-09T17:18:00.513+01:00<p>15 ottobre 2021</p><p>E' uscito QUELLI CHE A LIVORNO, graphic novel scritto da me e disegnato dal Luca Salvagno (Kellermann editore). La prefazione è di Michele Serra.</p><p><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhxZzMuIt_qse3Y8bBiyZXGXlALGzgO4MVO4-80VS5G_Z-U5KzAgs_Az0-XdyyYNcBSoRMTRGxvbU_uM9TZBEK2S9QxiAsRGpIFmc3ADpqScuwqYuZ528LY6ick504dyfMQ2FMt5lSLhbI/" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="2835" data-original-width="2008" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhxZzMuIt_qse3Y8bBiyZXGXlALGzgO4MVO4-80VS5G_Z-U5KzAgs_Az0-XdyyYNcBSoRMTRGxvbU_uM9TZBEK2S9QxiAsRGpIFmc3ADpqScuwqYuZ528LY6ick504dyfMQ2FMt5lSLhbI/" width="170" /></a></div><br /><p></p>Silvano Mezzavillahttp://www.blogger.com/profile/11022685496195740037noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-398289466532947356.post-27431645905594771182017-09-01T22:27:00.001+02:002018-01-08T19:50:34.021+01:00<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 14.6667px;">1 settembre 2017</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: medium;"><b><br /></b></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: medium;"><b>INTERVISTA</b></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkgQd53YJX5xVigqT9NjKRpsxsDgJ8dNmqP1XFMLvMty7n8Yncm-Mgh2zOtI0M5LSgh_h60wUIThbJZqOqZnasrykLmdjEyOj737wBJBNbdchPyOvmID_84OUsZPgZ3L3F5Q-LAP7K3jk/s1600/Guadenzio.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkgQd53YJX5xVigqT9NjKRpsxsDgJ8dNmqP1XFMLvMty7n8Yncm-Mgh2zOtI0M5LSgh_h60wUIThbJZqOqZnasrykLmdjEyOj737wBJBNbdchPyOvmID_84OUsZPgZ3L3F5Q-LAP7K3jk/s200/Guadenzio.jpg" width="138" /></a><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;"><b>Il
volume “Gaudenzio Capelli, più direttore che mai!” - curato da
Paolo Castagno e realizzato in occasione del “Premio Papersera”
consegnato il 27 maggio 2017 all'ex direttore di Topolino - fra vari e interessanti articoli - pubblica una intervista fattami da
Gianni Santarelli della redazione del sito Papersera. La riporto qui,
pensando di fare cosa gradita ai miei (pochi) lettori, accompagnata
da alcune immagini.</b></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://www.blogger.com/null" name="_GoBack"></a>
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Silvano
Mezzavilla, nato a </span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Gradisca
di Sedegliano, in provincia di Udine, nel 1944, giornalista,
sceneggiatore, curatore di mostre di fumetti e rassegne
cinematografiche. Tra fine anni ’80 e primi anni del 2000 lascia un
segno profondo nella storia del fumetto</span></span></span><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">
Disney italiano, dando nuovo smalto al personaggio di Topolino con
una serie di storie che rinnovano l’intero universo topolinese e
tracciando la strada che sarà poi percorsa da altri suoi colleghi</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;"><i><b>Innanzitutto
grazie per aver acconsentito a questa intervista. E’ un vero
piacere poter interagire con uno degli autori più apprezzati dai
lettori. Cominciamo con la più classica delle domande. Lei inizia ad
occuparsi professionalmente di fumetti dal 1974 collaborando per un
giornale veneto. La passione da dove le deriva? Quali sono stati i
fumetti della sua “formazione”?</b></i></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiXSsrd8ztYMbGsPMiV6fuslDoH2_daODqRqNqK6E-EAAO0HV5sVkLPx28S7JXaSB_kumP7GWaKZj9mOazkt_KhBRIxxKS5O4IZwS62wJsmhuex72Dn0D4QtZ_r6INuR-mRSeGyMQEbtws/s1600/kinowa.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="181" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiXSsrd8ztYMbGsPMiV6fuslDoH2_daODqRqNqK6E-EAAO0HV5sVkLPx28S7JXaSB_kumP7GWaKZj9mOazkt_KhBRIxxKS5O4IZwS62wJsmhuex72Dn0D4QtZ_r6INuR-mRSeGyMQEbtws/s200/kinowa.jpg" width="200" /></a><span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 11pt;">Sono
io che ringrazio lei e la redazione di Papersera per l'interesse
rivolto alle mie attività nell'ambito del fumetto.</span> <span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 11pt;">Sono
stato affamato di storie e di immagini fin da bambino. Dapprima
contemplavo le figure, poi, quando imparai a leggere, il fumetto mi
permise di accedere ad un immaginario che alimentò la mia curiosità
e la mia fantasia. Nonostante la mia famiglia disponesse di limitati
mezzi economici (i giornalini venivano comprati solo se ottenevo
ottimi risultati scolastici, e quindi raramente), i fumetti in casa
non mancavano. </span><span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 11pt;">Uno
zio, fan di Tex, di Kinowa e di Gim Toro, periodicamente mi regalava
un bel po' di quegli albetti a strisce che io leggevo non una volta
sola, e poi scambiavo con i compagni di giochi. Così ebbi modo di
conoscere il Vittorioso, l'Intrepido, il Monello, il Pioniere e di
appassionarmi alle avventure di Topolino e Paperino e a quelle di
Akim, del Grande Blek, di Capitan Miki. Successivamente, dal primo
numero e per almeno tre anni, investii la mia paghetta nell'acquisto
de il Giorno dei Ragazzi che pubblicava sia i nuovi personaggi di
Jacovitti, che serie inglesi tra le quali spiccava il
fantascientifico Dan Dare.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Nel
1961 uscì per Mondadori “I fumetti” di Carlo della Corte, primo
saggio italiano dedicato ai comics e io, desideroso di saperne di
più sui personaggi che vi venivano menzionati, cominciai a
interessarmi sia ai classici americani (da Gordon a Popeye, da Brick
Bradford a Dick Tracy) che alla più recente produzione belga e
francese, grazie a conoscenti che andavano spesso da quelle parti. </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Fondamentale,
per la maturazione del senso critico e per la consapevolezza del
fumetto come forma d'arte, fu il debutto in edicola del mensile
</span></span><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;"><i>Linus</i></span></span><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">,
cui via via si affiancarono le riviste </span></span><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;"><i>Sgt
Kirk</i></span></span><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">
e </span></span><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;"><i>Eureka</i></span></span><span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 11pt;">,
oltre a varie, pionieristiche fanzine. Si trattò di un evento che
definirei “epocale”: il fumetto fu legittimato culturalmente;
l'estetica e i temi trattati diventarono adulti; gli autori
conquistarono ampia libertà creativa.</span> </div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 11pt;">Diventai
un assiduo lettore di strip (dai Peanuts a Pogo fino alle
Sturmtruppen), e un ammiratore delle narrazioni di Pratt, D'Antonio,
Battaglia e Buzzelli, della satira di Feiffer e Chiappori, del lavoro
di Guido Crepax che raccontava l'erotismo e la società coeva e nel
contempo apriva alle vignette in sequenza opportunità linguistiche
inedite. </span><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Ad
un certo punto, nella mia libreria si poteva trovare non tutto
(perché non sono un collezionista seriale) ma davvero di tutto. </span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Fu
per questa ragione che nel 1974 il giornalista e mio grande amico
Giancarlo Granziero (purtroppo scomparso nel 2012) mi propose di
curare una rubrica sul fumetto per il settimanale </span></span><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;"><i>7
Giorni Veneto</i></span></span><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">
per il quale, allora, lavorava. Fu da lì che iniziò la mia
“avventura” nel mondo del fumetto: ebbi la possibilità di
recensire le ultime novità, di dare notizie sulle ristampe
amatoriali, di conoscere e talvolta intervistare famosi disegnatori. </span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;"><i><b>Tra
gli altri suoi interessi il cinema, intuibile anche dalla lettura
delle sue storie. Quest’altra sua passione, che l’ha portata a
curare diverse rassegne cinematografiche, quali radici ha?</b></i></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Come
il fumetto, pure il cinema ha avuto un ruolo determinante nella mia
formazione culturale. Direi, anzi, che è la componente fondativa
della mia creatività. Per molti anni sono entrato in una sala
cinematografica almeno una volta alla settimana uscendone con gli
occhi e la mente colmi di immagini e di suggestioni che nemmeno il
tempo avrebbe cancellato. </span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Sono,
dunque, centinaia i film che mi hanno emozionato, divertito, educato,
sedotto, ed è dunque impossibile elencarli tutti. Ci tengo tuttavia
a citare i nomi dei registi che occupano la vetta del mio olimpo a 35
mm – ovvero Federico Fellini, Stanley Kubrick, </span></span></span><em><span style="color: black;"><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;"><span style="font-style: normal;">François
Truffaut, Billy</span></span></span></span></em><span style="color: black;"><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">
Wilder, Alfred Hitchcock, Karel Reitz, Tony Richardson, Orson Welles,
Howard Hawks, Milos Forman - ai quali va la mia gratitudine di
spettatore e di autore di storie. </span></span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 11pt;">A
vent'anni sognai di emularli. Scrissi la sceneggiatura di una storia
ispirata al “free cinema” inglese e con alcuni amici in veste di
tecnici e di attori iniziammo le riprese. Dopo una settimana, però,
io finii in ospedale per un incidente automobilistico e l'impresa si
arenò.</span> </span><span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 11pt;">Due
anni dopo andai a vivere Roma dove ebbi varie esperienze nell'ambito
del doppiaggio e come assistente degli sceneggiatori Romano
Migliorini, Gianbattista Mussetto e Roberto Natale.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Nel
1970 mi sposai e tornai a Treviso. </span></span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiC19HXcyHuqVLgKScNBoUDkZaBE35yPcZKJk8TrnUKwfaA-ayvV4GYMsvK3PrKvSQSyr5zhD6tjrM5Rw7ZCsnkXLAsxvz2jILxLonwwW_6a-BnqK5R8BQ-OV-V9Tw4FSZbPNidNCq7Tvk/s1600/cinema-e-sport.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiC19HXcyHuqVLgKScNBoUDkZaBE35yPcZKJk8TrnUKwfaA-ayvV4GYMsvK3PrKvSQSyr5zhD6tjrM5Rw7ZCsnkXLAsxvz2jILxLonwwW_6a-BnqK5R8BQ-OV-V9Tw4FSZbPNidNCq7Tvk/s200/cinema-e-sport.jpg" width="197" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">locandina "Cinema e Sport"<br />
grafica: Agostino Toscana</td></tr>
</tbody></table>
<span style="color: black;"><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Quando
già da tempo organizzavo Treviso Comics (in cui una sezione dedicata
al cinema - da Méliès ai “film a luce rosa” - non mancò
quasi mai), ebbi modo di curare per tre anni, con Everardo Artico, la
programmazione cinematografica della Estate Trevigiana: nel 1984
vennero proiettati film sulla danza, da Fred Astaire a John Travolta,
nel 1985 una serie di pellicole ambientate nel mondo dello sport, e
infine, nel 1985, la rassegna rappresentò un omaggio a Luciano
Vincenzoni - sceneggiatore di film di culto come "La grande guerra" e "Il buono, il brutto, il cattivo" - che a Treviso era nato e aveva
vissuto</span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;"><i><b>Negli
anni ’70, oltre a Lucca non c’erano altre manifestazioni
significative riguardanti il fumetto. Da dove nasce l’idea di
organizzare Treviso Comics e chi sono stati i suoi compagni di
avventura?</b></i></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Nacque
nel 1975, proprio dalla constatazione che c'era spazio per un'altra
manifestazione sul fumetto in Italia, data l'effervescenza creativa
che andava caratterizzando quegli anni e il riaccendersi della
passione verso le vignette e i suoi creatori. </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">La
rubrica che curavo sul settimanale, mi aveva dato modo sia di
conoscere autori ed editori che di avere contatti con appassionati e
collezionisti. Cosicché mi venne naturale l'idea di organizzare
nella mia città un appuntamento annuale dedicato alla nona arte. </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Mi
consigliai con Marina, mia moglie, e ne parlai con Granziero, da
sempre mio sodale. Venne redatto un progetto, da cui apparve subito
chiaro che oltre alle nostre belle intenzioni, per concretizzare il
programma erano necessari spazi adeguati e denari. </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Chiedemmo
un incontro con l'assessore alla cultura del Comune: questi ci
ascoltò in silenzio; aprì la bocca solo per gelarci affermando che,
secondo lui, “di fumetti, in giro, ce ne sono troppi”. Bussammo
all'ente provinciale per il turismo dove le nostre parole e il nostro
entusiasmo non scalfirono la burocratica indifferenza degli
interlocutori.</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: left;">
</div>
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Nonostante
gli esiti negativi di questi contatti, non intendevo issare bandiera
bianca e fu allora che a Giancarlo venne in mente un nome: Giordano
Anselmi. Anselmi, giornalista del Gazzettino, era presidente
dell' Associazione della stampa trevigiana e in procinto di assumere
lo stesso incarico alla Pro loco. </span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8cabl1KnLcbj_J5hEd0hvPJzR2k-ZgJVHh-HV02X-yXbcgQuYJKqpyTE4DyIUoPoT7EYc0ITvRtTEAN6QxrYpgQjYLLm6hvhGMDhxCzeKXFZWSW73G6Ic7b6taD3Z5iHa75B3RGB62dM/s1600/tvc1.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8cabl1KnLcbj_J5hEd0hvPJzR2k-ZgJVHh-HV02X-yXbcgQuYJKqpyTE4DyIUoPoT7EYc0ITvRtTEAN6QxrYpgQjYLLm6hvhGMDhxCzeKXFZWSW73G6Ic7b6taD3Z5iHa75B3RGB62dM/s320/tvc1.jpg" width="232" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">manifesto, dis.:Jacovitti</td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Una sera lo aspettammo all'uscita
dalla redazione di Venezia e gli raccontammo cosa intendevamo fare. </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Lui
non leggeva fumetti da quand'era bambino, ma capì le potenzialità
del progetto e disse, ricordo bene, “si fa, ci penso io!”. Dal
presidente della Camera di commercio, di cui era amico, ottenne l'uso
del salone delle contrattazioni (dove si sarebbe svolta “la mostra
mercato delle novità editoriali e del fumetto d'antiquariato”),
della sala convegni e di un ampio spazio al primo piano, adatto per
le esposizioni; dalla Cassa di risparmio ricevette la promessa di un
contributo. </span></span>
</div>
<div style="text-align: left;">
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Il
progetto di Treviso Comics poteva diventare realtà: la prima
edizione si sarebbe svolta dopo sei mesi: il 28 e il 29 febbraio
1976! </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 11pt;">Subito
comunicai la novità agli autori che avevo conosciuto, invitandoli a
esporre e a partecipare. Andai a Milano e contattai a un po' tutti
gli editori, ottenendo le adesioni della Cepim (ora Sergio Bonelli
Editore), della Corno e della Dardo. A Roma incontrai Rinaldo
Traini, direttore del Salone di Lucca e titolare della Comic Art,
Camillo Conti, che ristampava antichi lavori di Jacovitti e di
Craveri, e Franco Grillo fondatore dell'Anaf - Associazione nazionale
amici del fumetto.</span> <span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 11pt;">Grillo
diede un notevole apporto organizzativo: informò gli associati,
dando loro appuntamento a Treviso; coinvolse antiquari ed editori
amatoriali; ottenne da Jacovitti l'autorizzazione a usare un suo
disegno come manifesto del festival. </span><span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 11pt;">Intanto,
Granziero, aiutato da Mariagrazia Raffele, giovane redattrice di 7
Giorni Veneto, curava la promozione e l'ufficio stampa.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">I
consigli e l'amicizia di Piero Zanotto e Gianni Brunoro (allora e per
tutti gli anni successivi) ci furono molto preziosi. </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 11pt;">Le
due fatidiche giornate di febbraio infine arrivarono.</span> <span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">E
alla Camera di commercio arrivò una folla, superiore alle nostre più
rosee aspettative, composta da vecchi e giovani fan e da tanta gente
incuriosita. Tennero “a battesimo” Treviso Comics, grandi firme
come </span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Altan,
</span></span></span><span style="color: navy;"><span lang="zxx"><a class="western" href="https://it.wikipedia.org/wiki/Dino_Battaglia"><span style="color: black;"><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Dino
Battaglia</span></span></span></a></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">,
</span></span></span><span style="color: navy;"><span lang="zxx"><a class="western" href="https://it.wikipedia.org/wiki/Bonvi"><span style="color: black;"><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Bonvi</span></span></span></a></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">,
</span></span></span><span style="color: navy;"><span lang="zxx"><a class="western" href="https://it.wikipedia.org/wiki/Guido_Buzzelli"><span style="color: black;"><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Guido
Buzzelli</span></span></span></a></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">,
</span></span></span><span style="color: navy;"><span lang="zxx"><a class="western" href="https://it.wikipedia.org/wiki/Renato_Calligaro"><span style="color: black;"><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Renato
Calligaro</span></span></span></a></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">,
</span></span></span><span style="color: navy;"><span lang="zxx"><a class="western" href="https://it.wikipedia.org/wiki/Giorgio_Cavallo"><span style="color: black;"><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Giorgio
Cavallo</span></span></span></a></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">,
</span></span></span><span style="color: navy;"><span lang="zxx"><a class="western" href="https://it.wikipedia.org/wiki/Guido_Crepax"><span style="color: black;"><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Guido
Crepax</span></span></span></a></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">,
</span></span></span><span style="color: navy;"><span lang="zxx"><a class="western" href="https://it.wikipedia.org/wiki/Gianni_de_Luca"><span style="color: black;"><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Gianni
de Luca</span></span></span></a></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">,
Ruggero Giovannini, Sergio Toppi. </span></span></span><span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 11pt;">Nel
pomeriggio dell'ultimo giorno ci fece visita Romano Scarpa.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;"><i><b>Treviso
Comics si è svolta per quasi trent’anni, dando spazio fin da
subito ai maggiori autori italiani (Battaglia, De Luca, Pratt, Toppi
per citare solo i primi che vengono in mente) e poi anche artisti
stranieri, con grande risposta del pubblico e attestati di stima
anche da istituzioni e politica. Quando avete iniziato immaginavate
che avrebbe avuto questo successo?</b></i></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">L'esito
estremamente positivo della prima edizione ci obbligava a progettare
il futuro con un'offerta culturale che caratterizzasse il più
possibile il festival. Alla ricerca della formula vincente, dal 1977
al 1978 concepii un programma composto da tre sezioni espositive:
una dedicata alla storia del fumetto, la seconda rivolta alla
contemporaneità, l'ultima come ribalta per giovani professionisti. </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Pertanto,
muovendoci da queste linee guida, a Treviso Comics Due il pubblico
poté ammirare sessanta tavole originali di maestri americani degli
anni trenta e quaranta, la personale dell'artista spagnolo Victor de
la Fuente, e una “collettiva” che comprendeva Giorgio Cavazzano,
Milo Manara, Enzo Marciante, Paolo Ongaro, Silver. Nell'edizione
successiva proponemmo una mostra di “Images d'Epinal”, per la
prima volta in Italia, la personale di Gino D'Antonio, e (ancora in
anteprima assoluta) una panoramica sulle “donne autrici di
fumetti”, con protagoniste Lina Buffolente, Cecilia Capuana, Mara
della Torre, Cinzia Ghigliano, la francese Annie Goetzinger e Grazia
Nidasio. </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">A
Treviso Comics Quattro, essendo il 1979 l'anno internazionale del
bambino, la mostra più ampia fu quella con decine di tavole di
piccoli eroi del fumetto - da Buster Brown a Yellow Kid ai Peanuts -
affiancata dalla personale di Luciano Bottaro e da un omaggio agli
illustratori italiani e stranieri di Robinson Crusoe. </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjd8GPQaQV9RkHyLNyHYhnzjAXyqzAW1hbknlofIL37YbdEPr9qyTnvXsvW4Jzh57A9iCx7A2TjTj6wnSJ1LadFPFoKfslQovZ6bdsl1atfc2pCuIk0eiHy8HhIL7Qs9VwjXpZFGH04Qq4/s1600/jules.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjd8GPQaQV9RkHyLNyHYhnzjAXyqzAW1hbknlofIL37YbdEPr9qyTnvXsvW4Jzh57A9iCx7A2TjTj6wnSJ1LadFPFoKfslQovZ6bdsl1atfc2pCuIk0eiHy8HhIL7Qs9VwjXpZFGH04Qq4/s200/jules.jpg" width="140" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">manifesto, dis.: Cecilia Capuana</td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Nel
1980 individuai la formula vincente: da allora in poi la Rassegna
avrebbe usato il fumetto come mezzo per leggere, interpretare e
descrivere, anno dopo anno, argomenti legati a temi sociali e
culturali. </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Treviso
Comics diventò monografica e assunse un titolo diverso ad ogni
edizione, in modo da evidenziare il tema trattato. </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">L'esordio,
coincise con i settantacinque anni dalla morte di Jules Verne, autore
di “straordinarie avventure” anticipatrici di future scoperte
scientifiche. Risultò una mostra colossale. Tavole di fumetti
ispirati a opere verniane firmate da autori italiani e stranieri </span></span><span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 11pt;">affiancavano
ottocenteschi volumi editi da Hetzel, romanzi nelle lingue più
varie, celebri illustrazioni, perfino oggetti appartenuti allo
scrittore di Nantes.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">L'exploit
fu pari alle mie aspettative: di Treviso Comics non parlarono solo i
giornali di settore, ma soprattutto i grandi quotidiani nazionali e i
più popolari settimanali da Oggi a Amica, con articoli ampi,
dettagliati ed encomianti.</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Il
successo ci entusiasmava (per </span></span><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;"><i>ci</i></span></span><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">
intendo lo staff organizzativo, denominatosi Circolo Amici del
Fumetto e allora formato da Giordano Anselmi, Giancarlo Granziero,
Mariagrazia Raffele, Marina Corsetti e da me), ma avvertivamo che la
limitatezza dei mezzi a disposizione avrebbe reso difficile se non
impossibile architettare un'altra edizione. </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Inaspettatamente
ci venne in soccorso un assessore comunale. </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Non
quello alla cultura, bensì l'assessore al commercio, che prese
l'iniziativa di parlare della mostra a Luciano Benetton, suo amico
fin dall'infanzia. </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 11pt;">Io
e Anselmi incontrammo il noto imprenditore della maglieria nella
villa veneta alla periferia della città.</span> <span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 11pt;">Gli
parlai di fumetti e gli descrissi cosa avevamo fatto e cosa
intendevamo fare; lui prese appunti e disse che aveva bisogno di
qualche giorno per maturare la decisione.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Quattro
giorni dopo venni contattato da Franco Giacometti, titolare di
un'agenzia di comunicazione, creatore del marchio aziendale e
portatore della risposta: la Benetton ci avrebbe sponsorizzato per le
successive tre edizioni! In quell'arco di tempo i risultati ottenuti
dalla Rassegna grazie ai mezzi ora messi a disposizione, avrebbero
indotto gli enti pubblici a erogare finanziamenti adeguati. </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">La
sponsorizzazione prevedeva lo progettazione e la realizzazione di
tutte le strutture, dai pannelli espositivi ai box degli editori, la
stampa di oltre duecento ingrandimenti fotografici di vignette e
tavole, la produzione di un catalogo (3000 copie!) brossurato e di
oltre cento pagine, la cura totale dell'immagine grafica dell'evento,
dai manifesti al materiale pubblicitario. </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">La
mostra si intitolò “Vivere insieme, viaggio nella coppia a
fumetti” e utilizzò binomi fumettistici per raccontare,
descrivere, parodiare le coppie in carne e ossa fatte da un lui e una
lei, da un lui e un lui, da un lui e... </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 11pt;">La
collaborazione della Benetton durò quattro anni, anziché i tre
previsti, durante i quali i temi furono “l'iconografia rosa”, “i
fumetti degli anni sessanta”, “Il 1934”.</span> <span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 11pt;">Nel
1985 il Comune divenne (finalmente) il principale sostenitore della
Rassegna, assieme alla Provincia e alla Regione.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
“<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Nuvole
maliziose”, titolo della decima edizione, faceva riferimento ai
sette peccati capitali, che nei fumetti avevano innumerevoli adepti. </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Ottenemmo
il patrocinio del presidente della repubblica. </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Il
giorno prima dell'inaugurazione ricevetti un telegramma; diceva:
“</span></span><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;"><i>All'apertura
del decimo Treviso Comics, sono lieto di esprimere il mio
apprezzamento e il mio augurio più cordiale agli organizzatori, a
quanti hanno collaborato all'allestimento, al vasto pubblico degli
appassionati e dei visitatori. In dieci anni di intelligente e attivo
impegno questa rassegna ha saputo conquistarsi uno spessore culturale
e un rilievo che trascendono l'ambito nazionale e, tra l'altro,
testimoniano dell'interesse che il pubblico nutre verso una forma
espressiva vitale e ricchissima. Cordialmente, Sandro Pertini</i></span></span><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">”.
</span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Successivamente
i temi furono il rock, la pubblicità, il cinema, la moda...e qui
mi fermo per non tediare. Invito, tuttavia, chi fosse interessato a
conoscere i dettagli di una storia conclusasi del 2003, a visitare il
sito </span></span><span style="color: navy;"><span lang="zxx"><u><a class="western" href="http://www.trevisocomics.it/"><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">www.trevisocomics.it</span></span></a></u></span></span><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">
e a consultare la voce Treviso Comics di Wikipedia.</span></span><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;"><b>
</b></span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrLu92knMLDr4LtK60gr6Rk4aVbZ9IGnP66ykzo6QwKjyNwjCeBaGmf4FA8uRGPdBLBEtGCM68mZlBfOPq9aFv3uxE4j22W4aWUbjOvTT7r6riTRIj4HGpmZ2qrJ6121NOVMHPL8vC4n4/s1600/homour.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrLu92knMLDr4LtK60gr6Rk4aVbZ9IGnP66ykzo6QwKjyNwjCeBaGmf4FA8uRGPdBLBEtGCM68mZlBfOPq9aFv3uxE4j22W4aWUbjOvTT7r6riTRIj4HGpmZ2qrJ6121NOVMHPL8vC4n4/s200/homour.jpg" width="146" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">manifesto, dis.: Silver</td></tr>
</tbody></table>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;"><i><b>Fin
dalle prime edizioni la manifestazione si orienta verso una formula
originale rispetto ad altre simili: non più un week-end o comunque
pochi giorni di durata, ma una settimana, due, in alcuni casi persino
tre. Una filosofia diversa quindi, la possibilità di vivere
l’evento , di immergervisi: una formula dettata dalla volontà di
raggiungere un pubblico più vasto e magari avvicinare anche un
pubblico nuovo?</b></i></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 11pt;">Ritenevamo
che la personale di un disegnatore o una collettiva non dovessero durare lo spazio di un week end, come per la “mostra mercato”.</span> <span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 11pt;">Ci
consideravamo dei divulgatori culturali; volevamo coinvolgere un
pubblico più ampio, eterogeneo, e permettergli di conoscere e di
apprezzare l'arte dei creatori di fumetti.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Per
raggiungere questo obiettivo, tre giorni non erano sufficienti. Le
esposizioni (per di più allestite con ingenti investimenti e
fiancheggiate da un catalogo che coinvolgeva i più noti critici del
settore) meritavano di essere visitate per almeno due settimane,
addirittura tre, come gesto di rispetto verso gli artisti. Ad essi e
ai loro lavori era dedicata la Rassegna. </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">In
oltre venticinque anni di attività, hanno esposto e sono stati
ospiti di Treviso Comics, decine e decine di disegnatori, autentiche
star del comicdom nazionale e internazionale, di cui è impossibile
riportare qui l'elenco. </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Ciò
che mi rende particolarmente orgoglioso è l'aver, molto spesso,
reso protagonisti delle mostre di Treviso Comics, talentuosi artisti
prima sconosciuti nel nostro paese, o che mai erano stati invitati ad
esporre in Italia. Penso, tra gli altri, </span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">a
Lewis Trondheim e Jean-</span></span></span><em><span style="color: black;"><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;"><span style="font-style: normal;">Christophe
Menu, </span></span></span></span></em><span style="color: black;"><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">a
Gérard Lauzier, Ever Meulen, Miguelanxo Prado, Jean Claude Gotting,
Gilbert Shelton, Federico del Barrio, Miguel Calatayud, Carlos Nine,
Leo Baxendale, Frank Margerin, Joost Swarte, Theo Van den Boogaard,
Dave McKean, John Bolton, Don Lawrence.</span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Tutti
- italiani e stranieri, esordienti nella professione e autorevoli
“maestri”, giovani o anziani, famosi o sconosciuti al grande
pubblico - ricevevano la medesima attenzione, il medesimo affetto e
il medesimo premio: una piastrella incorniciata con riprodotto il
logo della specifica manifestazione. </span></span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Con
molti di essi mantengo ancora oggi, a tanti anni dalla chiusura della
Rassegna, rapporti di simpatia e di amicizia. Che considero il
lascito più prezioso di Treviso Comics.</span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjdyHM5Vf8SIn9E5cB_FxRWYhdnXsDJuS6pBh3lrZF6o2V0MWiaMqEAd7qBU9gecOnFIyJz1_0tAqKYVy3LX4B9-4DAoPJMeEanORjDJY7yYtV0cwFYExHAMZm02PpPV4H6q4PondtZpsQ/s1600/w.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="189" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjdyHM5Vf8SIn9E5cB_FxRWYhdnXsDJuS6pBh3lrZF6o2V0MWiaMqEAd7qBU9gecOnFIyJz1_0tAqKYVy3LX4B9-4DAoPJMeEanORjDJY7yYtV0cwFYExHAMZm02PpPV4H6q4PondtZpsQ/s200/w.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">da "Rifle Sam", Skorpio</td></tr>
</tbody></table>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;"><i><b>Quasi
contemporaneamente all’attività di curatore, inizia a scrivere
sceneggiature per fumetti per testate della Dardo e dell’Eura. Può
raccontarci qualcosa di questi suoi primi passi da sceneggiatore? Con
quali disegnatori ha lavorato?</b></i></span></span></div>
<div style="text-align: right;">
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="text-align: right;">
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Avevo
parlato delle mie trascorse esperienze cinematografiche col
disegnatore Paolo Ongaro, che era in procinto di iniziare una
collaborazione con il quindicinale </span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;"><i>Uomini
e guerra</i></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">
della Dardo. </span></span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 11pt;">Quando
gli ideatori della rivista parteciparono alla prima edizione di
Treviso Comics, Ongaro fece loro il mio nome. Terminato il festival,
scrissi una storia ambientata durante la prima guerra mondiale sul
monte Grappa, che venne accettata.</span> </span><span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 11pt;">A
quella seguirono altre due: tutte illustrate da Ongaro.</span></div>
<div style="text-align: right;">
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Qualche
mese dopo presi contatto con l'Eura e realizzai un racconto western dal titolo "Rifle Sam", che venne disegnato da un autore di cui non ho mai saputo il nome.
Nel contempo mi vennero chiesti altri soggetti, anche per
fotoromanzi, ma l'organizzazione di Treviso Comics, impegnativa e
molto coinvolgente, mi lasciava poco tempo. Avendo inoltre iniziato
una collaborazione col quotidiano </span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;"><i>Il
Mattino</i></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">
di Padova dovetti accantonare l'attività di sceneggiatore.
Momentaneamente, pensavo...e passarono otto anni.</span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;"><b>
</b></span></span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;"><i><b>Nella
seconda metà degli anni 80 comincia la sua attività con Disney (le
cui pubblicazioni italiane erano edite dalla Mondadori). Come è nata
questa collaborazione?</b></i></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Fu
Giorgio Cavazzano a esortarmi a “tornare in scena” e a scrivere
per Topolino. </span></span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Elaborai
una storia con protagonista Paperino che gli piacque e che mi invitò
a inoltrare alla redazione: se fosse stata accettata, cosa della
quale era convinto, avrebbe fatto in maniera di disegnarla lui
stesso. </span></span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Dieci
giorni dopo ero in viaggio per Segrate; andavo a incontrare Massimo
Marconi, responsabile sceneggiature, e per parlare del compenso col
direttore Gaudenzio Capelli. Di li a poco sarei entrato nel “magico
mondo” della Walt Disney: wow!</span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;"><b>
</b></span></span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;"><i><b>La
sua prima storia Disney (pubblicata), “Paperino e la penuria
ferrosa” è forse poco nota eppure è molto ben riuscita: un
Paperino molto dinamico e coraggioso il giusto, una trama
fantascientifica classica ma efficace, una eroina che non si
dimentica, un Paperone ben caratterizzato nella sua breve
apparizione… Non si direbbe l’opera di un esordiente con questi
personaggi!</b></i></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">E'
una storia di fantascienza ecologica con un pizzico di romanticismo,
in cui volevo trasparissero tracce di riferimenti a "Paperino e
l'avventura sottomarina", scritta da Rodolfo Cimino e al romanzo "Gli
anni della fenice" di Ray Bradbury (che diventò un grande film
diretto da Truffaut col titolo "</span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 11pt;">Fahrenheit
451").</span> </span><span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 11pt;">Pure
qui, al fianco di un Paperino audace e avventuroso, c'è una
romantica figura femminile verso la quale Paperino prova un certo
trasporto, e una piccola comunità che, invece di salvare i libri
imparandoli a memoria, cerca di mettere in salvo la natura del
proprio pianeta, minacciato da robot intenzionati a lastricarlo di
metallo.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;"><i><b>La
sua seconda storia, “Topolino e il mistero della voce spezzata”
arriva dopo quasi quattro anni ed è quella che probabilmente la
maggior parte dei lettori associa al suo nome. Può raccontarci
qualcosa sulla sua genesi?</b></i></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjj7od2tiX8jdky2HDDKwSUoXft9VAn8PDNT9XPLY1xTeU5etHksSgriJN_VA4XnZBhyvq_vfKIkF2tHGgrWoW1hEpUZhHQdFhPrSiwTt6XZQEqmAduRQGqvPxcwyh60vBarMndX_mYNPM/s1600/voce.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjj7od2tiX8jdky2HDDKwSUoXft9VAn8PDNT9XPLY1xTeU5etHksSgriJN_VA4XnZBhyvq_vfKIkF2tHGgrWoW1hEpUZhHQdFhPrSiwTt6XZQEqmAduRQGqvPxcwyh60vBarMndX_mYNPM/s320/voce.jpg" width="204" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><br /></td></tr>
</tbody></table>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 11pt;">Da
parecchi anni avevo nel cassetto un soggetto ispirato alla serie "Ai
confini della realtà", andata in onda negli anni sessanta, dove
narravo di una telefonata che impiegava un anno ad arrivare a causa
di un evento atmosferico.</span> <span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 11pt;">Nel
1978 l'avevo proposto a Franco Fossati, allora redattore del
settimanale Supergulp! che però chiuse pochi mesi dopo.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Nel
1990 decisi di recuperare la trama e di ristrutturarla radicalmente
mettendo come protagonista Topolino, il personaggio dei fumetti
disneyani che più amavo grazie alle storie di Merrill De Maris e
Floyd Gottfredson e di Romano Scarpa. Alla fine, raccontai (al
telefono!) la storia a Giorgio e a Marconi, editor sempre disponibile
al dialogo con gli autori oltre che abile sceneggiatore. Ambedue ne
furono entusiasti. </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Eravamo
tutti certi che “Topolino e il mistero della voce spezzata”
sarebbe risultato un fumetto memorabile!</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Le
suggestioni del racconto vennero splendidamente tradotte, e molto
spesso amplificate, dalla regia grafica di Cavazzano, la cui
genialità si evince fin dalla prima tavola. Nella mia sceneggiatura
l'ambiente, notturno e battuto dalla pioggia, era descritto in due
vignette; lui, invece, raccolse tutti gli elementi in esse contenuti
e inventò una sola, grande inquadratura capace di catturare
l'attenzione del lettore e di trascinarlo in un'atmosfera che già si
preannunciava carica di suspense.</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Il
vento, il temporale, la cabina telefonica, l'asfalto bagnato, la
strada in salita, erano segni premonitori di un mistero incombente.</span></span><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;"><b>
</b></span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;"><i><b>All’epoca
la storia ebbe un impatto notevole, contribuendo a rilanciare il
personaggio del Topolino-detective. Furono prodotti gadget, venne
lanciata una nuova testata a tema (“Topomistery”), vignette e
immagini tratte dalle sue tavole campeggiavano ovunque… Cosa ha
pensato davanti ad un effetto tanto dirompente?</b></i></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Sinceramente,
sapevo che la storia, particolare e lontana da quelle che da tempo
venivano pubblicate sul settimanale, avrebbe “fatto colpo”, ma
non mi aspettavo una simile riverbero. Ne ero inorgoglito: un fumetto
mio e di Giorgio stava riaccendendo l'interesse del pubblico per
storie gialle, misteriose, noir interpretate da Topolino. </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<b>“<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;"><i>La
voce spezzata” arriva in un momento difficile per Topolino. La
caratterizzazione del personaggio era ormai adagiata su dei comodi e
fastidiosi stereotipi, soprattutto in tema di gialli dove raramente
le vicende riuscivano a risultare coinvolgenti. Avvertiva anche lei,
come noi lettori di allora, la necessità di una robusta sterzata
nelle sue avventure?</i></span></span></b></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Penso
che “La voce spezzata” abbia contribuito a una svolta nella
produzione di avventure topolinesche. Con quella, come in tutte le
mia storie successive, ho cercato di restituire a Topolino quella
simpatia, quell'acume, quella “umanità” che gli appartenevano
fin dalle origini e che molte volte in quegli anni, vicende insipide
e detection banalotte avevano dissipato. </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Amo
le avventure di Topolino nelle quali gli viene data la possibilità
di manifestare appieno il carattere che lo ha reso universalmente
famoso. Topolino è perspicace, arguto, impavido, scanzonato,
romantico...soprattutto curioso. </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhyY_-Ff82wWTHM6IlfZR1cl7PrzhcYHndfv1EjV7k9hyphenhyphenDdj3BYG-C2nXE7GGwcjtbfJq-V2VDtvy-KbTyuc2UUr7QxLO6yDMOzBEyLUBOjuj16fm7YqswZVJLyqB5Mqckb2tt4Dh0w8Ac/s1600/top-spez.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhyY_-Ff82wWTHM6IlfZR1cl7PrzhcYHndfv1EjV7k9hyphenhyphenDdj3BYG-C2nXE7GGwcjtbfJq-V2VDtvy-KbTyuc2UUr7QxLO6yDMOzBEyLUBOjuj16fm7YqswZVJLyqB5Mqckb2tt4Dh0w8Ac/s320/top-spez.jpg" width="315" /></a><span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 11pt;">A
differenza di quanto capita a molti di noi, è diventato adulto senza
perdere l'abitudine propria dei bambini di porre e soprattutto di
porsi domande sul perché delle cose. Lui non si accontenta di
risposte superficiali; istintivamente è portato a frugare nel
profondo, a individuare e capire le cause piuttosto che subire gli
effetti.</span> <span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 11pt;">Quando
deve penetrare nei labirinti più inquietanti, la curiosità è il
filo d'Arianna che mai lo abbandona e che, alla fine, gli da la forza
per districare gli enigmi e i misteri.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;"><i><b>Tra
gli elementi che hanno contribuito a rendere questa storia un
classico fin dall’uscita, oltre all’ambientazione dichiaratamente
hard-boiled c’è sicuramente il look di Topolino, con impermeabile
e cappello di ordinanza, come un Marlowe disneyano e che come tale si
comporta, indagando da solo. L’idea di abbigliarlo in questo modo è
sua o anche Cavazzano (autore dei magnifici disegni) ha contribuito?</b></i></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;"><span style="background: #ffffff;">Con
la scusa della pioggia ho fatto indossare a Topolino l'indumento che
caratterizza l'investigatore. In una vignetta di tavola 8 scrivevo: “</span></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;"><span style="background: #ffffff;">Topolino,
con impermeabile stile Bogart che indosserà per gran parte della
storia, avanza verso...</span></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;"><span style="background: #ffffff;">”.
Poi è stato Cavazzano a mettergli in testa il cappello con la falda
alzata che fa assomigliare il nostro eroe non solo a Bogart, ma anche
a Alan Ladd nel film "Il Fuorilegge" e a Robert Mitchum in "Marlowe, il
poliziotto privato", attori paradigmatici del genere hard-boiled. </span></span></span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;"><i><b>Ne
“la voce spezzata”, nella successiva “Topolino e l’enigma del
faro” e in qualche misura anche in altre sue storie, sembrano
fondersi due scuole del giallo: ambientazioni, psicologie,
caratterizzazioni prese appunto dal giallo americano, unite alla
indagine minuziosa con tanto di “passerella” finale del detective
che può illustrare tutto il suo ragionamento e svelare il colpevole
tipiche del giallo classico. Si è ispirato a qualche autore del
passato (penso allo Scarpa de “L’unghia di Kalì” ad esempio) o
è stata una sua scelta deliberata?</b></i></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Ho
amato molto “L'unghia di Kalì” per l'originalità della trama,
per la caratterizzazione dei protagonisti, per il finale davvero
inaspettato. </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">E'
certamente un capolavoro e un riferimento imprescindibile per chi
scrive, disegna o legge Topolino. La mia speranza è di essere
riuscito, almeno qualche volta, a ottenere quella stessa magica
alchimia. </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Anch'io,
emulo di Romano Scarpa, ho intrecciato il thriller e
l'investigazione, il giallo d'azione e il giallo ad enigma. Inoltre,
per emozionare, divertire, meravigliare i lettori, non ho esitato a
utilizzare characters rubati a vecchi gangster movies e a chiedere
aiuto (aiotto! aiotto!) a John Dickson Carr, a Dashiell Hammett, a Ed
McBain, a Donald Westlake e agli altri romanzieri che mi hanno
insegnato le regole del giallo.</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;"><i><b>Un
esperimento riuscito è stato quello di promuovere a protagonisti
personaggi che nascono come spalle: Gambadilegno (di cui ha esplorato
il rapporto quasi simbiotico con Topolino) Manetta, Basettoni grazie
a lei acquistano una dimensione diversa e la sua lezione farà scuola
per altri autori. Come ha capito che questi character avevano le
potenzialità per reggere storie importanti da soli, senza Topolino? </b></i></span></span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhmmTSntgR9QckQ85fH972Nw9ydWHsejPEsaYMfQq9J85jY0o0DQrRMbMUxOkAK4LvWuwjUJFqtprw1xEJRewT19WfT5bxhMEDgG0-34_jEuEFsSdthWsZFaiOJzoaQn9VMR9W9fvjuh6U/s1600/legcity.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhmmTSntgR9QckQ85fH972Nw9ydWHsejPEsaYMfQq9J85jY0o0DQrRMbMUxOkAK4LvWuwjUJFqtprw1xEJRewT19WfT5bxhMEDgG0-34_jEuEFsSdthWsZFaiOJzoaQn9VMR9W9fvjuh6U/s320/legcity.jpg" width="216" /></a></div>
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Gamba,
Basettoni, Manetta (e altri) da decenni recitano al fianco di
Topolino e, con le loro caratterizzazioni, offrono al mattatore
l'opportunità di riscuotere applausi a scena aperta. Sono degli
attori con i fiocchi. E' quindi naturale che gli capiti di calcare
altri palcoscenici dove passare dal ruolo di spalla a quello di
primattori. Io, intenzionato a mettere in luce questa loro
particolare dimensione, ho deciso di seguirli, di conoscerli meglio e
di documentarne le performances. Nella mia seconda storia gialla, ad
esempio, mi sono dedicato completamente a Gambadilegno, andandogli
dietro dappertutto, anche sui “luoghi di lavoro”. Si, è un tipo
poco raccomandabile, un professionista del crimine, un ladro
matricolato, ma quasi sempre fatica a quadrare il bilancio
famigliare. Sogna di realizzare il colpo del secolo, e finisce in un
supermercato a sgraffignare l'occorrente per la cena. Quando torna a
casa, la sua compagna, Trudy, cerca di consolarlo, di ridargli
fiducia, ma sul tavolo si vanno ammonticchiando le fatture da pagare.
</span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 11pt;">Ecco,
nonostante tutto, nonostante la fedina penale non immacolata, sono
state proprio le sue défaillance a rendermelo simpatico, a farmi
affezionare a lui. Mi ricordava un personaggio di Donald Westlake:
John Archibald Dortmunder.</span> <span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 11pt;">Anche
lui condivide l'appartamento con l'eterna fidanzata, May Bellamy,
anche lui è un rapinatore, anche lui pianifica dei colpi che
finiscono male, anche a lui - come a Gamba in "Ritorno a Legcity" e in "Il Tesoro di Ululoa" - capita di diventare l'inconsapevole pedina di
qualcuno che trama nell'ombra.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4eYUCx1BjoHxEio3aF3w6MaNjGwQEnWeJU89U-8SCXJQWTM1CJqDkydi_oUr-WNwEG7n5-nCV2RG6vVoNI8yxabCFD9f6iXyrwRm1Vha8zBFKFRdZotUZG7-B02Pu1A-Dlklw8jUit9Q/s1600/rapimento.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4eYUCx1BjoHxEio3aF3w6MaNjGwQEnWeJU89U-8SCXJQWTM1CJqDkydi_oUr-WNwEG7n5-nCV2RG6vVoNI8yxabCFD9f6iXyrwRm1Vha8zBFKFRdZotUZG7-B02Pu1A-Dlklw8jUit9Q/s320/rapimento.jpg" width="232" /></a><span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 11pt;">Che
i progetti criminali possano andare in fumo è un rischio che Gamba è
disposto a correre, fa parte del mestiere.</span> <span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 11pt;">Ciò
di cui non può fare a meno è vedere Topolino che corre alle sue
spalle nel tentativo di brancarlo. E' il loro pezzo forte, è il
leitmotiv finale di tante scaramucce.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">La
notte in cui due gangster venuti da fuori hanno compiuto Il rapimento
di Topolino, Gamba è andato a letto contento. Il giorno dopo però
gli è venuto il magone: se qualcuno aveva il diritto di rapire
l'acerrimo nemico quello era lui! Cosa sarebbe Gamba senza il
topastro? Chi si interesserebbe più alle sue imprese? </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Dunque,
infila l'impermeabile (bogartiano) e parte, sulle tracce della
concorrenza.</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 11pt;">Nel
quarto racconto giallo ("Basettoni e il grande caldo") porto in scena Basettoni e Manetta.</span> </div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 11pt;">A
Topolinia è estate e fa un caldo torrido (il clima condiziona spesso
i comportamenti dei personaggi nelle mie trame).</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Manetta,
grondante sudore, passeggia in maniche di camicia; il commissario, in
sandali e pantaloncini, annaffia il giardino e in frigo ha una
anguria da spartire con il collega. </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">A
perturbare la quiete provvede un essere misterioso che minaccia di
mettere fuori uso l'acquedotto e far schiattare di sete la
popolazione. </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Toccherà
ai due poliziotti, grassottelli e di mezza età (Topolino è in
vacanza al polo nord), venire a capo della faccenda e dopo acrobazie,
ruzzoloni, corse con l'acceleratore a tavoletta, scazzottate e
bernoccoli, mettere al fresco il cattivone e la sua complice. </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Clap
clap clap a tutta la compagnia!</span></span><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;"><b>
</b></span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;"><i><b>Lei
ha collaborato con la Disney nell’ultima parte della direzione
Capelli, attraversando poi il passaggio di editore e quindi vivendo
anche la direzione Cavaglione e parzialmente quella della Muci. Può
raccontarci qual era il suo rapporto con Capelli (se lo conosceva) e
più in generale con la redazione? Ci sono dei ricordi particolari
che vuole condividere con noi?</b></i></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 11pt;">Come
scrissi in una precedente risposta, conobbi Capelli nel 1986, in
occasione della mia prima volta a Segrate. Fu un incontro di breve
durata: mi comunicò l'entità del compenso e poi uscì per
partecipare a una riunione con dei boss della Mondadori. Invece
chiacchierai per più di un'ora con Marconi e con Giacomo Rosella, il
caporedattore.</span> <span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 11pt;">Ebbi
modo di dialogare con Capelli qualche anno dopo, quando i periodici
Disney avevano lasciato la Mondadori per entrare in Disney e si erano
trasferiti prima in via Hoepli e poi in via Dante. </span><span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 11pt;">Ricavai
l'impressione di una persona gioviale e disponibile; mostrava stima
nei confronti miei e del mio lavoro, cosa molto gratificante per un
collaboratore.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 11pt;">Nel
1994, col numero 2000, Capelli andò in pensione e il suo posto venne
occupato da Paolo Cavaglione.</span> </span><span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 11pt;">Invece
di andare io a Milano a incontrarlo, fu lui che venne nella mia città
per conoscermi e per visitare la personale di Giorgio Cavazzano, da
me curata, che era il clou dell'edizione autunnale di Treviso Comics. </span><span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 11pt;">Durante
la sua conduzione del settimanale, vennero messe in cantiere varie
nuove serie. La prima - PKNA (Paperinik New Adventures) - fece il suo
debutto in una mostra allestita in occasione della 21ma edizione
della Rassegna trevigiana.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Nel
2011 io non collaboravo più con </span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;"><i>Topolino</i></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">;
lui, che dal 2000 era Direttore generale dei periodici dell' Editrice
Quadratum, mi invitò a scrivere delle novelle per la rivista
Intimità. Un gesto d'autentica amicizia.</span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Infine,
Claretta Muci. Impossibile restare indifferenti alla sua simpatia e
al suo entusiasmo.</span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;"><i><b>Voi
autori, come avete vissuto il cambio non solo dei direttori ma anche
dell’editore? Ci sono stati dei cambiamenti avvertibili in tema di
linee e contenuti editoriali?</b></i></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Forse,
i disegnatori e i soggettisti che vivono a Milano o nei paraggi,
avendo la possibilità di frequentare la redazione e magari di
instaurare dei rapporti confidenziali con i redattori, possono venire
a conoscenza di cambiamenti di direttori o dei contenuti del
settimanale. Io - come altri che abitano in giro per l'Italia e a
Milano vanno raramente - dei mutamenti nelle dinamiche aziendali o
delle strategie editoriali ho saputo leggendo il colophon o l'indice
di </span></span><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;"><i>Topolino</i></span></span><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">.
La cosa che m'importava era la permanenza o meno di buoni rapporti
professionali e umani. </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;"><i><b>Ha
molto spesso privilegiato nelle sue storie tematiche abbastanza
serie, sicuramente più adulte della media. Seppur mitigati comunque
dal contesto disneyano, ha trattato temi e argomenti “scomodi”,
dai sequestri di persona al tempo che passa e molti altri. Ha mai
avuto problemi a far accettare qualche sua storia o ha dovuto
cambiare qualcosa per permetterne la pubblicazione?</b></i></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">C'erano
già tanti colleghi bravissimi nel creare vicende umoristiche:
sarebbe stata dura competere con loro. Mi sono ritagliato uno
spazietto nell'ambito dell'avventura e dell'investigazione, dove i
personaggi finiscono in vicende misteriose e problematiche che li
obbligano a mettere in mostra intelligenza, coraggio e simpatia,
insomma, la loro personalità. </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Ovviamente,
come per le frittelle, non tutte le trame “riescono col buco”.
Succede che il soggettista, abbagliato dalla propria creatività,
ritenga di aver inventato una storia ineccepibile e non si avveda di
incongruenze e controsensi. E' capitato a tutti e, dunque, anche a
me. </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Ma
gli editor, in Disney come nelle altre case editrici, sono lì
apposta, per individuare le pecche, per collaborare con l'autore a
ristrutturare la storia o per scartarla, ovviamente fornendogli le
motivazioni. L'una e l'altra opzione fanno parte della normale
dialettica in questo tipo di rapporto professionale.</span></span><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;"><b>
</b></span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<span style="color: black;"><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;"><i><b>Un’altra
sua peculiarità, come già accennato, sono le psicologie dei
personaggi e i rapporti tra loro. Ha scavato con abilità (e
delicatezza) nel passato di Gamba e Manetta. Cosa l’ha spinta a
indagare così in profondità nelle loro vite? </b></i></span></span></span>
<br />
<span style="color: black;"><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;"><i><br /></i></span></span></span>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi9aEfX71D55VvUQW5rllmOHTsORGJGOzKJEEwgzpFEmy-_Kxrv5oMFTIokOipnVYoFKHLNMTixAOkk5dEhT3fkd2ZSc8WQPnamzFZ02SLLNrgARRfWWfsp4EIaEv0k2ze56ADOVz0uNw4/s1600/basettoni.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi9aEfX71D55VvUQW5rllmOHTsORGJGOzKJEEwgzpFEmy-_Kxrv5oMFTIokOipnVYoFKHLNMTixAOkk5dEhT3fkd2ZSc8WQPnamzFZ02SLLNrgARRfWWfsp4EIaEv0k2ze56ADOVz0uNw4/s320/basettoni.jpg" width="216" /></a><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Quando
scrivo una sceneggiatura, cerco sempre di entrare nei personaggi, di
identificarmi con loro per trasferirne sulla carta, in maniera
verosimile, comportamenti, pensieri e parole. Con i characters
disneyani, a forza di frequentarli, mi è venuta la voglia di andare
a frugare nel loro passato e scovare (inventare) fatti e segreti,
utili come materiale narrativo col quale suscitare l'interesse dei
lettori. </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Scoperto
che il desiderio di ritrovare l'orsacchiotto di quand'era un
pargoletto aleggiava da sempre nelle mente di Topolino (è
documentato in “Topolino e la Villa dei Misteri”), sono passato a
“psicanalizzare” Gambadilegno, storico antagonista del nostro,
per capire la ragione della sua attitudine al crimine. Due pagine
prima che "Topolino e il mostro oscillante" giungesse alla parola FINE
l'ha confessata lui stesso. </span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Nessuno, quand'era bambino gli ha
raccontato le favole! </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Un
trauma infantile, proprio come Topolino! </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Nella
fanciullezza di una personaggio al margine – Manetta – avrei
voluto curiosare, ma non ne ho avuto il tempo. L'ho però forzato a
togliere le gambe dalla scrivania, a mostrarsi intrepido e
spericolato per braccare il Signore delle Macchine (“Basettoni e il
grande caldo”), finanche a prendere le redini delle indagini,
quella volta che il commissario andò in vacanza (“Topolino e il
week end col gatto”). Ho messo il suo nome nel titolo di una
avventura (“La banda di Manetta”) perchè ne era la vedette:
sventava il rapimento di una affascinante attrice hollywoodiana e per
di più ci rivelava che da giovanotto aveva suonato il contrabbasso
in una jazz band (perchè i flemmatici piedipiatti non dovrebbero
avere il ritmo nel sangue?)</span></span><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;"><b>
</b></span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;"><i><b>Se
c’è una certezza nelle storie Disney è che di Topolino ci si può
fidare. Con “la sindrome visionaria” lei spazza via anche questo
assioma. Per ricordare un Topolino così in difficoltà, dove anche
il lettore arriva a dubitare di lui, bisogna forse tornare indietro
di quasi mezzo secolo ai tempi del “doppio segreto di Macchia
nera”. E non si è fermato qui: oltre a farlo passare per pazzo, lo
ha fatto rapire, lo ha coinvolto in casi pericolosi,… perché
“tormentarlo” così?</b></i></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEibnja-IBc-DGOn9riN9TB9-p6Oni3dj0yp8xyw2Yam-Ikawqf9OOXxSgi6ybQH3e5pDtxoZ8EJVwFp-vteUTWTIldbphBsUZ1t2b0cBrfb9zaHheXlqDqsDPSvWoFSZ_q-bNFO5XbC6m8/s1600/sind.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEibnja-IBc-DGOn9riN9TB9-p6Oni3dj0yp8xyw2Yam-Ikawqf9OOXxSgi6ybQH3e5pDtxoZ8EJVwFp-vteUTWTIldbphBsUZ1t2b0cBrfb9zaHheXlqDqsDPSvWoFSZ_q-bNFO5XbC6m8/s320/sind.jpg" width="226" /></a><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Non
l'ho mai tormentato, lo giuro! Non è colpa mia se, invece di
lasciare nell'armadio l'impermeabile bogartiano, invece di piazzarsi
davanti al televisore, sprofondato in poltrona, partiva in quarta
appena gli prospettavo un rompicapo, deciso a sbrogliare la matassa.
Io dovevo solo seguirlo per registrare gli avvenimenti in bella
scrittura, come ogni bravo cronista. </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Il
fatto è che lui è un tipo in gamba, assennato e circospetto, ma i
pericoli si annidano ovunque e i guai sono i compagni di strada degli
investigatori. Molte volte si è azzuffato con qualche tipaccio, le
ha date e le ha prese, ma poi tutto finiva con l'avversario ko e con
l'applauso degli astanti.</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Durante
la “sindrome visionaria”, però, si è beccato i fischi e i buuu.</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Doveva
pur succedere, prima o poi. Anche ad altri “eroi” dei fumetti
(Dick Tracy e Spiderman, tanto per fare due esempi) è capitato di
finire nella polvere del discredito. Ma è una cosa che dura poco,
giusto una sequenza, appena una manciata di pagine. </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Topolino,
con un guizzo dell'intelligenza, scoprì l'intrigo e sciolse i nodi
della faccenda! Quella volta lo feci uscire di scena gongolante,
soddisfatto di sé. Se lo meritava.</span></span><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;"><b>
</b></span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<b>“<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;"><i>Topolino
e il week-end col gatto” è la mia preferita fra i suoi noir. Anche
qui un espediente narrativo insolito (il ritorno di un nemico che in
realtà i lettori non hanno mai conosciuto, come pure accadrà ne “Il
mistero di pupazzo di neve”), un ladro ispirato ai tanti
inafferrabili della narrativa, da Rocambole a Simon Templar, ma la
vicenda ben presto si affranca dalla trama gialla per diventare
qualcosa d’altro. Parlando di rispetto (tra il fuorilegge e il
detective) e di orgoglio, si arrivano a toccare temi importanti come
la nostalgia, il trascorrere del tempo, la vecchiaia. Cosa l’ha
ispirata per una storia così delicata?</i></span></span></b><br />
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;"><i><br /></i></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgVyY4ggGymnQsWWX06466Z6-4SUvrqbkLh8SRntneJ9Y49akFkaqSF4rm8Cq9puaG4rfGUBaORkddJKtyPrdtu_UVftAaXp7rxWUmTSHXFhHHx8i_3ZIr5nMIRGJR73ecePNP-SW8KjVU/s1600/end.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgVyY4ggGymnQsWWX06466Z6-4SUvrqbkLh8SRntneJ9Y49akFkaqSF4rm8Cq9puaG4rfGUBaORkddJKtyPrdtu_UVftAaXp7rxWUmTSHXFhHHx8i_3ZIr5nMIRGJR73ecePNP-SW8KjVU/s320/end.jpg" width="225" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Volevo
allontanarmi dal cliché Topolino vs. Gambadilegno. Cercavo un altro
avversario, uno che costringesse il nostro eroe a una caccia
spietata. </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Tra
un nuovo cattivone cui far mettere radici nelle vignette e una
meteora avvistata una sola volta e scomparsa dopo aver lasciato
un'indimenticabile scia, ho scelto la seconda opzione.</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Sono
andato nel passato e vi ho trovato un tizio che con Topolino aveva
duellato in un'avventura mai balzata agli onori delle cronache
(chissà quante altre hanno avuto lo stesso destino!). </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Non
so dire che razza di animale antropomorfo fosse; indossava una
calzamaglia nera, era magro e agilissimo, compieva i furti di notte
saltando di tetto in tetto con movenze feline (la citazione di
“Caccia al ladr</span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">o”
di Hitchcock è voluta), sul volto portava una maschera che
corrispondeva al suo nome: Il Gatto! </span></span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Tornato
in libertà, pagato il debito con la giustizia, si allontana per
sempre dalla città ma prima vuole riappropriarsi della propria
identità e lasciare a Topolino delle tracce di sé: esili souvenir
che legano il passato al presente, ricordi destinati a rimanere,
incancellabili, nella memoria.</span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;"><b>
</b></span></span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<b>“<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;"><i>La
sindrome visionaria” non ha le atmosfere notturne e cupe di altre
sue avventure, anzi c’è un’ambientazione familiare, quasi
bucolica e per questo risulta ancora più inquietante. In qualche
modo ha dei toni hitchcockiani. Ma un taglio cinematografico è
rilevabile in quasi tutti i suoi lavori. In che modo la sua passione
e la sua conoscenza del cinema hanno influenzato la sua scrittura?</i></span></span></b></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Moltissimo,
come ho già avuto modo di dire. Scrivo le sceneggiature come se la
vicenda narrata finisse poi sulla pellicola di una macchina da presa.
</span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">I
tagli delle inquadrature, le prospettive, le espressioni dei
personaggi e soprattutto le atmosfere che suggerisco ai disegnatori,
derivano da quella mia passione. </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">C'è
l'eco dei film che amo in quasi tutte le mia storie. Qualche titolo
l'ho ricordato nel corso di questa intervista, altri possono essere
facilmente individuati dai lettori.</span></span><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;"><b>
</b></span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;"><i><b>Lei
ha lavorato con alcuni dei più grandi disegnatori Disney: Cavazzano
su tutti, ma anche De Vita, Scarpa e poi altri che grandi lo
sarebbero diventati a breve come Mottura, Camboni,… e sempre
l’abbinamento storia-disegnatore si è rilevato azzeccato. Ad
esempio non credo sia un caso che Scarpa abbia illustrato la più
scarpiana fra le sue storie. La scelta del disegnatore è stata
sempre frutto della redazione, ha avuto anche lei voce in capitolo o
a volte sono stati gli stessi disegnatori a chiedere di poter
lavorare con lei?</b></i></span></span><br />
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;"><i><br /></i></span></span>
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhktl5swUc6mH-PEXn8wHnwlD2DT732WU8Hjl3XkuediKWTRAdKga1xS2AWUjwgTwN9ceMzpghQ75mLSDA7wj7P2Q9v41Z6j1jpRakwptuJF3u7F23PbKSgtiQ9ohGQ-8knkz46ZNVa-fE/s1600/mott.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhktl5swUc6mH-PEXn8wHnwlD2DT732WU8Hjl3XkuediKWTRAdKga1xS2AWUjwgTwN9ceMzpghQ75mLSDA7wj7P2Q9v41Z6j1jpRakwptuJF3u7F23PbKSgtiQ9ohGQ-8knkz46ZNVa-fE/s320/mott.jpg" width="216" /></a><br />
<span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 11pt;">E'
la redazione che, doverosamente, decide a chi assegnare il compito di
illustrare una sceneggiatura.</span> <span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 11pt;">I
disegnatori disneyani sono tutti degli ottimi professionisti, per cui
credo che la scelta cada su chi è libero in quel momento: risulterà
in ogni caso azzeccata.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Io,
più che la voce in capitolo, ho avuto la fortuna di essere amico di
Cavazzano, di abitare a mezz'ora di macchina da casa sua e di averlo
reso partecipe delle mie trame, fin dal loro nascere. </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Molte
volte ha chiesto e ottenuto di essere lui a disegnarle. </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Così,
di tanto in tanto, andavo a trovarlo, ad assistere al suo lavoro
certosino, a fissare la matita intenta a ricamare immagini sui fogli
che di li a poco Sandro Zemolin avrebbe inchiostrato.</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 11pt;">Romano
Scarpa abitava a Venezia (a mezz'ora di treno da casa mia).</span> <span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 11pt;">L'avevo
intervistato nel 1975 ed ero solito telefonargli per invitarlo a
Treviso Comics o per fargli gli auguri di buon anno, ma non mi era
mai passato per la testa di andarlo a importunare con le mie storie. </span><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Tuttavia
fu al suo stile grafico che pensai nello sceneggiare "La sindrome
visionaria", in cui veniva citata Zia Topolinda, personaggio da l</span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">ui
creato in "</span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Topolino
e la collana Chirikawa".</span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 11pt;">Mandai
il mio testo a Ezio Sisto, caporedattore sceneggiature,
accompagnandolo con una prece: che venisse disegnato da Romano
Scarpa! Una decina di giorni dopo fu proprio il maestro a
telefonarmi.</span> <span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 11pt;">Aveva
ricevuto la sceneggiatura, l'aveva letta, gli era piaciuta e adesso
mi chiamava per dirmi che iniziava a disegnarla quello stesso giorno.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Da
quel momento lo sentii spesso; man mano che terminava le matite, mi
mandava le fotocopie delle tavole - che ancora conservo. </span></span><span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 11pt;">Intervenne
solo su una sequenza, modificandola un po', ovviamente in meglio.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 11pt;">Quando "La Sindrome visionaria" debuttò sul numero 2152, mi telefonò.</span> <span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 11pt;">La
puntata era stata pubblicata alla fine del libretto, per ultima!</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Si
sentiva offeso: la sua firma e la storia non meritavano quel
trattamento!</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;"><i><b>Il
disegnatore con cui ha lavorato di più è stato Cavazzano, una
collaborazione che evidentemente va oltre il semplice ambito
lavorativo. Lo stesso disegnatore veneziano recentemente l’ha
ringraziata per avergli “fatto capire le potenzialità dei
personaggi attraverso l’interpretazione cinematografica”. Come
nasce questo rapporto tra lei e Cavazzano, rapporto che si intuisce
umano e di amicizia ancora prima che professionale?</b></i></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Una
delle tante qualità di Giorgio è la generosità: lo si capisce
dalla dichiarazione che lei ha riportato. Ricevere il suo
apprezzamento per un contributo, seppur minuscolo, dato alla sua
arte, vale più di qualsiasi altro premio o encomio. </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">E
poi, sono io a essergli grato per avermi indotto a scrivere storie
disneyane e per aver tradotto in immagini le situazioni descritte
nelle mie sceneggiature! Ancora oggi, nel riprendere in mano uno di
quei fumetti o nello sfogliare una delle tante ristampe, mi soffermo
ad ammirare il suo stile magistrale. </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Ogni
volta, vengo catturato dalle prospettive, dal taglio delle
inquadrature, dai tratti d'inchiostro che fissano gli infiniti
dettagli dei panorami, dalla recitazione degli attori – da
Topolino, Gambadilegno, Minni fino alla comparsa che si affaccia in
una sola inquadratura – cui fa esprimere, col volto o con la
postura le medesime emozioni e i medesimi sentimenti di noi umani. </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">E'
lui che tiene in mano il filo della narrazione!</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Da
cinquant'anni, con tecnica, etica e sensibilità inconfondibili,
Giorgio fornisce e continuamente aggiorna la grammatica di tutto il
fumetto disneyano, e non solo. </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 11pt;">Lo
conosco da quarant'anni – era ottobre del 1976, ci eravamo dati
appuntamento a Padova, in occasione di una mostra del Messaggero dei
Ragazzi. Da allora ci lega un'amicizia estesa a mogli e figli.</span> <span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 11pt;">Ci
sentiamo al telefono e talvolta si cena insieme.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Magari
più tardi lo chiamo per informarlo di questa intervista.</span></span><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;"><b>
</b></span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;"><i><b>Si
può dire che non c’è quasi sua storia che non si lasci ricordare
per qualcosa, vuoi la trama, vuoi qualche personaggio particolare o
situazione inusuale: la banalità o, se preferisce, il “mestiere”
sembra qualcosa di estraneo ad esse. Vista anche la frequenza
piuttosto bassa della sua produzione (nei momenti più prolifici
contiamo circa 3-4 storie l’anno), l’impressione è che si sia
messo al tavolo da scrittura solo quando aveva davvero qualcosa da
dire. E’ una impressione giusta?</b></i></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Si,
non sono uno scrittore seriale. Scrivo quando mi si affaccia alla
mente un'immagine o un'ipotesi, informi magari, ma intriganti. Ci
lavoro sopra con pazienza, raccogliendo spunti e suggerimenti dalle
letture, dai film, come dalle esperienze quotidiane. Cerco di
costruire qualcosa che abbia una forma riconoscibile, che mostri un
po' di me. L'iterazione di moduli convenzionali non mi interessa né
mi diverte. Rifuggo gli stereotipi e i percorsi monotoni; mi
piacciono le storie ben strutturate: quelle che divertono e lasciano
un ricordo che dura nel tempo. In generale, apprezzo il detto
popolare “meglio pochi ma buoni”. </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;"><i><b>Come
abbiamo già detto, ha dato spazio a molti comprimari, li ha promossi
a protagonisti assoluti, ha scavato nel loro passato e nei loro
sentimenti eppure ha quasi sempre ignorato Pippo, che è la spalla
storica di Mickey. Come mai questa avversione (se di avversione si
può parlare)?</b></i></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Come
potrei provare avversione per un personaggio smodatamente simpatico
come Pippo?</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 11pt;">Se
l'ho usato raramente è perché, in molte mie storie thriller,
Topolino affronta il mistero da solo, contando unicamente sulle
proprie doti, senza quindi una spalla su cui appoggiarsi. Quando ho
ideato un giallo deduttivo – “Topolino in: ombre nella giungla”
- gremito di personaggi, Pippo risultava indispensabile e gli ho
assegnato la parte dell'assistente dell'investigatore che lui sa
recitare alla perfezione.</span> <span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 11pt;">Non
ho mai pensato a storie in cui fosse protagonista assoluto: sapevo
che non sarei riuscito a emulare l'humour che scorreva ne “I
mercoledì di Pippo” di Rudy Salvagnini.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiK-r3XOFPPqMQqKDZIi88SQ8r1ay8l7ULPCf_-CHvkZBdjxwMdAKqtjfTxNtOPuhMQCu1ui5oZ_i2AEdTa088p67qbR2HOS61Zo5caWshM-LN5Zdx2l-LlbTS5wBt2hZRQ2KTj1gQemVc/s1600/mis.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiK-r3XOFPPqMQqKDZIi88SQ8r1ay8l7ULPCf_-CHvkZBdjxwMdAKqtjfTxNtOPuhMQCu1ui5oZ_i2AEdTa088p67qbR2HOS61Zo5caWshM-LN5Zdx2l-LlbTS5wBt2hZRQ2KTj1gQemVc/s320/mis.jpg" width="224" /></a><b>“<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;"><i>Topolino
e la villa dei misteri” è una storia inusuale (come tante sue
d’altra parte), ha un che di magico, di onirico: dietro una
parvenza di indagine si cela una avventura dolcissima e
apparentemente irrisolta. Una vicenda che si dipana su piani diversi,
a cui è quasi impossibile dare un significato pieno. Il lettore ne
rimane affascinato e coinvolto anche se non riesce a mettere a fuoco
il perché. Dopo tanti anni crede sia il caso di farcela spiegare dal
suo autore o è meglio lasciare il lettore con le sue sensazioni ,
senza rompere l’incantesimo?</i></span></span></b></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Credo
che molti lettori della Villa dei misteri – almeno quelli che per
primi la conobbero nel numero 2341 – siano stati condizionati da
una noticina pubblicata in terza pagina. </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">In
essa si invitava il pubblico a partecipare a un gioco che consisteva
nello scoprire chi tra i personaggi della storia era il “responsabile
delle misteriose sparizioni”. </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Beh,
non andai a disaminare le ragioni di quella inserzione redazionale,
ma ebbi il timore che la “caccia” a un colpevole, avrebbe
rischiato di distrarre non pochi lettori e di portarli fuori strada. </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Certo,
è una storia atipica, enigmatica, elusiva, in cui - come ogni
scrittore di noir fa con l'intento di alimentare la suspense - avevo
disseminato falsi indizi, creato diversivi, confuso le piste e le
tracce. </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 11pt;">Eppure
la trama (nel senso di disposizione causale del fatti) è semplice:
in una tiepida giornata di primavera, per i viali del parco
passeggiano mamme e baby sitter con i loro pargoli sul passeggino;
Topolino, avvolto dal tepore del sole e cullato dalle loro voci, si
addormenta su una panchina e sogna.</span> <span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 11pt;">Sogna
se stesso lattante, a spasso sulla carrozzina spinta dalla bambinaia,
e rivive il dolore che provò quando si avvide che il suo
orsacchiotto di pezza era caduto, o meglio, era sparito.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">A
questo punto, il percorso onirico conduce il nostro eroe, adulto, </span></span><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">in
una villa abitata da personaggi bizzarri, dove avvengono strani
fenomeni e dove le cose spariscono alla grande. Lì, nella villa dei
misteri e dei sogni, Topolino scoprirà la porticina magica che
scende nelle profondità dell'anima. Luogo in cui è ancora possibile
riabbracciare Pinsù, l'orsacchiotto inconsciamente cercato da
sempre. </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Non
direi che è una storia incompleta, bensì una storia che prova a
spiegare, con l'aiuto di Topolino e attraverso allusioni e metafore,
quanto le esperienze del passato, dell'infanzia in particolare,
influenzino le scelte future nostre e degli eroi del fumetto. </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Insomma,
ho ipotizzato che la peculiare curiosità di Topolino, l'istintivo
bisogno di cercare la verità, di indagare nei misteri e di provare
a risolverli, abbiano preso il via dalla “sparizione” di Pinsù e
dalla speranza di ritrovarlo, prima o poi. </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Si
trattava di temi inediti in una storia disneyana; temevo un veto, ma
Ezio Sisto fu coraggioso e l'approvò.</span></span><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;"><b>
</b></span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;"><i><b>Tante
storie con i topi, poche con i paperi seppur ben riuscite. A cosa è
dovuta questa preferenza?</b></i></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;"><i><br /></i></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Mettere
in scena e far recitare insieme tutti i personaggi di Paperopoli, con
le loro specifiche caratterizzazioni, senza risultare banale o
ripetitivo non è cosa facile. Per questo mi sono accostato solo
raramente al territorio narrativo in cui Cimino, Chendi, Pezzin
eccellevano. </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Il
coinvolgimento e il divertimento nello scrivere le sceneggiature fu,
comunque, assoluto. Mi sono addirittura spinto a inventare un
personaggio nuovo - Elektra Watt, antica fiamma di Archimede -
protagonista di “Archimede e la testa fra le stelle”, pubblicata
su </span></span><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;"><i>Minni
</i></span></span><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">con
i disegni di Emanuele Barison.</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<i style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 11pt;"><b>Abbiamo
scoperto dal suo sito che ci sono alcune sue storie Disney inedite,
anche piuttosto lontane nel tempo: ci sono speranze di vederle
pubblicate prima o poi?</b></i></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Sono
sceneggiature che furono commissionate e pagate. Sul perché e sul
percome della loro mancata pubblicazione non mi è mai stato detto
nulla, né io mi sono informato. E' probabile che nessun disegnatore
abbia mai avuto l'incarico di realizzarle.</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="text-align: left;">
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;"><i><b>Non
solo Disney, durante e dopo ha portato avanti altri progetti:
collaborazioni col Giornalino e con altri editori, lavorando con nomi
di assoluto livello come Alessandrini, Palumbo, Torti… , storie
ambientate nel mondo dell’arte, un web-comic e altro ancora. Ci
racconta qualcosa di questi suoi lavori extra-Disney?</b></i></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="text-align: left;">
</div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkiVQDSCs5vkkzhdKokw5FcQvxj8T5zQRYKQaUj54Fc7GVY6NZCbN1PGNSRzxfatZkpDnTyBBG7Qxgm159EoY75XhND1QMgRpldXUegQ3Rkm-Fus8g-mbN-gsUeYgL-lhev2FHN_d1JAQ/s1600/am.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="217" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkiVQDSCs5vkkzhdKokw5FcQvxj8T5zQRYKQaUj54Fc7GVY6NZCbN1PGNSRzxfatZkpDnTyBBG7Qxgm159EoY75XhND1QMgRpldXUegQ3Rkm-Fus8g-mbN-gsUeYgL-lhev2FHN_d1JAQ/s320/am.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">da "La c'era l'America", dis.: Cinzia Ghigliano</td></tr>
</tbody></table>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">La
prima collaborazione extra Disney, è stata per un progetto audace,
ambizioso, pionieristico. </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Alle
porte di Roma, in un antico casale, un gruppo di imprenditori aveva,
nel 1999, dato vita a un portale internet in quattro lingue
(</span></span><span style="color: navy;"><span lang="zxx"><u><a class="western" href="http://www.bravitalia.com/"><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">www.bravitalia.com</span></span></a></u></span></span><span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 11pt;">)
dedicato agli italiani emigrati in giro per il mondo.</span><span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 11pt;">Tra
i vari prodotti che sarebbero stati messi a disposizione degli
utenti, c'era anche il fumetto.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Venni
convocato da uno dei promotori che mi chiese di scrivere la storia di
alcune famiglie di contadini che, sul finire dell'ottocento, si
imbarcano a Genova per le Americhe. </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Per
la stesura grafica proposi Cinzia Ghigliano (premiata con lo Yellow
Kid al Salone dei comics di Lucca del 1978). </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Sceneggiai
la prima puntata: 48 tavole di due grandi vignette ciascuna, che
Cinzia illustrò splendidamente. </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Nel
2000 le tavole, una al giorno, cominciarono a essere pubblicate on
line; poi, a metà della programmazione, l'attività dell'impresa,
per problemi tecnici e finanziari, prese a rallentare fino a fermarsi
del tutto. </span></span>
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">La
trasmissione di “La c'era l'America”, questo era il titolo del
lavoro mio e di Cinzia, si interruppe; comunque fu il primo web-comic
italiano!</span></span><br />
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;"><br /></span></span>
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjJ3CjN8-uUFrF7lE1XmwjN3y6lHetH9wsUBNQ16pbd1OojJskhN_b63GK4s4TbcM6x61Wd-Mvan0lAXKDx4t1Jr9p3DMiybvyBvx1JQ5HlYGqJ18kb8d8jur-SJcaKJnADCMopVRtwu2Y/s1600/Viv.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="195" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjJ3CjN8-uUFrF7lE1XmwjN3y6lHetH9wsUBNQ16pbd1OojJskhN_b63GK4s4TbcM6x61Wd-Mvan0lAXKDx4t1Jr9p3DMiybvyBvx1JQ5HlYGqJ18kb8d8jur-SJcaKJnADCMopVRtwu2Y/s320/Viv.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">da "Antonio Vivaldi, una biografia a fumetti"<br />
dis.: Sergio Toppi</td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 11pt;">Tre
anni dopo, il mio amico Paolo Barcucci, editore a Montepulciano, mi
chiese una biografia a fumetti di Antonio Vivaldi in cinque capitoli,
da far illustrare ad altrettanti disegnatori. Ottenni l'adesione di
due giovani professionisti - Maurizio Ribichini e Lorenzo Sartori -
quindi puntai a tre “maestri”: Giancarlo Alessandrini, Alarico
Gattia e Sergio Toppi.</span> <span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 11pt;">Mi
dissero si e io mi fregiai della loro collaborazione!</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 11pt;">Nel
2010, Legambiente decise di utilizzare il fumetto in una campagna di
sensibilizzazione verso la salvaguardia delle opere d'arte presenti
un po' ovunque nel nostro paese, e fui coinvolto nel progetto: dovevo
ideare alcune storie ispirate a indagini dei Carabinieri del reparto
tutela patrimonio culturale.</span> <span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 11pt;">Traendo
spunto da sei loro “operazioni” - che andavano dal recupero di
reperti archeologici al sequestro di un dipinto ottocentesco usato
dalla mafia come mezzo di pagamento della droga - firmai altrettante
sceneggiature che vennero illustrate da Giancarlo Alessandrini, Sara
Colaone, Marco Corona, Giuseppe Palumbo, Maurizio Ribichini e Fabio
Visintin.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjdRwjANrhJD3NYWdVUeS9LqAd6z1k6PbyPlrFZt1XSLsM6pacF3bAvZJ8rmPA6iPmMFKxOSt3tkYP7q3Eu-r3hMYl98W4sf2N4p3qHTJHQgm5GtCLgpv7eEstsNpG-oShR5258sXTAHRs/s1600/carabinieri.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjdRwjANrhJD3NYWdVUeS9LqAd6z1k6PbyPlrFZt1XSLsM6pacF3bAvZJ8rmPA6iPmMFKxOSt3tkYP7q3Eu-r3hMYl98W4sf2N4p3qHTJHQgm5GtCLgpv7eEstsNpG-oShR5258sXTAHRs/s320/carabinieri.jpg" width="232" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">dalla serie: "Carabinieri nell'Arte"<br />
dis.: Massimo Bertolotti</td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Inoltre,
con le tavole degli artisti fu allestita una mostra all'Istituto
nazionale per la grafica (per la prima volta vi entrarono i fumetti!)
e realizzato un volume - "Storie d'arte e di misfatti" - per Coniglio
editore. </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 11pt;">Questa
esperienza mi permise di conoscere e di frequentare degli autentici
investigatori: i carabinieri dell'arte.</span> <span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Per
divulgare la loro attività, sconosciuta a molti, proposi a Stefano
Gorla, direttore del </span></span><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;"><i>Giornalino</i></span></span><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">,
di realizzare una serie di avventure che li vedevano sulle tracce di
falsari, di tombaroli, di ladri di libri antichi. </span></span><span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 11pt;">Composta
da sette episodi, il primo disegnato da Massimo Bertolotti, gli altri
da Rodolfo Torti, la serie venne pubblicata tra il 2012 e il 2013.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;"><i><br /></i></span></span>
<b><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;"><i>In
conclusione lascio la parola a lei: aggiunga qualsiasi cosa che
avrebbe voluto dire e che in questa intervista non è uscita fuori
(per colpa del sottoscritto). In cambio le chiedo un saluto per i
tanti lettori che apprezzano la sua opera</i></span></span><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;"><i>.</i></span></span></b></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 11pt;">Continui
così, caro Santarelli! Ha buone chances di diventare un detective.</span> </span><span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 11pt;">Il
suo è stato un autentico interrogatorio di terzo grado, anche se
epistolare. </span><span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 11pt;">Mi
ha perfino fatto dire cose che prima non avevo mai dichiarato!</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Se
fossimo stati uno di fronte all'altro mi avrebbe puntato la lampada
sugli occhi? </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.35cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Riconosco
che è stato un inquisitore abile (mi ha obbligato a ripensare a una
importante esperienza della mia vita) e competente: complimenti,
dunque, per la profonda conoscenza dei miei lavori! </span></span>
</div>
<span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 11pt;">A
tutti i fan di Topolino che hanno letto le mie storie e si sono
divertiti, e a quelli che, magari incuriositi da ciò che hanno
appena letto, si metteranno sulle tracce di vecchi numeri del
settimanale, dico, forte: GRAZIE e BUONE LETTURE! Ciao</span><span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 13pt;">.</span></div>
Silvano Mezzavillahttp://www.blogger.com/profile/11022685496195740037noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-398289466532947356.post-29112568523377636962016-10-25T19:59:00.001+02:002016-10-25T19:59:13.139+02:00<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 9.0pt;">25
ottobre 2016<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 9.0pt;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 11.0pt;">SCONFINI, L’ARTE DI
LORENZO MATTOTTI: DAL FUMETTO ALLA PITTURA<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7X4U8qMijh5b7iqyJ_LUhTwDSBPyvFvuxmxtP9M_fPEuPLQ9vi3zxCBT6RisAugKjaFnO1SpwN8VCdky1mkmBL3H5q3FXVNA56HbDesMs9SUU8aZ1JQUvi9S_cORxx3N7Jadgi2qNRyU/s1600/Acqua.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="243" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7X4U8qMijh5b7iqyJ_LUhTwDSBPyvFvuxmxtP9M_fPEuPLQ9vi3zxCBT6RisAugKjaFnO1SpwN8VCdky1mkmBL3H5q3FXVNA56HbDesMs9SUU8aZ1JQUvi9S_cORxx3N7Jadgi2qNRyU/s320/Acqua.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
<a href="https://www.blogger.com/null" name="_GoBack"></a><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 11.0pt;">Ha debuttato quasi un anno fa nei padiglioni
della prestigiosa Fondazione Hélène e Edouard Leclerc di Landernau, in
Bretagna, risultando, con ben trentacinquemila visitatori, la prima esposizione
francese, non parigina, per afflusso di pubblico. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 11.0pt;">Ora,
la straordinaria retrospettiva di Lorenzo Mattotti, grazie all’Ente regionale
patrimonio culturale del Friuli Venezia Giulia, fa tappa a Villa Manin di
Passariano dal 29 ottobre al 19 marzo 2017. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 11.0pt;">Anche
qui, col titolo “Sconfini”, si preannuncia come un evento di notevole richiamo
perché con quasi quattrocento opere originali - illustrazioni, tavole di
fumetti, quaderni d’appunti, dipinti, progetti per manifesti, filmati
d’animazione - documenta oltre trent’anni di attività di uno dei maggiori
artisti italiani, famoso in tutto il mondo per la personalissima cifra
stilistica con cui spazia senza traccia di discontinuità dal fumetto
all’illustrazione, dalle immagini per le riviste della moda e per il cinema
alla pittura. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 11.0pt;">Nato
a Brescia nel 1954 e ora residente a Parigi, dopo aver vissuto a lungo a Udine,
Lorenzo Mattotti si afferma nel 1984, quando, col romanzo grafico <i>Fuochi</i>,
rivoluziona la nozione stessa di fumetto, emancipandola in senso pittorico. In
esso racconta la storia di una corazzata che arriva in un’isola deserta, dove
avvengono fatti inquietanti, e di un suo marinaio sedotto dal fascino morboso
di quella terra, e per farlo utilizza i pastelli a olio, colorando direttamente
le vignette in modo organico e armonico, come mai si era visto in precedenza e
con tale efficacia nel mondo dei comics. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhknXYT731QptgYa-OU22uIhGpqvRbK2FeNLahABofbWemoSuxo7phsvbLglm4-PqdP3adtaFbqmQav7bR_5uvBB1Asjz3dHgSHLvJ6oc9BLQy6-BWmdV_tx7zVGbQH9V0gh0JBoYkuhvs/s1600/Caboto.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhknXYT731QptgYa-OU22uIhGpqvRbK2FeNLahABofbWemoSuxo7phsvbLglm4-PqdP3adtaFbqmQav7bR_5uvBB1Asjz3dHgSHLvJ6oc9BLQy6-BWmdV_tx7zVGbQH9V0gh0JBoYkuhvs/s320/Caboto.jpg" width="242" /></a><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 11.0pt;">I
colori - il rosso, vivido e vibrante, ma anche il verde acido e il giallo
luminoso - diventano i veri protagonisti del racconto, con effetti drammatici
che amplificano il senso della trama e dei dialoghi. Mattotti progetta e
dispone i colori per esaltarne la funzione espressiva e narrativa, ovvero la
loro attitudine a creare allegorie e metafore, a produrre risonanze, a evocare
emozioni, a palesare gli statuti formali e cromatici dei sentimenti umani, a
indurre chi legge (e chi guarda) a lasciarsi coinvolgere dagli stati d’animo
dei personaggi e dalle atmosfere misteriose che li circondano. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 11.0pt;">Da
<i>Fuochi</i>, primo capolavoro universalmente celebrato, discendono infinite
altre realizzazioni. Nell’ambito del fumetto, Mattotti firma con lo
sceneggiatore Jerry Kramsky i romanzi <i>Doctor Nefasto</i>, <i>Labirinti</i>, <i>La
zona fatua</i>, <i>Jekyll & Hyde</i>, oltre a vari racconti per bambini;
con Lilia Ambrosi realizza <i>L’uomo alla finestra</i>; poi collabora con gli
scrittori Jeorge Zentner (per <i>Caboto</i> e <i>Il rumore della brina</i>) e
Claudio Piersanti (per <i>Stigmate</i>). Contemporaneamente realizza
illustrazioni per le riviste <i>The New Yorker, Vanity Fair, Cosmopolitan, Le
Monde, Domus, Das Magazin, Suddeutsche Zeitung, Le Nouvel Observateur,
Repubblica</i>, illustra <i>Pinocchio</i> e la prima cantica della <i>Divina
Commedia</i>, affianca Lou Reed e ne disegna i testi per l’album <i>The Raven</i>
(ispirato all’omonima poesia di Edgar Allan Poe), inventa suggestive immagini
di amanti abbracciati, attori unici nei libri <i>La Stanza</i>, <i>Stanze</i>,
e <i>Nell’acqua</i>, intinge il pennello nel nero di china per rendere visibili
la disperazione e la paura che pervadono la fiaba “Hansel e Gretel” e per
fissare sulle tavole della serie <i>Oltremai</i> immagini e visioni oscure
emerse dal profondo della propria mente. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 11.0pt;">Mattotti,
inoltre, ha disegnato il manifesto del Festival di Cannes del <st1:metricconverter productid="2000, ha" w:st="on">2000, ha</st1:metricconverter> realizzato le
animazioni di collegamento tra gli episodi del film <i>Eros</i> diretti da Wong
Kar Wai, Soderbergh e Antonioni, ha partecipato al film d’animazione <i>Peur(s)
du noir</i>. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 11.0pt;">Attualmente
è impegnato in una storia fantastica a fumetti e nella preparazione di un
prossimo film d’animazione tratto dal romanzo di Dino Buzzati <i>La famosa
invasione degli orsi in Sicilia</i>. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgadnovVvwikMgNrAKSLZjoBf_USwGDvpb6IgLXXODZeb1TpyWVsAbPE83_4T_9K_196gHY7HAdA5_ZDp3XBo5TykDjHZDw9XGV_zmS1XsO7HynGE_i2HIO1as8ralSkNyfQwPXxpbT9Ek/s1600/chimera.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgadnovVvwikMgNrAKSLZjoBf_USwGDvpb6IgLXXODZeb1TpyWVsAbPE83_4T_9K_196gHY7HAdA5_ZDp3XBo5TykDjHZDw9XGV_zmS1XsO7HynGE_i2HIO1as8ralSkNyfQwPXxpbT9Ek/s320/chimera.jpg" width="221" /></a><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 11.0pt;">La
mostra <i>Sconfini</i>, curata da David Rosemberg con la collaborazione di
Giovanna Durì, offre l’occasione al pubblico di ammirare, in un percorso non
cronologico bensì tematico, molta parte di questa produzione artistica,
risultando addirittura ampliata e impreziosita rispetto all’edizione francese
per l’aggiunta di ulteriori lavori provenienti da collezioni private. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 11.0pt;">“<i>Sconfini</i>,
ci ha detto Mattotti, è un titolo che da il senso dell’azione dello sconfinare,
dell’uscire dal solito territorio, del forzare la frontiera in tutti i campi. E
corrisponde al mio lavoro, in cui il fumetto diventa immagine, l’immagine
diventa quadro, il quadro diventa illustrazione, l’illustrazione diventa film
animato in un continuo influenzarsi e procedendo con coraggio e con una grande
libertà creativa. Ho sempre cercato un metodo per rompere le sbarre che mi
costruivo io stesso. Ecco, ho il bisogno di trovare un divertimento. Se non mi
diverto, se non scopro qualcosa con me stesso, se non mi meraviglio io col mio
lavoro, dopo un po’ mi annoio e tutta l’energia crolla. Per cui è una maniera
per cercare anche di essere vivo, di non sedermi su una formula o su un metodo,
su un’identità che mi hanno dato gli altri.” <o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 11.0pt;">Sull’esposizione,
in particolare, ha affermato: “Questa mostra permette di vedere la mia opera
nel suo complesso e nella sua vastità, caratterizzata da tante sfaccettature.
Sono felice che <i>Sconfini</i> sia a Villa Manin che, in Italia, è tra i
luoghi in cui avrei sempre voluto esporre, soprattutto da quando, tanti anni
fa, appena venuto a vivere in Friuli, vidi un bellissima mostra di Tiepolo”.</span></div>
<br />
<o:p></o:p>Silvano Mezzavillahttp://www.blogger.com/profile/11022685496195740037noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-398289466532947356.post-33633507742824366752016-03-03T19:23:00.000+01:002016-03-05T09:18:49.420+01:00<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><b>FUMETTO
ITALIANO</b></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><b>Cinquant'anni
di romanzi disegnati</b></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><b>al Museo di Roma in Trastevere</b></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPQRnrR3riuKoBwbm1mEFC9ShTLSqwSX61H7EDuAIbZKKnJ57r227hfjGtsDQ2i2ieXZgO9XjEB5P8qz_OJeIVv3gMJllZv1zCUHevAwF3vTxN7KtbVUZe7tIS67plgBNoO1fkc9CqGZM/s1600/FUMIT.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="284" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPQRnrR3riuKoBwbm1mEFC9ShTLSqwSX61H7EDuAIbZKKnJ57r227hfjGtsDQ2i2ieXZgO9XjEB5P8qz_OJeIVv3gMJllZv1zCUHevAwF3vTxN7KtbVUZe7tIS67plgBNoO1fkc9CqGZM/s320/FUMIT.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div class="MsoNormal">
<div class="MsoNormal">
<b>Dal 27 febbraio al 24 aprile 2016</b>, il Museo di Roma in
Trastevere ospita una grande mostra curata da me e da
Paolo Barcucci con la consulenza scientifica di Daniele Barbieri, Sergio
Brancato, Stefano Cristante, Enrico Fornaroli, Pier Luigi Gaspa, Giulio
Giorello e Luca Raffaelli.</div>
<div class="MsoNormal">
Si intitola “Fumetto italiano. Cinquant’anni di romanzi
disegnati”; è promossa da Roma Capitale - Sovrintendenza Capitolina ai
Beni Culturali, ed è una co-produzione di Agema Corporation e ViDi.</div>
<div class="MsoNormal">
“Fumetto italiano. Cinquant’anni di romanzi disegnati” è
una panoramica sull’arte del fumetto</div>
<div class="MsoNormal">
che ha l’intento di portare all’attenzione del pubblico le
opere che, indipendentemente dalla veste editoriale e dai generi, possono
fregiarsi, per la qualità dei testi e dei disegni, della qualifica di romanzi.</div>
<div class="MsoNormal">
La panoramica, composta da quaranta romanzi grafici scritti
e disegnati da altrettanti autori,</div>
<div class="MsoNormal">
prende il via dal 1967, anno in cui iniziò la pubblicazione
di “Una Ballata del Mare Salato”,</div>
<div class="MsoNormal">
capolavoro di Hugo Pratt, in cui appare per la prima volta Corto
Maltese, e prosegue nei<br />
decenni successivi con straordinari lavori tra i quali “Sheraz-De” di
Sergio Toppi,<br />
“Le Straordinarie avventure di Pentothal” di Andrea Pazienza, “Fuochi” di Lorenzo
Mattotti,<br />
“Max Fridman” di Vittorio Giardino, “Cinquemila chilometri al secondo”
di Manuele Fior,<br />
“Dimentica il mio nome” di Zerocalcare, passando dal romanzo a
puntate ai graphic novel.</div>
<div class="MsoNormal">
L’esposizione presenta circa trecento tavole originali,
disposte in ordine cronologico, tratte<br />
da romanzi a fumetti firmato da Altan, Carlo
Ambrosini, Ausonia, Dino Battaglia,<br />
Paolo Bacilieri, Roberto Baldazzini, Sara
Colaone, Marco Corona, Elfo, Luca Enoch,<br />
Guido Crepax, Manuele Fior, Otto
Gabos, Massimo Giacon, Gabriella Giandelli,<br />
Vittorio Giardino, Francesca
Ghermandi, Gipi,Igort, Piero Macola, Magnus, Milo Manara,<br />
Lorenzo Mattotti,
Attilio Micheluzzi, Marino Neri, Leo Ortolani, Giuseppe Palumbo,<br />
Andrea Pazienza, Tuono
Pettinato, Sergio Ponchione, Hugo Pratt, Davide Reviati,<br />
Filippo Scozzari,
Davide Toffolo, Sergio Toppi, Pia Valentinis,Sebastiano Vilella,<br />
Vanna Vinci, Fabio Visintin, Zerocalcare.</div>
<div class="MsoNormal">
Sono lunghe storie d’avventura, biografie e autobiografie,
trame satiriche, trasposizioni<br />
di opere letterarie, cronache della realtà
quotidiana.</div>
<div class="MsoNormal">
E rappresentano un po’ tutte le forme editoriali che hanno
fatto conoscere “l’arte sequenziale”<br />
in questo mezzo secolo: dalle riviste
distribuite in edicola, che per più di trent’anni hanno<br />
stampato, anche a
puntate, i romanzi a fumetti, ai graphic novel, narrazioni
autoconclusive<br />
che negli ultimi anni hanno conquistato gli scaffali delle
librerie e soprattutto un pubblico nuovo.</div>
<div class="MsoNormal">
Un appuntamento imperdibile, dunque, per gli appassionati da
sempre e un’ottima occasione<br />
per chi vuole avvicinarsi e approfondire la “nona
arte” in tutte le sue molteplici espressioni.</div>
<div class="MsoNormal">
Accompagna l’esposizione un catalogo edito da Skira che,
oltre a saggi sull’argomento,<br />
porta all’attenzione del pubblico gli incipit – composti dalle
prime cinque pagine in<br />
bianco/nero e a colori - di tutti i romanzi disegnati protagonisti della mostra.</div>
</div>
</div>
Silvano Mezzavillahttp://www.blogger.com/profile/11022685496195740037noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-398289466532947356.post-14536848353397382172016-02-15T21:03:00.000+01:002016-02-15T21:03:05.460+01:00MAGNUS<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/f05g26WPLg0" width="535"></iframe><br />
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<b><span style="font-family: "arial"; font-size: 14.0pt;">LA VIDEOTECA DI
TREVISO COMICS<o:p></o:p></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<b><span style="font-family: "arial"; font-size: 11.0pt;">Magnus, 11 marzo 1995<o:p></o:p></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<i><span style="font-family: "arial"; font-size: 9.0pt;">-copyright Silvano
Mezzavilla/Treviso Comics-<o:p></o:p></span></i></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial"; font-size: 11.0pt;">A quarant’anni
esatti dalla prima edizione di Treviso Comics (28/29 febbraio 1976) prende il
via una collana di video, con brani di dichiarazioni di vari artisti del
fumetto, tutte assolutamente inedite. Si tratta di registrazioni effettuate in
occasione di “incontri col pubblico” che hanno caratterizzato la storia della
Rassegna Internazionale del Fumetto e delle Comunicazioni Visive, che si svolse
a Treviso dal 1976 al 2003. Il primo video di questa collana - presentato in
anteprima alla mostra “Magnus e l’altrove. Favole. Oriente. Leggende” svoltasi
a Bologna dal 22 novembre 2015 al 6 gennaio 2016 - contiene brani relativi alle
dichiarazioni di Roberto Raviola/Magnus videoregistrate l’11 marzo 1995 nel
corso della ventesima edizione di Treviso Comics, intitolata “Visioni”, cui
oltre a Magnus parteciparono con ampie mostre personali Franco Matticchio e
Jean Giraud/Moebius.<br />
Prossimamente “la Videoteca di Treviso Comics” offrirà alla visione del
pubblico del fumetto, sempre sul sito <a href="http://www.silvanomezzavilla.com/"><span style="color: windowtext;">www.silvanomezzavilla.com</span></a>,
gli “incontri” con Moebius, Georges Wolinski, </span><span style="font-family: "arial"; font-size: 11pt;">Frank
Margerin, Dave McKean, Franco Matticchio, Monkey Punch, Davide Toffolo, </span><span style="background-color: white; font-family: "arial"; font-size: 11pt;">Leo Baxendale, Joost Swarte, Theo Van den Boogard e altri.</span><span class="apple-converted-space" style="font-family: "arial"; font-size: 11pt;"> </span></div>
Silvano Mezzavillahttp://www.blogger.com/profile/11022685496195740037noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-398289466532947356.post-60535639565333273792015-10-22T09:56:00.000+02:002015-10-22T09:56:01.558+02:00<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<b>ETTORE SOTTSASS IN UN
FUMETTO DI MASSIMO GIACON</b></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgsElmImsDbN576cOne2O7F91F69JpIO-W2OXXoCWo0FEOqc4OU9mpdYzsEOiDvmr8q93_i7XdFMwefRQQScUDkuTu4IFmdVobqYCvPbhcw7bZfAABNRzzK9b5u9TUIkiS9Kak87Xy3RwE/s1600/Ettore.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgsElmImsDbN576cOne2O7F91F69JpIO-W2OXXoCWo0FEOqc4OU9mpdYzsEOiDvmr8q93_i7XdFMwefRQQScUDkuTu4IFmdVobqYCvPbhcw7bZfAABNRzzK9b5u9TUIkiS9Kak87Xy3RwE/s200/Ettore.jpg" width="149" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><br /></td></tr>
</tbody></table>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
E’ una biografia intrecciata a
menzioni autobiografiche l’ultimo graphic novel di Massimo Giacon.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
In esso, l’artista padovano racconta
a fumetti la vita e le geniali invenzioni di Ettore Sottsass jr.
(Innsbruck, 1917 - Milano, 2007), architetto, designer, scrittore,
fotografo (e molto altro ancora),
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
e nel contempo parla di se stesso, di
quando ebbe l’occasione di conoscere il Maestro, di frequentarlo e
di lavorare con lui. Per questo, per esplicitare un rapporto di
familiarità che, tra persone amiche, non necessita di cognomi, ha
intitolato il suo lavoro - pubblicato da 24 Ore Cultura in un volume
di 48 pagine - semplicemente “Ettore”.
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Il primo incontro con Sottsass avviene
nel 1984, quando Massimo Giacon ha ventitre anni e già da un lustro
crea fumetti ironici, dinamici, rutilanti per Il Mago, Frigidaire,
Tempi Supplementari. Proprio una di queste riviste capita
tra le mani di Sottsass.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
“Ettore - ha detto Giacon - non
era un grande lettore di fumetti, però aveva la capacità di
recepirlo istintivamente; tutto il suo modo di intendere
l’architettura e il design, in modo così poco canonico e insieme
rigoroso, potrebbe essere d’insegnamento per chiunque inizi a
disegnare e a scrivere fumetti: essere rigorosi, ma assolutamente non
dogmatici”.
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
L’assoluta originalità stilistica di
quelle vignette, colpisce Sottsass che convoca il giovane cartoonist
a Milano, nel suo studio, dove, per un cliente straniero, sta
progettando “un ristorante in California, un ristorante speciale
dove si mangia cucina internazionale; un ristorante con un labirinto
di siepi, dove ci si conosce, si fa all’amore, dove si canta e si
balla!”.
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Alla proposta di raccontare tutto
questo con i fumetti, Giacon risponde realizzando sei pagine di una
storia che intitola “Snaporazz Restaurant”.
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Anche se il progetto non andrà in
porto e se le tavole non verranno accettate dal cliente, esse
entusiasmeranno Ettore Sottsass e daranno il via ad una lunga
collaborazione artistica.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Sottsass è il Maestro che nel corso di
una attività artistica iniziata fin dagli ultimi anni quaranta, ha
posto la sua firma su innumerevoli prodotti, concepiti per elevare il
livello del gusto del fruitore - dalle macchine per scrivere Praxis
48 e Valentine allo specchio sinuoso Ultrafragola , dalla libreria
Casablanca alle sculture di luce per le Vetrerie Venini, oltre a vasi
di ceramica, televisori, specchi - tutti esposti ed ammirati nei più
prestigiosi musei d’arte moderna.
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Massimo Giacon, l’Allievo, oltre a
disegnare comics (e nel contempo far parte dell’art-rock band I
Nipoti del Faraone) viene coinvolto nelle produzioni artistiche degli
“atelier” che Sottsass ha fondato - lo studio Alchimia e, in
particolare, il Gruppo Memphis - dove inizia a cimentarsi nel design
e nell’architettura. “Prima di incontrare Ettore erano una cosa
noiosa, quella che bisognava mettere nei fumetti giusto perché gli
spazi non sembrassero troppo vuoti. Ettore, senza farmelo pesare
troppo, ma introducendomi nel suo mondo, mi ha fatto capire anche un
po’ di più di cos’era la progettazione e l’ha fatto da bravo
maestro, di quelli che non ci sono più , quelli che quasi non hanno
bisogno di dirti le cose, di spiegarti come vanno fatte, ma
semplicemente di mostrartele nelle giusta luce”.
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Graphic novel davvero imperdibile,
paradigma di splendida metanarrazione, “Ettore” (24 Ore cultura,
euro 17,90) chiude con un’ultima dichiarazione di Massimo Giacon,
piena di affetto e di riconoscenza: “ Ogni tanto mi capita di
trovare bambini che mi chiedono se ho conosciuto supereroi, visto che
disegno fumetti. Ettore è stato l’unico vero supereroe che io
abbia mai conosciuto. Il supereroe che aveva il potere di ascoltare
la voce delle cose”.</div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
Silvano Mezzavillahttp://www.blogger.com/profile/11022685496195740037noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-398289466532947356.post-86696832598414884602015-06-10T15:49:00.004+02:002015-06-10T15:50:06.629+02:00<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: x-small;">9
giugno 2015</span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="font-size: small;"><b>IL
CORRIERE DEI PICCOLI VA ALLA GUERRA</b></span></span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-PkApuMX3GBc6SLgCrAB8JF44cT0q1FLMQIVxgeXuySM3NDHbQe_0Lk50ef6R45SlYYQHCr9R7lQ45hUT8TyHD3tJS9nmrR4BbYHlNmp5s3Wa33hl4Kua1kBXd2toIa5Yqz932hNI1pk/s1600/Il-Corriere.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-PkApuMX3GBc6SLgCrAB8JF44cT0q1FLMQIVxgeXuySM3NDHbQe_0Lk50ef6R45SlYYQHCr9R7lQ45hUT8TyHD3tJS9nmrR4BbYHlNmp5s3Wa33hl4Kua1kBXd2toIa5Yqz932hNI1pk/s200/Il-Corriere.jpg" width="143" /></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: x-small;">Negli
stessi giorni in cui, cent'anni fa, l'Italia dichiarava guerra
all'impero austro-ungarico, prendeva il via una capillare campagna
propagandistica volta a rappresentare la contesa come il doveroso
coronamento delle speranze risorgimentali, come uno strumento di
liberazione e di purificazione, come una ineludibile necessità
morale. </span></span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: x-small;">Tra
le varie forme di comunicazione utilizzate per creare il consenso e
coinvolgere emotivamente la popolazione, le immagini disegnate ebbero
un ruolo fondamentale. </span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: x-small;">Dai manifesti, veementi figure puntavano
l'indice e lo sguardo ingiungendo l'arruolamento o la sottoscrizione
del prestito alla Patria; le cartoline raffiguravano bandiere
tricolori e soldati spavaldi in marcia per il fronte; nei giornali,
erano le vignette satiriche (dove gli avversari venivano
rappresentati in forme grottesche e caricaturali) a catturare
l'attenzione dei lettori e a procurare liberatorie risate. I fumetti,
in quel particolare contesto, ebbero un ruolo determinante. Ancor
prima del 1918 - quando trovarono ospitalità anche nei “giornali
di trincea”, voluti dal Comando Supremo per rincuorare i fanti in
attesa della battaglia - fumetti concepiti per alimentare l'amor
patrio nei giovani e creare entusiasmo di fronte all'epopea militare
occupavano molte pagine del Corriere dei Piccoli, settimanale dei
figli della piccola borghesia, fin da subito allineato - come il
Corriere della Sera e la Domenica del Corriere - con le ragioni
dell'interventismo.</span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: x-small;">Il
Corrierino aveva chiamato a raccolta i suoi migliori artisti - in
primis Attilio Mussino, famoso per le illustrazioni di Pinocchio, e
Antonio Rubino, dallo stile ascrivibile al filone liberty, e poi
Gustavo Rosso, Mario Mossa De Murtas, Guido Moroni Celsi -
incaricandoli di creare nuovi personaggi, per lo più piccoli
campioni di italiche virtù, discendenti diretti dei tamburini sardi
e dei piccoli scrivani deamicisiani, resi protagonisti di storie in
cui venivano enfatizzate le imprese vittoriose del regio esercito e
nel contempo messe alla berlina le truppe avversarie assieme ai loro
inetti comandanti. Così, per avallare la Guerra, sul palcoscenico
delle vignette apparvero tanti inediti “eroi di carta”,
accompagnati, come d'abitudine, da ottonari a rima baciata. Si
chiamavano Schizzo, bimbetto che, emulando Little Nemo dell'americano
Winsor McCay, si addormentava sognando di marciare insieme agli
alpini o di affiancare il genarale Cadorna nel crepitar dei cannoni;
Luca Takko, che non perdeva occasione per sbeffeggiare Bombardone,
truce generale nemico; Italino, contadinello del Trentino, inventore
di esilaranti scherzi ai danni dell'arciduca austriaco Otto Kartofel
e della sua goffa figlia Kate; Abetino, soldato di legno, ma capace
di sconfiggere, con l'acume, l'odioso esercito dell'imperatore
Arcipiombo.</span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: x-small;">La
produzione fumettistica del Corrierino tra il 1915 e il 1915 è
diventata motivo di indagine storica, iconografica e critica da parte
della coneglianese Camilla Peruch e della vittoriese Sonia Santin,
entrambe laureate in Lettere a Cà Foscari, che assieme hanno
realizzato un prezioso libretto intitolato ”Il Corriere dei Piccoli
va alla guerra”. In 96 pagine, affollate di tavole a colori, le due
ricercatrici ripercorrono la storia del settimanale dal 1908, quando
debuttò, alla fine del conflitto, raccontando di fumetti e non solo,
affiancando i pupazzetti prodotti della propaganda alla cronaca
dolorosa e veritiera dei fatti, encomiando l'arte dei disegnatori,
mettendo a nudo i travisamenti pedagogici e le formule vuote della
retorica coeva. </span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: x-small;">“Il Corriere dei Piccoli va alla guerra” (euro
12,00), pubblicato dall'editore Kellermann di Vittorio Veneto (nel
cui catalogo sono presenti vari testi su eventi legati al primo
conflitto mondiale) è stato utilizzato anche per accompagnare la
mostra “1915-1918, il Corriere dei piccoli racconta...” allestita
a Redipuglia durante lo scorso maggio e ora in procinto di diventare
itinerante.</span></span></div>
Silvano Mezzavillahttp://www.blogger.com/profile/11022685496195740037noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-398289466532947356.post-15130549051255298782015-05-01T17:42:00.002+02:002015-06-01T09:43:58.472+02:00<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><b>LINUS:
MEZZO SECOLO DI FUMETTI D'AVANGUARDIA</b></span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-Hp5LjgzmgGM/VUOeiu9SbzI/AAAAAAAAAdQ/olrM-04x4t4/s1600/Lunus-1.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"></a><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirIy5VzrQgcWUDnrPiItwoG8TyKXcN76ry2QDdpryBhlnbpYkWB9KUojZpAQhx3Kjlxk4_WdYUP_kxrapnP2lXtxJeaT-HPIs0tfJDc7sPmFBnZDhRt0NnfdXLC457FFH6rwVORRH-F-g/s1600/linus+1.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirIy5VzrQgcWUDnrPiItwoG8TyKXcN76ry2QDdpryBhlnbpYkWB9KUojZpAQhx3Kjlxk4_WdYUP_kxrapnP2lXtxJeaT-HPIs0tfJDc7sPmFBnZDhRt0NnfdXLC457FFH6rwVORRH-F-g/s200/linus+1.jpg" width="143" /></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: 'Times New Roman', serif;">Cinquant’anni
fa, l'1 aprile 1965, Linus – la prima rivista di fumetti rivolta ad
un pubblico colto e adulto – faceva il suo esordio in edicola.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">A
tenerla a battesimo erano intellettuali come Elio Vittorini, Oreste
del Buono e Umberto Eco che, nelle pagine d'apertura, disquisivano di
letteratura americana e comics, arrivando ad equiparare lo stile
narrativo di J.D. Salinger, autore del romanzo “Il Giovane Holden”,
a quello di Charles Schulz, cartoonist che nel 1950 aveva dato vita
alla serie Peanuts. </span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">E
proprio ai Peanuts la rivista era in vari modi dedicata. </span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Per
titolo usava il nome di Linus Van Pelt (che campeggiava in copertina,
abbracciato alla sua coperta), perchè facile da ricordare, e,
all'interno, pubblicava le strip interpretate da Charlie Brown,
Linus, Lucy, Schroeder, Pig Pen, Sally, Piperita Patty e Snoopy,
capaci, grazie alla varietà caratteriale dei personaggi e a vicende
in bilico tra poesia e disincanto, di suscitare la risata, ma anche
di rappresentare nitidamente le ossessioni e le debolezze della
società contemporanea.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Oltre
ai Peanuts, quel primo numero conteneva le strisce umoristiche di
Popeye, Li'l Abner e Krazy Kat (splendidamente tradotte in italiano
da Franco Cavallone e Ranieri Carano); poi dava conto del primo
Salone Internazionale dei Comics, svoltosi a febbraio a Bordighera, e
infine rendeva omaggio ad Antonio Rubino, autentico maestro
dell'illustrazione.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
“<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Cercheremo
- assicurava Giovanni Gandini, scrittore, libraio, titolare delle
edizioni Milano Libri e direttore della rivista – di presentare al
pubblico italiano quei fumetti che ancora non conosce, di rivelargli
scoperte di tutto il mondo, di tenerlo informato su quanto avviene e
si dice in questo campo”. </span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Per
mantenere fede a questa “missione”, già nel secondo numero,
Linus pubblicava una storia in più puntate scritta e disegnata da un
esordiente: il trentaduenne Guido Crepax, molto noto nell'ambito
della grafica e della pubblicità, ma praticamente sconosciuto ai
fumettomani. </span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Il
racconto, intitolato “La curva di Lesmo”, per due episodi ebbe
per protagonista “Neutron” – identità segreta del critico
d'arte Philip Rembrandt, ma alla terza uscita, l'attenzione
dell'autore si spostò su un personaggio femminile di nome Valentina.
Con lei, non solo prendeva forma una raffinata interprete
dell'erotismo grafico, ma soprattutto si affermava uno stile estetico
e narrativo assolutamente inedito, attento ai dettagli,
rivoluzionario nella formulazione delle vignette, nella disposizione
armoniosa delle sequenze, nella stesura del nero di china sulla
pagina bianca. </span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Con
Valentina, la popolarità della rivista decollò. </span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Linus
– anche attraverso i suoi innumerevoli supplementi – fece via via
conoscere le migliori serie italiane e straniere (impossibile citare
qui tutti i personaggi apparsi su quelle pagine); favorì
l'emulazione e la nascita, non solo in Italia, di pubblicazioni
similari; diede l'opportunità a tanti grandi artisti – da Dino
Battaglia e Sergio Toppi, da Hugo Pratt a Milo Manara – di
esprimere al meglio la loro creatività; scoprì autori – basta
citare Copi, Altan, Andrea Pazienza, Lorenzo Mattotti – che
sarebbero entrati nell'Olimpo della “letteratura disegnata”. </span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Nel
corso di questi cinquant'anni la rivista ha cambiato varie volte
formato e marchio editoriale, ma è sempre rimasta fedele alla
“missione” culturale che si era data all'esordio. </span>
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Ancora
oggi – pubblicata da Baldini e Castoldi e diretta da Stefania Rumor
(dopo Gandini, Oreste del Buono e Fulvia Serra) – rimane uno spazio
prezioso e imprescindibile per chi ama il fumetto e le sue
avanguardie. Buon compleanno, Linus!</span></div>
Silvano Mezzavillahttp://www.blogger.com/profile/11022685496195740037noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-398289466532947356.post-61325645840416178672015-05-01T17:40:00.002+02:002015-05-01T17:40:10.013+02:00<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><b>UN
BRACCHETTO FILOSOFO DI NOME SNOOPY</b></span></span></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhN8Y6TNK0uJI1VjNOTBFP8F1Kt9i73Tp6BAwTWhTPvew38SBqvWYXZlDyPZuhPj3jJHEYlEKZ_tTnrEX4qhlcDxDy45qd5DqTA_OgQjwokxEMG_dfN11sdpaz_Sze3Zb9BjQYAWQ2hgWM/s1600/Sn.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhN8Y6TNK0uJI1VjNOTBFP8F1Kt9i73Tp6BAwTWhTPvew38SBqvWYXZlDyPZuhPj3jJHEYlEKZ_tTnrEX4qhlcDxDy45qd5DqTA_OgQjwokxEMG_dfN11sdpaz_Sze3Zb9BjQYAWQ2hgWM/s1600/Sn.jpg" height="200" width="139" /></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;">Talvolta,
a bordo di un biplano Sopwith Camel, vola sui cieli di Francia per
dare la caccia al Barone Rosso; altre volte, con occhiali da sole e
maglione a collo alto, si trasforma in Joe Falchetto, lo studente più
figo del college, e staziona nel corridoio ad adocchiare le ragazze;
spesso diventa scrittore e batte a macchina romanzi che iniziano
sempre con la medesima frase: “Era una notte buia e tempestosa...”.
</span></span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;">Nulla
è precluso alla fantasia di Snoopy, il bracchetto (anzi, il cane di
razza beagle) più famoso del fumetto, amatissimo personaggio della
serie Peanuts oltre che protagonista dell'immaginario di giovani e
adulti di almeno tre generazioni.</span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;">I
lettori possono immedesimarsi nel maldestro Charlie Brown,
nell'intellettuale Linus o nella petulante Lucy, ma è poi lui,
Snoopy, a raccogliere il loro affetto, a farli ridere, a sbalordirli
con improvvisi cambi di identità, a dispensare loro pillole di
saggezza ed aforismi degni di un filosofo.<br />Creato da Charles M.
Schulz nella striscia datata 4 ottobre 1950, Snoopy è, per una
manciata d'anni, una figura marginale, semplicemente il cane di
Charlie Brown; si affermerà come “character” dotato di una
propria, originale personalità, nel 1956, quando non solo si erge
sulle zampe posteriori e si mette a danzare per esprimere la propria
gioia, ma soprattutto sfodera quella inesuaribile immaginazione che
gli darà modo di conquistare un ruolo di primissimo piano nei
fumetti come nei cartoni animati, tanto che la sua immagine,
riprodotta in infiniti oggetti d'uso quotidiano, diventerà popolare
in ogni parte del mondo. </span></span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;">In
attesa che proprio in questo 2015, a sessantacinque anni dalla prima
apparizione, arrivi sugli schermi il film “Snoopy & Charlie
Brown: A Peanuts Movie”, Magazzini Salani ha pubblicato il libro
“La filosofia di Snoopy” (euro 16,90) che contiene oltre 1600
strisce, per la prima volta nel formato classico della narrativa
bestseller. Snoopy, ovviamente, è in scena dalla prima all'ultima
strip: in ognuna di esse c'è una battuta illuminante, un'arguzia
inaspettata, una frase o una situazione capace di offrire a noi
lettori non pochi motivi per meditare, per sorridere e, magari, per
cercare di essere felici.</span></span></div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
Silvano Mezzavillahttp://www.blogger.com/profile/11022685496195740037noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-398289466532947356.post-60577708755436964822015-05-01T17:38:00.000+02:002015-05-01T17:38:08.563+02:00<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><b><span style="background: #ffffff;">COLPI
DI CODA: IL GENIO SATIRICO DI ALTAN IN DUECENTO VIGNETTE</span></b></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJQuiEX8tHs9nv7Yizzf4aHLHScrcA95MjHGdY5ZhajDjHEYb5577vTIqTo-V8XUM424FvkAgPQFLZbFkZsZR0gCsBHTFV1l2WgFjaaalNtC4Cpx-17KSv-uquNBRL538msGoD5vtsHCQ/s1600/Alt.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJQuiEX8tHs9nv7Yizzf4aHLHScrcA95MjHGdY5ZhajDjHEYb5577vTIqTo-V8XUM424FvkAgPQFLZbFkZsZR0gCsBHTFV1l2WgFjaaalNtC4Cpx-17KSv-uquNBRL538msGoD5vtsHCQ/s1600/Alt.jpg" height="200" width="143" /></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: white; font-family: 'Times New Roman', serif;">In
copertina, un uomo, pantaloni abbassati, sta seduto sul water. Volge
lo sguardo a noi e dichiara: “Aspetto fiducioso il decreto Sblocca
Italia”. </span><span style="background-color: white; font-family: 'Times New Roman', serif;">Poche
pagine dopo, una ingenua bimbetta interroga il padre: “Cos’è un
saggio?” e lui che essendo adulto sa bene come vanno le cose
risponde: “Un vecchietto che non si ricorda quello che ha fatto da
giovane”. </span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="background: #ffffff;">Più
avanti, due uomini </span></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;">fissano
il futuro; uno sgrana gli occhi e atterrito esclama: “Siamo
sull’orlo del baratro!” al che l’altro, imperturbabile, gli
propone un lapidario: “Goditi il panorama”.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Queste
e altre duecento immagini accompagnate da battute esilaranti e
taglienti compongono Colpi di Coda (Gallucci Editore, euro 13),
recentissimo libro che raccoglie le vignette realizzate negli ultimi
due anni per l’Espresso e Repubblica da Francesco Tullio Altan,
ovvero il più geniale autore satirico italiano. </span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Come
nelle antologie precedenti, anche qui è ritratta un'umanità
scalcinata che sguazza nell'ignavia, composta da genitori patetici,
da casalinghe sciatte e sfiduciate, da adolescenti impazienti di
emulare i padri ottusi, da tristi pensionati (“Aspetto sulla riva
del fiume. Passano solo amici”), oltre che da prelati e generali,
da burocrati e portaborse, da feroci parolai e da cialtroni d'ogni
sorta (“Sono un leccaculi, ma non si trova più un culo che valga
la pena”), da politicanti pigri mentalmente e violenti verbalmente,
insomma da una comunità variegata in cui la società italiana
(“L'italiano è un popolo straordinario. Mi piacerebbe tanto che
fosse un popolo normale” recitava, in una vignetta di tanto tempo
fa, una sua donnina atarassica e nuda) può specchiarsi per ridere
del proprio aspetto e magari provare un po' di ribrezzo. </span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Ecco,
ad Altan (nascita a Treviso nel 1942, studi a Venezia e Bologna,
esperienze cinematografiche a Roma e in Brasile, residenza ad
Aquileia) i suoi connazionali dovrebbero essere grati: da
quarant'anni, attraverso strip, fumetti e vignette, consegna loro
preziose pillole di saggezza e di umorismo, commenti illuminanti
(sebbene urticanti), concetti filosofici e battute folgoranti, utili
a stimolare il senso critico e magari a indurre un “colpo di coda”
che porti tutti noi lontano dal mare melmoso in cui siamo
impantanati.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">In
Colpi di Coda, le vignette del capitolo finale hanno per protagonista
il Cavalier Banana (“Come potete verificare, l'aria come la friggo
io non la frigge nessuno”) con tanto di Dudù e con l'ombrello
usato per infierire sui sudditi, ora, finalmente infilato nelle sue
natiche.</span></div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Il
premier attuale, invece, è citato in una sola, ma più che azzeccata
vignetta: un uomo e una donna “di sinistra” dialogano; lui fa:
“Matteo scatenato, comincia presto, finisce presto” e lei, che la
sa lunga: “E non pulisce il water!”.</span></div>
Silvano Mezzavillahttp://www.blogger.com/profile/11022685496195740037noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-398289466532947356.post-19615423453418966592015-05-01T17:35:00.002+02:002015-05-01T17:35:20.573+02:00<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<b>ROMANZI A FUMETTI, TRA
INQUIETUDINE, STORIA E RICORDI</b></div>
<br />
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiezP1IyNmJyLDu4CRkwKJG-weD6zQkQvJZPT9-Nyrqcuxd6KRVbgotPW_1CcaXRw5zBdyM2dwPoDwwdlAORsFP0U0_GvX1zRXqvPfrVVF7gccjCcpv9E5GehQXRSUA5hm3onrXo76wp4o/s1600/J.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiezP1IyNmJyLDu4CRkwKJG-weD6zQkQvJZPT9-Nyrqcuxd6KRVbgotPW_1CcaXRw5zBdyM2dwPoDwwdlAORsFP0U0_GvX1zRXqvPfrVVF7gccjCcpv9E5GehQXRSUA5hm3onrXo76wp4o/s1600/J.jpg" height="200" width="146" /></a>Premiato a Lucca Comics come miglior
Graphic Novel, “Jaybird” dei fratelli finlandesi Lauri e Jaakko
Ahonen, è un romanzo a fumetti capace di incantare lo sguardo e la
mente dei lettori. Racconta, con immagini di forte impatto emotivo e
con sequenze permeate di silenzi solo raramente interrotti da
scarnissimi dialoghi, la storia di un piccolo pennuto antropomorfo
costretto dalla madre malata a vivere recluso in casa, con le porte
sprangate, circondato dalle immagini di avi tenebrosi e, soprattutto,
oppresso dalla paura di oscure minacce. Prodotto con fondi raccolti tramite la
rete e subito diventato un successo internazionale, “Jaybird”è
stato portato in Italia da Stefano Gorla, direttore dei periodici a
fumetti dell'editrice San Paolo, che lo ha pubblicato come numero
speciale del mensile Super G dello scorso maggio. Ora, grazie al
prestigioso premio (condiviso con “La gigantesca barba malvagia”
edito da Bao Publishing), l'opera è tornata reperibile nelle
fumetterie, richiesta da chi nei fumetti, oltre alla qualità grafica
e narrativa,cerca chiavi per interpretare la natura
dell'uomo e spunti inconsueti per riflettere sui rapporti sociali o,
come in questo caso, famigliari.</div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhVsS6cZBFa-rJg3XndNq8IyTGu4umGFZ7qaN4IPNfFqKFnYh65CT8h7uyCQlXf0kMQ00i0wa0t2wPNSN62gemmvp9wn5PXO34ZcRAbFtfDLlGQUN26QYpb6wdnYPIAEE8h3N5LAYCkh7s/s1600/quaderni-ucr.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhVsS6cZBFa-rJg3XndNq8IyTGu4umGFZ7qaN4IPNfFqKFnYh65CT8h7uyCQlXf0kMQ00i0wa0t2wPNSN62gemmvp9wn5PXO34ZcRAbFtfDLlGQUN26QYpb6wdnYPIAEE8h3N5LAYCkh7s/s1600/quaderni-ucr.jpg" height="200" width="141" /></a>E', invece, cronaca dolorosa di una
guerra in corso, il libro “Quaderni ucraini”(Coconino Press)
uscito in nuova edizione proprio in occasione del festival lucchese.
Contiene il resoconto per immagini di un viaggio durato due anni, che
ha portato Igort (raffinato autore di fumetti, in primo piano sulla
scena del fumetto dal più di trent'anni) fra la gente dell'Ucraina,
a raccogliere ricordi e testimonianze, ad illustrare brani di storia
personale e collettiva, a svelare drammi e tragedie, con la vividezza
rappresentativa che la scrittura grafica possiede.
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_QdSJMKWfwjye4iiyiM_kafPWDFTjvGG3Kl0iQBJ_fMrIzrHrcLeyT8g6K2ySoJBG9YMDD3gvpdD5lwE6V_cHXMTnJK-yvJkkXFNv_qyJkfnJAA6qMcaZSZyN-aA0OzMAi0a1F-ceAZ4/s1600/Kosovo.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_QdSJMKWfwjye4iiyiM_kafPWDFTjvGG3Kl0iQBJ_fMrIzrHrcLeyT8g6K2ySoJBG9YMDD3gvpdD5lwE6V_cHXMTnJK-yvJkkXFNv_qyJkfnJAA6qMcaZSZyN-aA0OzMAi0a1F-ceAZ4/s1600/Kosovo.jpg" height="200" width="149" /></a>La guerra aleggia anche su “Ritorno
in Kosovo”, altro recente esempio di “graphic journalism”, che
il critico Pier Luigi Gaspa ha tradotto e fatto pubblicare in un
elegante cartonato da 001 Edizioni. Scritto da Gani Jakupi,
fumettista e compositore kosovaro, e disegnato con acquerelli e
pastelli colorati da Jorge Gonzalez, il libro ripercorre gli eventi
bellici nella ex Jugoslavia, raccogliendo le voci di chi ha vissuto
quei drammi in prima persona e che ancora piange la propria famiglia
massacrata o dispersa.
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhs6RmDfr0t2zBZjKJ27ePdSnFWZg1n5P9US9GKM7MZIV-GB43ZQ0MOU2MWaY_QSJXETvr7HNj5quIRH1fEJYirNkmymRQlNzIOkPapUM-ROjj-yW0k0zWIWQlSMLlNEIOwaZYByItTXp4/s1600/memorie.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhs6RmDfr0t2zBZjKJ27ePdSnFWZg1n5P9US9GKM7MZIV-GB43ZQ0MOU2MWaY_QSJXETvr7HNj5quIRH1fEJYirNkmymRQlNzIOkPapUM-ROjj-yW0k0zWIWQlSMLlNEIOwaZYByItTXp4/s1600/memorie.jpg" height="200" width="148" /></a>Di ricordi di epoche passate e di
oggetti che le rappresentano – armi, costumi, arazzi, porcellane –
narra il romanzo a fumetti “Memorie di Iris” (Hikari Edizioni),
voluto da James M. Bradburne, direttore della fondazione Palazzo
Strozzi – affiancato da Wanny di Filippo delle pelletterie il
Bisonte – per far conoscere al pubblico italiano, e non solo, il
Museo Stibbert che, a Firenze, custodisce una pregevole collezione di
armature nipponiche.
</div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
L'incarico di realizzare l'opera è
stato assegnato a Keiko Ichiguchi, saggista e disegnatrice
giapponese, da vent'anni in Italia (è sposata con Andrea Venturi,
uno dei più apprezzati illustratori di Tex Willer). In perfetto
stile manga, Keiko ha composto una storia commovente e fantastica in
bilico tra il dickensiano Cantico di Natale e la trama del film Una
Notte al Museo.</div>
Silvano Mezzavillahttp://www.blogger.com/profile/11022685496195740037noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-398289466532947356.post-5463257322615327032015-05-01T17:24:00.004+02:002015-05-01T17:24:59.410+02:00<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: 11pt;"><b>DIMENTICA
IL MIO NOME: ZEROCALCARE FIRMA UN ALTRO BEST SELLER</b></span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUopQreRY_xL6nXNbpVkQUJhtoR8DvGuCEX-dVETDMTj6EjdIZzh5bVoTq-qsFc8NrSrc8aBGXQxPHhDxrU2xhEq080kgfmnq_5RozISfa8rsVEA3RMEQQ6H5vGYXEKgZCSAcBm-2xNcE/s1600/Ze.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUopQreRY_xL6nXNbpVkQUJhtoR8DvGuCEX-dVETDMTj6EjdIZzh5bVoTq-qsFc8NrSrc8aBGXQxPHhDxrU2xhEq080kgfmnq_5RozISfa8rsVEA3RMEQQ6H5vGYXEKgZCSAcBm-2xNcE/s1600/Ze.jpg" height="200" width="136" /></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 11pt;">Tutto
inizia nel 2011 con “La Profezia dell'Armadillo”.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: 11pt;">Nel
giro di pochi mesi quel libro a fumetti – somma di brevi storie
ironiche ambientate nel quartiere romano di Rebibbia – vende, nella
versione in bianco e nero e successivamente in quella a colori, quasi
cinquantamila copie.</span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: 11pt;">L'autore
si firma Zerocalcare (all'anagrafe Michele Rech, nato nel 1983) ed è
un giovane artista conosciuto per un fumetto su</span></span><span style="color: #252525;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: 11pt;">lle
giornate del G8 di Genova </span></span></span><span style="color: blue;"><span style="color: #0b0080;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: 11pt;">(</span></span></span></span><span style="color: #0b0080;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: 11pt;">alle
quali, diciasettenne,</span></span></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: 11pt;">
aveva preso parte), per le copertine disegnate per gruppi punk e per
manifesti</span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: 11pt;">
di centri sociali, per le illustrazioni e le vignette create per il
quotidiano Liberazione, per Repubblica XL, per la rivista Canemucco
e per il suo blog a fumetti, visitato ogni giorno da migliaia di
persone.</span></span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: 11pt;">Poi,
tra il 2012 e il 2013, in rapida successione, Zerocalcare da alle
stampe altri tre clamorosi best seller – “Un Polpo alla Gola”,
“Ogni maledetto lunedi su due”, “Dodici” – sempre affollati
di riferimenti autobiografici, di temi legati alla quotidianità, di
allusioni alla cultura pop (oltre che di paranoie e di gag
satiriche), sempre interpretati dai medesimi personaggi (testimoni di
una generazione precaria, arrabbiata, con poche speranze sul futuro)
ovvero l'autore stesso, l'armadillo (amico invisibile, animale
corazzato, ideale per rappresentare la coscienza critica ), Secco,
l'amico in carne e ossa che vive di giochi on line, oltre a Lady
Cocca (la madre), i compagni di scuola, i vicini di casa, perfino una
folla di zombi intezionati a invadere Rebibbia.</span></span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: 11pt;">L'ultimo
libro della serie </span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: 11pt;">si
intitola “</span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: 11pt;">Dimentica
il mio nome” (edito come gli altri da Bao Publishing), presentato
ufficialmente a Lucca Comics, ma distribuito nelle librerie fin dal
16 ottobre, che sembra destinato a battere ogni precedente record di
vendita. </span></span></span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: 11pt;">La
storia possiede una struttura originale e solida, fluida e avvincente
grazie all'amalgama tra i piani narrativi e gira attorno a
rocambolesche vicende famigliari, a nomi e a identità che cambiano
di continuo, a segreti insopettabili che dopo la morte della nonna
emergono dal passato come ombre inquietanti e minacciose. </span></span></span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: 11pt;">Corona
il successo di Zerocalcare e dei suoi lavori, l'inizio delle riprese
di un film in cui l'attore Valerio Mastrandrea debutta come regista,
e che è tratto da “La profezia dell'Armadillo”, da cui tutto
prese il via.</span></span></span></div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
Silvano Mezzavillahttp://www.blogger.com/profile/11022685496195740037noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-398289466532947356.post-7396082839660235072015-01-02T13:19:00.003+01:002015-01-02T13:19:43.612+01:00<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: x-small;">2
gennaio 2015</span></span></div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;"><b>LIBRI
A FUMETTI DAL NORD EST</b></span></span></div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjuN0QR_2NtvZAvFhgKBrOLRr1dr6UqbYMcnQIZ9gWa5VX-LIlqbpbCI2BTw80t_6WAPVeqRe8LOXv0IbWcE3m21UbR96J5eVmyKhDpRoFUcuNosx9wEp8cSpRl0yMiF_5SmjyTsrKfA7c/s1600/The+War.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjuN0QR_2NtvZAvFhgKBrOLRr1dr6UqbYMcnQIZ9gWa5VX-LIlqbpbCI2BTw80t_6WAPVeqRe8LOXv0IbWcE3m21UbR96J5eVmyKhDpRoFUcuNosx9wEp8cSpRl0yMiF_5SmjyTsrKfA7c/s1600/The+War.jpg" height="221" width="320" /></a></div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Veterani
e giovani talenti del fumetto “made in nord-est”, con i loro
libri freschi di stampa, anche quest’anno hanno preso parte
numerosi a Lucca Comics and Games, la più importante manifestazione
europea del settore.</span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Il
veneziano Stelio Fenzo, classe 1932 (già illustratore per il
Vittorioso e per l’editrice inglese Fleetway oltre che disegnatore
dei personaggi Capitan Moko, Kiwi e Capitan Cormorant, creati da Hugo
Pratt, e di fortunate serie per Il Giornalino e per l’Edifumetto)
ha presentato il volume “Raquel” (Edizioni Voilier, euro 16,90)
che sicuramente farà la gioia dei nostalgici delle eroine sexy in
voga negli anni sessanta. Si tratta, infatti, della ristampa di
un’avventura western, sceneggiata da Paolo Trivellato, in cui
l’avvenente protagonista gira per la prateria senza troppi
indumenti addosso, intenzionata a fare la pelle ai manigoldi che
l’hanno violentata dopo averle ucciso il marito. </span></span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Laura
Scarpa (Venezia, 1957), artista del fumetto dalla fine degli anni
settanta, inoltre curatrice di giornali per bambini e di riviste
(Scuola di Fumetto, Animals) attive nella divulgazione della
“letteratura disegnata”, a Lucca ha portato un delizioso albo
intitolato “The War Painter” (richiedibile sul sito
</span></span><span style="color: blue;"><u><a href="http://www.laurascarpa.com/"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">www.laurascarpa.com</span></span></a></u></span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">)
composto dagli acquerelli da lei realizzati con notevole maestria e
palese adesione emotiva per la rivista digitale Aces Weekly. La
storia, ambientata sulle Alpi nella primavera del 1916, è un omaggio
ai pittori di guerra che durante il primo conflitto mondiale, vennero
mandati al fronte, nelle fila dell’esercito austroungarico, per
disegnare scene di battaglia e di vita in trincea. </span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Anche
il pordenonese Paolo Cossi racconta la Grande Guerra nel libro “1914,
io mi rifiuto!” (Hazard Edizioni, euro 10). In quarantasei pagine,
i testi e i disegni intrecciano gli eventi storici con le vicende di
gente comune e si soffermano sulla figura di Ernst Friedrich,
libertario e antimilitarista, che, nel 1924, pubblicò una serie di
crude fotografie di corpi dilaniati, per denunciare gli orrori della
guerra e l’ipocrisia di chi l’aveva voluta. Il graphic novel è
stato concepito per affiancare la mostra itinerante “Il fronte di
fronte”, ideata dalla Pro Loco di Canal San Bovo (Trento) in modo
che i drammi vissuti dai popoli non vengano dimenticati. </span></span>
</div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">La
definizione romanzo grafico vale pure per “Gli amari consigli”
pubblicato da Bao Publishing (euro 15) e firmato dal ventinovenne
veronese Nicolò Pellizzon. Qui, in vignette gremite di colori
rutilanti, Sara, la protagonista, è spinta dalla precarietà del
lavoro e dalla fragilità dei rapporti sociali a rifugiarsi in
visioni fantastiche ed inquietanti. Dai meandri del suo inconscio
sgorgano (e sulla pagina prendono forma) immagini apocalittiche,
simboli di tenebrose superstizioni, metafore di una realtà
quotidiana impotente, ma capace di indurre la follia.<br />Lucca,
infine, ha offerto al disegnatore veneziano Emanuele Tenderini e alla
co-autrice Linda Cavallini la platea ideale per la presentazione di
“Lumina”, ambizioso fumetto fantasy, primo al mondo a essere
realizzato con una tecnica cromatica e stilistica digitale denominata
Hyperflat, capace di enfatizzare le prospettive e di rendere davvero
spettacolari le inquadrature.</span></span></div>
Silvano Mezzavillahttp://www.blogger.com/profile/11022685496195740037noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-398289466532947356.post-13534356677942106522015-01-02T13:13:00.000+01:002015-01-02T13:13:09.525+01:00<div style="background: white; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial; font-size: 9pt;">30
dicembre 2014<o:p></o:p></span></div>
<div style="background: white; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="background: white; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<b><span style="font-family: Arial; font-size: 11pt;">NATALI NERI di Fabio
Visintin </span></b><span style="font-family: Arial; font-size: 11.0pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjuw-pky3NQ21j1qXP-GF6n-i8kkr6IK8U47KnnxxSzuQeBOYKfEzaDAlH20o1dxZsrk_Rq6kSBNF-dAWWCeQR4q9IFyPg3pm_OQzckFYe3lQNtj6m8FTzuLPEIJllzmhMFfhTrHcCpxlc/s1600/Natali.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjuw-pky3NQ21j1qXP-GF6n-i8kkr6IK8U47KnnxxSzuQeBOYKfEzaDAlH20o1dxZsrk_Rq6kSBNF-dAWWCeQR4q9IFyPg3pm_OQzckFYe3lQNtj6m8FTzuLPEIJllzmhMFfhTrHcCpxlc/s1600/Natali.jpg" height="320" width="225" /></a></div>
<div style="background: white; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Arial; font-size: 11.0pt;">“Natali
Neri e altre storie di guerra” appartiene alla categoria dei libri a fumetti
indispensabili. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Arial; font-size: 11.0pt;">Serve a
coloro che amano fermare lo sguardo su immagini coinvolgenti, capaci di evocare
sia l'essenza della natura che le luci e le ombre dell'animo umano, ed è utile
a chi cerca, anche nei dialoghi e nelle didascalie dei fumetti, parole e
concetti densi di acume e di sensibilità, di originalità letteraria e di
cultura. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Arial; font-size: 11.0pt;">Dentro il
libro, nove racconti grafici (otto già apparsi sulla rivista ANIMAls tra il
2009 e il 2011 e un inedito, realizzato per l'occasione) che parlano di vite
parallele e contrapposte in scenari conflittuali; di soldati impantanati nelle
trincee del primo conflitto mondiale (la storia si intitola Natale Nero e da il
titolo al libro); di corpi di donne violate, come per un destino ineludibile,
nelle guerre dell'antichità e in quelle attuali; delle infinite morti di
immigrati in fuga dalla disperazione; di miti sull'origine del cosmo; perfino
di un regalo che precipita, col suo padrone, dalla vetrata sfondata di un
grattacielo, per rendere magica, come in una favola noir, la notte di Natale di
un barbone. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Arial; font-size: 11.0pt;">Il tutto
formulato attraverso immagini fortemente espressive e dialoghi densi di
significati e di metafore, ma anche inserendo nelle vignette citazioni
letterarie e brani di vari scrittori – da Omero a <span style="color: #222222;">Vladimir
Majakovskij, da Euripide a</span> Kurt Vonnegut – che oltre a fornire un nobile
avallo ai concetti espressi nei fumetti, assegnano alla lettura ulteriori
motivi di fascino e di interesse.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Arial; font-size: 11.0pt;">L'autore di
“Natali Neri e altre storie di guerra” (da pochi giorni in libreria, edito da
Comicout) è Fabio Visintin, artista con notevoli esperienze professionali. Nato
nel <st1:metricconverter productid="1957 a" w:st="on">1957 a</st1:metricconverter>
Venezia, dove risiede e lavora, esordisce nel fumetto pubblicandio sulle
riviste Frigidaire, Tempi, Supplementari e Linus, e poi creando la serie “I
Cuccioli” per il Corriere dei Piccoli, mentre, nell'ambito dell'illustrazione,
è famoso per le immagini realizzate per l'Editrice Piccoli e soprattutto per le
copertine che caratterizzano la collana “le Farfalle” dell'editore Marsilio. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Arial; font-size: 11.0pt;">La sua
passione per la letteratura si è palesata, in questi ultimi anni, attraverso
vari lavori tra i quali spiccano “<span style="background: white;">Vita amori e
avventure veneziane di Messer Gatto con gli stival”, traduzione in vignette
della commedia “Puss in boots” di</span> Angela Carter, <span style="background: white;">le illustrazioni per i volumi mondadoriani “<em><span style="font-style: normal;">Le novelle marinaresche di Mastro Catrame</span></em>”
di Emilio Salgari, “Il leone buono” di Hernest Hemingway, “<em><span style="font-style: normal;">Viaggio al centro della Terra</span></em>”
di Jules Verne, fino </span>alla recente, clamorosa versione in graphic novel
di “La Tempesta” di William Shakespeare, che <span style="background: white;">Round
Midnight Edizioni ha pubblicato intitolandola “L'isola”. </span><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="background: white; font-family: Arial; font-size: 11.0pt;">Come in “Natali Neri e altre storie di guerra”, anche in queste opere
Fabio Visintin, da voce a valori morali che oggi sembrano soffocati dal clamore
massmediatico e coinvolge i lettori in una narrazione poetica che apre potenti
squarci nell'immaginario dei fumetti.</span><span style="font-family: Arial; font-size: 11.0pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div style="background: white; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
Silvano Mezzavillahttp://www.blogger.com/profile/11022685496195740037noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-398289466532947356.post-3784496671841196122014-11-18T19:15:00.000+01:002014-11-18T19:15:02.707+01:00<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: x-small;">16
novembre 2014</span></span></div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;"><b>FUN,
LE PAROLE E I DISEGNI COME TRAMA E ORDITO</b></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgf5-53nhtb_3Ga1zK0usV2pymVqHEDf1OacLVLMds6D1QqNnLqxdpjlTbWWYUk5nG9Vj1W8E1jpdi9Hsi8fi-GHUGhyphenhyphennKPNNayXQjsUaEgjYIzc0TTanInkgmYpg8WfMvVGfpzzUBTApo/s1600/Fun.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgf5-53nhtb_3Ga1zK0usV2pymVqHEDf1OacLVLMds6D1QqNnLqxdpjlTbWWYUk5nG9Vj1W8E1jpdi9Hsi8fi-GHUGhyphenhyphennKPNNayXQjsUaEgjYIzc0TTanInkgmYpg8WfMvVGfpzzUBTApo/s1600/Fun.jpg" height="200" width="147" /></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 11pt;"><br /></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 11pt;">Il
21 dicembre 1913, a pochi giorni dal Natale, il quotidiano The New
York World pubblicava il primo cruciverba della storia.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">A
crearlo, come riempitivo della rubrica FUN (che significa svago,
divertimento, gioco), era stato il quarantaduenne Arthur Wynne,
emigrato inglese, approdato all'editoria dopo varie esperienze
lavorative sempre risoltesi in maniera fallimentare. Questa sua
invenzione, invece, anche grazie alle innovazioni apportate dalla
giornalista Margaret Farrar e alla pubblicazione di “The Cross
World Puzzle Book” – primo libro interamente dedicato alle parole
crociate che vendette centinaia di migliaia di copie – divenne un
fenomeno planetario capace di conquistare milioni di cultori e di
ispirare, nel nostro paese, la nascita della popolarissima Settimana
Enigmistica. </span></span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Oggi,
ad un secolo da quella data, è giunto nelle librerie italiane un
romanzo grafico in cui le vicende e gli aneddoti che punteggiano la
storia del cruciverba si intrecciano con brevi racconti
contemporanei, con effetti che ricordano quanto avviene, nello schema
del gioco, tra le parole verticali e quelle orizzontali o, nella tela
narrativa, quando la trama e l’ordito si dispongono in modo di
produrre avvincenti emozioni. </span></span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Il
libro si intitola FUN, in omaggio alla rubrica da cui tutto prese il
via; è pubblicato da Coconino Press, e porta la firma del veronese
Paolo Bacilieri, uno dei maggiori artisti italiani del fumetto,
creatore di personaggi memorabili – Barokko, Zeno Porno, Jean Dix
–, disegnatore e sceneggiatore di vari episodi della serie
bonelliana Napoleone, autore, due anni fa, di Sweet Salgari,
splendida biografia dello scrittore suo concittadino.</span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
“<span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">La
genesi di questo libro, ci ha detto Bacilieri, risale a tre anni fa
quando ho conosciuto Stefano Bartezzaghi, ludolinguista di fama
internazionale, figlio di Piero Bartezzaghi celeberrimo autore di
cruciverba e di giochi crittografici. Una sera, davanti a un
aperitivo, mi suggerì di fare un fumetto sulla storia delle parole
crociate. Al momento lasciai cadere la proposta, ma poi lessi il suo
libro “L'Orizzonte Verticale”, che appunto racconta tante cose a
proposito dei cruciverba e vi ho trovato, dentro alla grande storia,
tante piccole storie che non aspettavano altro che essere raccontate.
A queste, ho aggiunto il racconto di piccoli fatti quotidiani nella
Milano di oggi, ovvero molta carne e sangue nello schema
apparentemente asettico delle caselle bianche e nere del cruciverba.
Ne è risultato un libro a più strati, diversi uno dall'altro, come
una sorta di mosaico, con una narrazione che non è una linea
continua, bensì una serie di incroci verticali e orizzontali di
testi e di immagini”.</span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Le
tavole e le vignette di FUN, dove il segno di Bacilieri cattura fin
nei dettagli le atmosfere, i paesaggi e gli stati d’animo dei
personaggi, hanno tre protagonisti. Sono Zeno Porno (personaggio
creato da Bacilieri nel 1997 e che al suo creatore assomiglia
parecchio), il professor Pippo Quester (che sembra Umberto Eco,
quando i baffi erano neri) e una ragazza di nome Mafalda, presenza
inquietante che irrompe nelle sequenze finali per creare suspense e
mistero, e lasciare il lettore nell’attesa che il racconto
continui. </span></span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
“<span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Il
libro – ha assicurato l’autore – avrà un seguito. Il
materiale su cui ho lavorato era così ricco che non sono riuscito a
trattenermi e ho superato le trecento pagine. Pertanto, col mio
editore abbiamo deciso di dividerlo in due capitoli: dopo FUN, l’anno
prossimo verrà pubblicata la seconda parte, MORE FUN, che narrerà
la conclusione dell’avventura di Zeno Porno, assieme alla storia
italiana dei cruciverba, con la Settimana Enigmistica e il suo
massimo ideatore, Piero Bartezzaghi”. </span></span>
</div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
Silvano Mezzavillahttp://www.blogger.com/profile/11022685496195740037noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-398289466532947356.post-70581354992620248842014-11-15T16:31:00.002+01:002014-11-15T16:31:49.917+01:00<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;"><b>Guida
al Fumetto Italiano</b></span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgkBTRyDxMrIBfmimxCwQ1SxbqI-Xqrvw1ieF8gMs3c2ox2IfVCdGp00N4HNrKq3ylmbOMYC5R3S3La0hoa9EI0my_V7jt7CwVKcMysdV3AgTzeSG7cMPSXa8iXgg4u23TrmeydyJzge-M/s1600/copertina-Guida.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgkBTRyDxMrIBfmimxCwQ1SxbqI-Xqrvw1ieF8gMs3c2ox2IfVCdGp00N4HNrKq3ylmbOMYC5R3S3La0hoa9EI0my_V7jt7CwVKcMysdV3AgTzeSG7cMPSXa8iXgg4u23TrmeydyJzge-M/s1600/copertina-Guida.jpg" height="200" width="148" /></a><br />
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Da
anni, Paolo Ferrari e Marco Prandi fondono la rispettiva passione per
il fumetto e si dedicano a diffonderne il linguaggio.</span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Memorabili
le loro mostre dedicate a Dino Battaglia, allestite a Reggio Emilia
nel 2010 e nel 2013 al Chiostro di Voltorre di Gavirate (Varese) e
imperdibile il saggio, congiuntamente firmato, che accompagnava
quegli eventi, ovvero “Dino Battaglia, oltre l'immagine”
(Editrice Di).<br />Pochi mesi fa, a coronamento di un lungo lavoro di
ricerca e di raccolta di documenti e testimonianze, Ferrari e Prandi
hanno curato un tomo corposo su trenta disegnatori italiani (in
ordine alfabetico, Alessandrini, Altan, Bacilieri, Battaglia, Bonvi,
Buzzelli, Camuncoli, Cavazzano, Crepax, De Luca, Essegesse,Ferri,
Galep, Giardino, Jacovitti, Magnus, Manara, Mattotti, Micheluzzi,
Milazzo, Nidasio, Pazienza, Pratt, Silver, Stano, Tacconi, Tisselli,
Toppi, Vinci) che, con le loro specifiche cifre estetiche ed
espressive, hanno lasciato un'impronta indelebile nell'evoluzione del
racconto grafico nel nostro paese.</span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Il
libro si intitola “Guida al Fumetto Italiano” (edizioni Odoya,
euro 22), inizia con un testo di Luca Raffaelli – che, in
particolare, si sofferma sull'importanza delle riviste prodotte nel
nostro paese dal 1965 agli anni novanta – e si modula in trenta
capitoli, che danno modo di conoscere in maniera molto approfondita
la vita e i lavori di ciascuno degli autori sopra citati. Inoltre
offrono al lettore preziosi approfondimenti critici, suggerimenti
bibliografici, perfino aneddoti e notizie, non raramente inedite,
sugli hobby, sugli interessi culturali, sulle passioni e sui sogni
dei trenta Maestri. </span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">L'utilissima “Guida al Fumetto Italiano” di
Paolo Ferrari e Marco Prandi è reperibile nelle fumetterie o
contattando l'editore all'indirizzo mail <a href="mailto:info@odoya.it">info@odoya.it</a>.</span></span></div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
Silvano Mezzavillahttp://www.blogger.com/profile/11022685496195740037noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-398289466532947356.post-12950431014460056202014-10-29T19:03:00.002+01:002014-10-29T19:03:21.727+01:00<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 9pt;">29
ottobre 2014</span></span></div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<b style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 11pt;">E'
morto Antonio Terenghi, papà di Pedrito el Drito</b></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgf2fEsrcjFyVMmT0nyLh26gniIxYKhkFo7Zxb406imG94IauBsybg2DWSWkeuEtnYj8iozTUtltUzUK3NLWbaipD4YFWepIC8jFY6LosRAoIm5ZODLfZNz2Hnz7zLRz8qG_RUuFdX-Mw0/s1600/Pedrito.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgf2fEsrcjFyVMmT0nyLh26gniIxYKhkFo7Zxb406imG94IauBsybg2DWSWkeuEtnYj8iozTUtltUzUK3NLWbaipD4YFWepIC8jFY6LosRAoIm5ZODLfZNz2Hnz7zLRz8qG_RUuFdX-Mw0/s1600/Pedrito.jpg" height="200" width="143" /></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 11pt;">Con
la morte di Antonio Terenghi, avvenuta il 26 ottobre a Milano, si
chiude il capitolo più glorioso del fumetto umoristico italiano. Era
rimasto, infatti, l’ultimo dei grandi cartoonist (intendo Benito
Jacovitti, Egidio Gherlizza, Carlo Peroni, Lino Landolfi, Luciano
Bottaro Giorgio Rebuffi) che, dalla fine degli anni quaranta e per
vari decenni, avevano fatto la fortuna dei periodici per ragazzi –
dal Vittorioso al Monello – dando vita a gag esilaranti e a
personaggi originali e ancora oggi popolarissimi. Terenghi, in
particolare, era il papà di una gremita galleria di figure comiche –
da Mac Keron a Ademaro il Corsaro, da Teddy Sberla allo scimpanzè
Togo, dall’indiano Caribù a Geo Sombrero – e, soprattutto, a due
“eroi” amati dai lettori bambini come da quelli adulti, ovvero
Pedrito El Drito e Tarzanetto.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Antonio
Terenghi era nato ad Alano di Piave, in provincia di Belluno, il 31
ottobre 1921. Alla fine di quel decennio, la famiglia si era
trasferita a Milano ed egli aveva iniziato a lavorare come garzone di
un fruttivendolo. In quel periodo scopre le strip americane –
quelle con Blondie e Dagoberto e Arcibaldo e Petronilla che
sicuramente gli servirono da modello al momento di dare forma ai
caratteri di Pedrito e Paquita – ne rimane affascinato e comincia
a dedicarsi al disegno di caricature e di vignette. A 18 anni va
militare e, in Libia, viene fatto prigioniero dagli inglesi. Quando
ritorna, nel 1946, dapprima cerca lavoro presso lo studio
dell’illustratore e cartellonista Gino Boccasile, poi ha modo di
debuttare nel fumetto e via via collabora con tutte le case editrici
di materiale umoristico (Edital, Universo, Dardo, Alpe)
distinguendosi per uno stile </span></span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">essenziale
e dinamico nel contempo. </span></span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Nel
1951, per l’editore Cino del Duca, crea Pedrito el Drito, il
personaggio che, pubblicato su il Monello e sugli Albi
dell’Intrepido, lo renderà famoso. Si tratta dello sceriffo di
Tapioca City: piccoletto, calvo, dotato di baffi neri e imponenti, la
cui vita è resa difficile non tanto da fuorilegge o pellerossa,
quanto da Paquita, severissima consorte pronta a infierire su di lui
a colpi di matterello 29 ottobre
2014così generando gag grafiche che scatenano risate
scompiscianti e gli fanno conquistare le simpatie dei lettori.</span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Tre
anni dopo, per il giornale “Chicchiricchì”, Terenghi ottiene un
altro successo, per molti versi clamoroso, cimentandosi in una
parodia di Tarzan e inventando un pestifero ragazzino con bombetta e
sigaro, protagonista di esilaranti avventure nella giungla africana. </span></span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Nel
2000 la Sergio Bonelli Editore ha reso omaggio alla scatenata vis
comica di Antonio Terenghi pubblicando un prezioso volume contenente
le sue storie più famose per la collana “I grandi Comici del
Fumetto”.</span></span></div>
Silvano Mezzavillahttp://www.blogger.com/profile/11022685496195740037noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-398289466532947356.post-8786937248487208772014-09-29T21:21:00.005+02:002014-09-29T21:21:37.907+02:00<div style="margin-bottom: 0cm;">
<em><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 9pt;"><span style="font-style: normal;">29
settembre 2014</span></span></span></em></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<em><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;"><span style="font-style: normal;"><b>BUON
COMPLEANNO, MAFALDA!</b></span></span></span></em></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEik68uJ0RBCE6wFaK7Zl0ESxPigAA-LdgrOlNttM54g9GQq6ojpy33yWdG7rpbAC830j2O9fN7_q4v4NFAOmiaRSvY6oigmRUbDA0SiJUs0jY-R0tvmQZzBDMpF48x4EnVH3yMjgMLg3nM/s1600/M.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEik68uJ0RBCE6wFaK7Zl0ESxPigAA-LdgrOlNttM54g9GQq6ojpy33yWdG7rpbAC830j2O9fN7_q4v4NFAOmiaRSvY6oigmRUbDA0SiJUs0jY-R0tvmQZzBDMpF48x4EnVH3yMjgMLg3nM/s1600/M.jpg" height="200" width="144" /></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<em><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;"><span style="font-style: normal;">Se,
nel 1964, la campagna pubblicitaria fosse stata realizzata, il
lettori di tutto il mondo non avrebbero conosciuto e amato Mafalda
“la contestataria”, non sarebbero stati sedotti dalle sue
caustiche battute, né il grande scrittore </span></span></span></em><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Julio
Cortázar</span></span><em><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;"><span style="font-style: normal;">
avrebbe potuto dichiarare: “Non ha importanza ciò che io penso di
Mafalda. Veramente importante è ciò che Mafalda pensa di me”. </span></span></span></em>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<em><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;"><span style="font-style: normal;">Avvenne,
invece, che il vignettista argentino </span></span></span></em><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Joaquin
Salvador Lavado, detto Quino, decise di togliere dal </span></span><em><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;"><span style="font-style: normal;">cassetto
le strisce disegnate per la pubblicità di un elettrodomestico,
fallita pochi mesi prima, e</span></span></span></em><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">
di proporle ad un amico, direttore del settimanale Primiera Plana di
Buenos Aires. </span></span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Le
strip, concepite alla maniera dei Peanuts e di Blondie, avevano per
protagonista una famigliola composta dal marito, impiegato, dalla
moglie, casalinga, e dalla loro figliola, una bambina di sei o sette
anni, con un carattere ribelle e puntiglioso, con una massa di
capelli ispidi e corvini, con un fiocco rosso sulla testa, e un nome
che sarebbe diventato famosissimo: Mafalda. <br />La prima striscia
apparve il 29 settembre del 1964; a marzo dell’anno successivo, la
serie traslocò sulle pagine del quotidiano El Mundo, infine, nel
1968, venne pubblicata dal diffusissimo settimanale Siete Dias. </span></span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">In
questo arco di tempo, Quino aveva ampliato il cast dei personaggi. A
Mafalda, che odia la minestra (chiara metafora di tutto ciò che
viene imposto con la forza) e pone a sé e ai genitori domande sulla
sorte del mondo alle quali è difficile rispondere, egli affianca un
gruppetto di ragazzini, pronti a discorrere con la loro amica dei
problemi degli adulti. Ne fanno parte Felipe, timido e sognatore,
Manolito, figlio del droghiere, Susanita egocentrica e smodatamente
ambiziosa, Miguelito, ingenuo e ottimista, ed anche il fratellino
Nando, e Libertà, bimbetta il cui padre parla sempre di una strana
cosa chiamata “rivoluzione”.</span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Nel
1968, l’anno della “contestazione”, il personaggio fa il suo
esordio in Europa: una trentina di strip tradotte in italiano,
appaiono nel libro “Il libro dei bambini terribili”, curato da
Marcelo Ravoni e Valerio Riva. L’anno dopo Bompiani edita il volume
“Mafalda la contestataria”, con un’introduzione di Umberto Eco;
contemporaneamente le vignette approdano su quotidiani danesi e
finlandesi, vengono raccolte in libri in Francia, in Germania e in
Spagna, diventano immagini per poster, quaderni, cartoline, biglietti
d’auguri. </span></span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Alla
fine, la fama di Mafalda eguaglierà quella di Linus e Charlie Brown,
dato essa appare come l’interprete più autentica e credibile delle
inquietudini e delle contraddizioni che agitano la società. </span></span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Tuttavia,
nonostante l’enorme successo, nel giugno del 1973, la serie si
conclude. </span></span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Dopo
aver creato quasi duemila strisce in dieci anni e aver composto
un’opera stipata di abbaglianti allegorie della contemporaneità,
Quino decise che Mafalda aveva svolto il suo compito, che ogni
ulteriore strip sarebbe risultata inutile o ripetitiva. </span></span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">La
produzione si interromperà, ma ciò non scalfirà la fortuna del
personaggio, i cui libri continueranno ad essere ripubblicati in ogni
continente, tradotti in venti lingue, venduti, ad oggi, in oltre
cinquanta milioni di copie. </span></span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Quino,
dal 1973, si dedica alle vignette di satira sociale – dove la sua
arte grafica e il suo sguardo arguto e spietato individuano e rendono
comici i tic e le manie dell’umanità – ma è anche disponibile a
riportare in scena Mafalda, quando la sua immagine serve a rendere
più coinvolgenti grandi campagne educative, come, ad esempio, quella
promossa anni fa dall’Unicef, in occasione della Dichiarazione dei
diritti del Bambino. </span></span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Mafalda
compirà cinquant’anni</span></span><em><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;"><span style="font-style: normal;">
il 29 settembre, ma già da mesi hanno preso il via i festeggiamenti.
</span></span></span></em>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<em><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;"><span style="font-style: normal;">In
Francia, la mostra itinerante “Mafalda, une petite fille de 50
ans”, inaugurata a gennaio in occasione del Festival di Angoulême,
dopo aver toccato varie città, ora è allestita a Grenoble; a Buones
Aires è in corso fino al 31 ottobre la grande esposizione “Quino
por Mafalda”; in Italia una mostra, che ha fatto tappa a Milano,
Napoli, Bologna, Torino, Mantova, viene adesso organizzata
nell'ambito del Festival LatinoAmericando al Forum di Assago per poi
essere presentata a Pavia.</span></span></span></em></div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Inoltre,
Magazzini Salani, editore italiano di Mafalda dal 2006, ha appena
pubblicato una nuova edizione delle strisce, raccolte in dodici
volumi di formato orizzontale, e ha stampato la collezione completa
in un volume dalla copertina dorata, intitolato “Tutto Mafalda,
edizione speciale per il cinquantesimo compleanno”. Assolutamente
da non perdere.</span></span></div>
Silvano Mezzavillahttp://www.blogger.com/profile/11022685496195740037noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-398289466532947356.post-9470721320404715222014-07-13T15:50:00.003+02:002014-07-13T15:50:33.571+02:00<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: x-small;">13 luglio 2014</span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: x-small;"><br /></span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 11pt;">FERRIERA,
EMBLEMATICA STORIA PROLETARIA A FUMETTI</b></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjcJpgrSo3QV0kD1qejLHaPw1VSiKZUUwQhQNCTzkT12hk1CzDwSKxJMBuy2DpTUUSMZpG9Pd3l6wRtEdObNNdunDH3KaMsrSc_FFEO9jl0oR8JszaFeyBHMoyBc96wfOHUdCYo6fQWFhE/s1600/Pia.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjcJpgrSo3QV0kD1qejLHaPw1VSiKZUUwQhQNCTzkT12hk1CzDwSKxJMBuy2DpTUUSMZpG9Pd3l6wRtEdObNNdunDH3KaMsrSc_FFEO9jl0oR8JszaFeyBHMoyBc96wfOHUdCYo6fQWFhE/s1600/Pia.jpg" height="200" width="137" /></a><b style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 11pt;"><br /></b></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 11pt;">E’
un romanzo a fumetti toccante, sincero e, per di più, coraggioso.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Non
frequenta territori narrativi convenzionali, non mette in scena crisi
esistenziali o imprese ardimentose di personaggi immaginari, ma
coinvolge il lettore rappresentando con efficacia una realtà
raramente descritta dal fumetto, ovvero il proletariato italiano tra
gli anni cinquanta e settanta. </span></span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Si
intitola “Ferriera”, è da poco in libreria, edito da Coconino
Press/Fandango e fa della vita di un operaio il nucleo dal quale le
strutture del racconto si irradiano. </span></span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Ne
è autrice Pia Valentinis, cagliaritana d'adozione, che ha
individuato nel graphic novel la forma espressiva più idonea per
scrivere e disegnare la storia della propria famiglia, per ricreare
le immagini dell'infanzia e della adolescenza trascorse a Udine, dove
è nata nel 1965, e soprattutto per mettere a fuoco la figura del
padre, Mario, morto nel 1987, tanto da renderla emblematica di una
condizione umana e sociale. <br />Fondamentale è stato l'incontro con
Igort, uno dei massimi esponenti del fumetto d'avanguardia, oltre che
scopritore di talenti.</span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
“<span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Da
più di venti anni – ha dichiarato – faccio l'illustratrice; ho
illustrato copertine, poesie, albi per bambini, ma sempre a partire
da testi altrui. A un certo punto ho sentito il bisogno di raccontare
qualcosa io stessa. Così, quando Igort ha visto i miei disegni e mi
ha proposto di sperimentare il fumetto, ho pensato che era il momento
giusto per mettermi in gioco. All'inizio ho provato raccontando
piccole storie del mio quotidiano. Le mandavo agli amici, che con i
loro commenti mi aiutavano a essere più chiara. E’ stato un po’
come imparare una lingua straniera, chiacchieravo senza mettermi
tanti problemi di disegno, solo per capire la grammatica. Ferriera è
iniziata da una di queste pagine; raccontava un sogno che avevo
fatto, un ricordo dimenticato: l'operaio che mio padre ha visto
morire in fabbrica. Da quel momento in poi, ho aggiunto pagine prima
e dopo, finchè sono arrivata alla fine”.</span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Con
uno stile grafico sensibile ai dettagli che rendono memorabili le
immagini, e con un testo essenziale e non di rado poetico, l’artista
racconta la vita di Mario che diventa capofamiglia a sedici anni,
quando il genitore precipita dal tetto di un capannone, che emigra in
Australia, che ritorna a Udine a fare l'operaio in una fonderia,
assieme a compagni, “orgogliosi del loro lavoro, perché era
infernale e perché lo sapevano fare”. A tutto ciò, Pia Valentinis
accosta sequenze che danno il senso della quotidianità e rendono
l'opera simile ad un mosaico in cui la storia famigliare si intreccia
con quella nazionale. Mostrano gli uccellini ospiti della voliera di
casa, le ferie a Lignano, le ossessioni della nonna, Bibì e Bibò e
la Domenica del Corriere, il primo incontro dei genitori davanti a un
televisore che trasmette “Lascia o Raddoppia”, i picchetti
davanti ai cancelli, perfino la sagoma del centro commerciale ha oggi
preso il posto della ferriera dove tanti uomini hanno lavorato e, non
di rado, perso la vita.</span></span></div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
Silvano Mezzavillahttp://www.blogger.com/profile/11022685496195740037noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-398289466532947356.post-33631662207920052652014-05-29T10:49:00.004+02:002014-05-30T21:17:13.470+02:00<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: x-small;">29
maggio 2014</span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;"><b>TEX
WILLER A PADOVA</b></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEixFIBwWF4MIhgEkEe2Mn9FKIKztTi7AxYF3j6McREQmezNYHeSgCFR_i7-cTv-td7Jr-uC-Dzl9kozkEFCxXsPeogq1YaxSFUrCQx4PrLpNffA94QAqHxjbKNzVrgbM88458tw0JFWz54/s1600/T-W.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEixFIBwWF4MIhgEkEe2Mn9FKIKztTi7AxYF3j6McREQmezNYHeSgCFR_i7-cTv-td7Jr-uC-Dzl9kozkEFCxXsPeogq1YaxSFUrCQx4PrLpNffA94QAqHxjbKNzVrgbM88458tw0JFWz54/s1600/T-W.jpg" height="168" width="200" /></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;"><u>P</u></span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">romossa
dall’Assessorato alla Cultura del Comune e curata da </span><span style="color: black;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;">Filippo</span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">
</span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;">Piras</span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">
</span></span></span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">di Matita e China
Art Gallery, ieri</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">, nella Galleria Samonà, in via Roma, si è inaugurata “Tex
Willer a Padova” mostra </span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">dedicata
al</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">l’immarcescibile ranger
nato dalla fantasia dello sceneggiatore Giovanni Luigi Bonelli e
dalle abili chine di Aurelio Galleppini, visto attraverso cinquanta
opere di Giovanni Ticci, Fabio Civitelli e Sergio Tisselli. </span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;">Dei tre
disegnatori, Ticci - di cui sono esposti gli acquarelli per il libro
“Tex l’avventura e i ricordi” edito da Little Nemo - non solo è
il veterano ma anche quello che più ha contribuito all’evoluzione
grafica del personaggio. </span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;">Nato a
Siena nel 1940, Ticci debutta a soli sedici anni, collaborando, per
conto della Studio Dami, alla realizzazione di fumetti destinati al
mercato inglese e a quello italiano. Nel 1958, per l’editrice
Audace è autore delle matite della serie “Un ragazzo nel Far
West”, scritta da Guido Nolitta (nom de plume di Sergio Bonelli),
poi affianca Alberto Giolitti, titolare di un’agenzia che opera
anche negli Stati Uniti e ciò gli da modo di assimilare i canoni
realistici e spettacolari che caratterizzano lo stile di Milton
Caniff e Frank Robbins. Riverserà queste moderne tecniche narrative
in Tex fin dalla prima striscia da lui disegnata e apparsa il 30
gennaio del 1967 nell’episodio “Morte all’alba” della Serie
Rodeo. Da allora ha firmato decine di storie, sempre eccellendo nella
sintesi grafica, nel contrasto tra luci e ombre che enfatizza gli
effetti drammatici, nella scelta di inquadrature caratterizzate da un
dinamismo di taglio cinematografico.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;">Lo stile
di Ticci, sicuramente influenzò l'esordio texiano di Fabio Civitelli
(nato nel 1955 in provincia di Arezzo), che nel 1985 firmò
l'episodio “I due killers”, dopo varie e apprezzate esperienze
presso lo Studio Origa e per i periodici il Monello e l’Intrepido.
</span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;">In
mostra, il suo tratto, ormai inconfondibile, si impone allo sguardo
nelle tavole a fumetti tratte da “La cavalcata del morto” come
nelle illustrazioni a colori dei volumi “Il mio Tex, La ballata del
West” e “Tex Willer, Il romanzo della mia vita”. </span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;">Sergio
Tisselli (Bologna, 1957), disegnatore per Corrier Boy negli anni
ottanta e notevole acquerellista della serie “Giuseppe Pignata”
realizzata col grande Magnus, è da poco entrato nel mondo di Tex e
ne sta disegnando un’avventura scritta da Mauro Boselli. Intanto,
della sua ingente produzione di immagini della Prateria, nella
Galleria Samonà si potranno ammirare oltre dieci dipinti</span><span style="color: black;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;">
di grande formato realizzati per il portfolio “</span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;">Lampi
sul West” pubblicato da Little Nemo.</span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;">S</span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;">abato
7 giugno, Ticci, Civitelli e Tisselli saranno presenti in mostra per
incontrare gli appassionati di Tex e dei fumetti di qualità.</span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;">TEX
WILLER A PADOVA </span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">28
maggio – 29 giugno 2014 Padova, Galleria Samonà</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;">Ingresso
libero. Orario:15 – 19, lunedì chiuso</span></span></div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
Silvano Mezzavillahttp://www.blogger.com/profile/11022685496195740037noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-398289466532947356.post-3293976155428522392014-05-14T12:52:00.001+02:002014-05-14T12:52:25.084+02:00<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: x-small;">14
maggio 2014</span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: x-small;"><br /></span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;"><b>In
mostra la Venezia di Matteo Alemanno</b></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEihc2jCveIPla0ws8NSyuu2A89jxAQ7fbE_FFrMxLn1oPR7Y_NVMidSpbllfq_eIPP7kZQog2PEo-a6cuTUvlAmNIEd87aRyn_uNC_S-kOj_f16mAEqo8y5WgUdDpvLu2lJyvFierDkAV0/s1600/Alemanno-48.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEihc2jCveIPla0ws8NSyuu2A89jxAQ7fbE_FFrMxLn1oPR7Y_NVMidSpbllfq_eIPP7kZQog2PEo-a6cuTUvlAmNIEd87aRyn_uNC_S-kOj_f16mAEqo8y5WgUdDpvLu2lJyvFierDkAV0/s1600/Alemanno-48.jpg" height="200" width="151" /></a><br />
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;">Non solo
nelle acque della Laguna si specchia la Serenissima, ma anche nei
fumetti di Matteo Alemanno. </span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;">E' lei,
infatti, con i suoi panorami fascinosi, ma anche con la sua storia
millenaria e le sue tenebrose leggende, la protagonista grafica,
pressoché assoluta, delle tavole a colori, dei disegni a matita e
delle illustrazioni esposte in anteprima nazionale e fino al 20
maggio negli spazi dalla Fondazione Wilmotte, a Cannaregio. </span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;">Si
tratta di oltre trenta immagini che fanno parte del graphic novel
“Marina, les enfants du Doge”, pubblicato pochi mesi fa da
Darguad Benelux, la cui trama, concepita dallo sceneggiatore belga
Zidrou, intreccia in un plot avventuroso, vicende ambientate a
Venezia nel lontano 1300 e ai giorni nostri. Da una parte narra il
dramma di Marina, costretta dal padre, il doge Andrea Dandolo, a
consegnarsi al Sultano d'Oriente, in modo di scacciare l'ombra di
oscure profezie che incombono sul destino della città; nell'altra
descrive i sentimenti di un archeologo, della ex moglie e del suo
giovane amante, tutti in qualche modo coinvolti nel recupero, dal
fondo del bacino di San Marco, del relitto di una galea sulla cui
fiancata è dipinta una sirena dall'aspetto inquietante. </span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;">Autore
dei disegni è Matteo Alemanno – nato a Lecce nel 1967, ma da oltre
vent'anni residente a Venezia, dove si è laureato in architettura –
che utilizza un segno classico e nel contempo originale per inventare
inquadrature spettacolari, per assegnare ai personaggi fisionomie che
ne riverberano il carattere, per riprodurre con esattezza certosina
gli abbigliamenti, le armi, le antiche galee e i moderni vaporetti.
Ma è nella rappresentazione di Venezia (quella trecentesca come
quella del XXI secolo) che l'artista eccelle; il tratto nero dei suoi
pennarelli e i colori acquerellati della sua tavolozza delineano fin
nei dettagli più inaspettati i palazzi nobiliari, l'Arsenale, o la
Basilica di San Marco, e soprattutto catturano le luci e le sfumature
che da sempre avvolgono la città e il suo mare, rendendole
percepibili in ogni vignetta e da tutti i lettori.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
“<span style="font-family: Arial, sans-serif;">Disegnare
fumetti – afferma Alemanno, che dal 2003 opera nel mercato
francofono e ha già firmato i quattro volumi della serie “Protecto”,
il volume “</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">Les gardiens des
enfers” e partecipato all’opera collettiva “Vampyres” </span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">–
è un lavoro bellissimo; consente di dare vita ai mondi che
immaginiamo utilizzando un medium molto semplice ed efficace, in
fondo basta dotarsi di carta e matita. Nel caso di “Marina”, la
ricostruzione della Venezia trecentesca nasce proprio dalla mia
grande passione per questa magnifica città e per la sua storia e dal
fatto che ho sognato per anni di poter ricostruire, almeno per lo
spazio di una storia a fumetti, il mondo in fantastico e perduto
della Venezia medievale. Certo io faccio il disegnatore di fumetti e
non lo storico, in ogni caso, per realizzare un lavoro di questo tipo
è necessaria una grande ricerca. È necessario farsi un’idea di
come poteva essere la città a quei tempi, di come ci si muoveva, di
come erano fatte le imbarcazioni, di come si vestiva, di cosa si
mangiava, altrimenti si rischia di allontanarsi troppo dalla realtà
storica e di far perdere credibilità al racconto. Personalmente
cerco di leggere tutto quello che posso su Venezia e sulla sua storia
o di trovare pitture, miniature, incisioni ecc. che mi possano
aiutare nella ricostruzione. Anche la tecnica di colore che utilizzo
è funzionale a questo scopo. Ho scelto gli acquerelli proprio per
poter rendere i volti, i materiali, e più in generale le atmosfere
in un modo che sia il più vicino possibile alla pittura e al mondo
medievale. L'intreccio di Marina si sviluppa anche su una pista
contemporanea a tengo molto anche a questa. Quando posso vado in giro
per la città armato di taccuino e acquerelli in cerca di spunti
perché mi interessa molto anche rappresentare la Venezia di oggi con
i suoi problemi e le sue contraddizioni. Naturalmente mi sto
adoperando anche perché “Marina” possa avere al più presto
un'edizione italiana. In futuro vorrei anche trovare il tempo per
progetti più personali, per esplorare nuove piste sia dal punto di
vista narrativo sia dal punto di vista della tecnica di
rappresentazione.”</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;">La
mostra, oltre a story board e a matite che evidenziano (e insegnano)
il processo di creazione di una tavola di fumetti, è impreziosita
dalle illustrazioni che Matteo Alemanno ha realizzato per il gioco da
tavolo “Venetia”, ispirato a “Marina, les enfants du Doge”, e
che Marco Maggi e Francesco Nepitello hanno sviluppato per Giochi
Uniti Editore di Napoli.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;">-Tra
Fumetto e gioco: disegni veneziani- </span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">fino
al 20 maggio 2014 - </span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">Fondaco
degli Angeli</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;">- Fondamenta
dell’Abazia -</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">Cannaregio
3560, Venezia - </span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">Orario
10-18</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;"><br /></span></div>
Silvano Mezzavillahttp://www.blogger.com/profile/11022685496195740037noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-398289466532947356.post-73335613840699814472014-05-03T13:40:00.001+02:002014-05-03T13:40:48.873+02:00<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: x-small;">3
maggio 2014</span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 11pt;">GIACON
E SCARPA SVELANO IL MONDO COSI' COM'E'</b></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgjhHSHJR6G_Yv4Hqrex1ILPEiukAgCNvy97498Gc-ywooYPbiFn9SsDZm9M_ggMinmFH3PH7-HQC2MtQXWZcOyRksYEqttQVtgGHhCsoNQRRSfjdj5TLxgTbpBwKSCAx-vKhY1SYGrL8k/s1600/Il-Mondo-copertina.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgjhHSHJR6G_Yv4Hqrex1ILPEiukAgCNvy97498Gc-ywooYPbiFn9SsDZm9M_ggMinmFH3PH7-HQC2MtQXWZcOyRksYEqttQVtgGHhCsoNQRRSfjdj5TLxgTbpBwKSCAx-vKhY1SYGrL8k/s1600/Il-Mondo-copertina.jpg" height="200" width="151" /></a><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Ci
sono romanzi a fumetti, rari e dunque preziosi, formulati con testi e
i disegni capaci non solo di avventurarsi in territori della
narrativa ancora inesplorati, ma soprattutto di descriverli con
modalità estetiche e lessicali audacemente inedite. </span></span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">In
essi, fin dalla prima pagina, le immagini e le parole, fuse in una
originale interazione dialettica, ribaltano la prospettiva dalla
quale, per abitudine, si osservano i fatti; individuano e portano in
primo piano dettagli rivelatori dell'essenza delle cose; inventano
suggestive metafore della realtà; descrivono la vita come potrebbe
apparire. </span></span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
“<span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Il
mondo così com'è” – graphic novel edito da Rizzoli/Lizard, da
pochi giorni nelle librerie – contiene tutti questi elementi e li
espone con tocchi di autentica genialità. </span></span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Alfio
Betiz, il protagonista, possiede la facoltà, mai prima riscontrata
dalla scienza, di vedere e di leggere i pensieri degli oggetti e
degli animali. Grazie alla sua “allucinazione visiva”, egli ha
accesso alla percezione delle infinite voci che popolano il mondo,
allo spettacolo delle cose affaccendate nelle loro occupazioni, ai
segreti della scrittura e della comunicazione grafica. Sospesi
nell'aria, dentro balloons dalle forme più varie, solo a lui –
trascinato in situazioni di volta in volta paradossali, grottesche,
poetiche, surreali – appaiono i messaggi della natura, i nomi
autentici delle costellazioni (così scopre di essere nato sotto il
segno della Caffettiera), perfino le chiacchiere dei colori dei
semafori. </span></span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Di
“Il mondo così com'è” sono autori due artisti che rappresentano
l'eccellenza nei rispettivi ambiti espressivi, ovvero il fumettista e
designer Massimo Giacon e lo scrittore Tiziano Scarpa, vincitore del
premio Strega nel 2009 col romanzo “Stabat Mater”. Assieme
avevano già collaborato per il libro “Amami”, Oscar Mondadori
del 2007, dove l'uno aveva curato le illustrazioni e l'altro i testi;
qui invece, per la prima volta, realizzano in coppia un fumetto. E
per Scarpa si è trattato del debutto come sceneggiatore: “</span></span><span style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Tengo
sempre presente qual è il mezzo che deve raccontare una storia:
romanzo, teatro o altro. Il linguaggio è come il mare, rende
possibile il nuoto dei pesci. Mi piacciono le storie-delfino, che
saltano dentro e fuori dall’acqua. Così, in </span></span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;"><i>“</i></span></span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Il
mondo così com'è”</span></span><span style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">,</span></span><span style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">
ti rendi conto che stai leggendo un fumetto, perché le allucinazioni
del protagonista assumono la forma dei balloon, ma spesso non ci fai
più caso, perché la storia ti assorbe, ti diverte, ti commuove. E
poi volevo far parlare gli oggetti, gli animali, e con i fumetti si
può: anche far parlare un uomo mettendo le sue parole dentro una
nuvoletta, se ci si pensa, è molto strano, ma ormai è abituale.
Perciò ho sfruttato questa possibilità.” </span></span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Possibilità
alla quale Giacon ha dato visibilità grafica in vignette e tavole
gremite all'inverosimile di personaggi, cose e colori, così da
esibire tutte le potenzialità del mezzo fumetto e far si che il
lettore ne venga avvolto e si perda nella lettura delle didascalie
dei dialoghi e delle figure. </span></span>
</div>
<strong><span style="color: black;">“<span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;"><span style="font-weight: normal;">Dopo “Amami” io e Tiziano volevamo fare ancora un libro insieme, ma entrando stavolta nello specifico del libro a fumetti, non sapevamo come, ma era un desiderio. Siamo andati avanti così per anni; ogni tanto io buttavo a Tiziano un 'idea, altre volte lui provava scrivere qualcosa, ma non eravamo molto convinti. </span></span></span></span></strong><strong><span style="color: black;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;"><span style="font-weight: normal;">Poi, l'editor di Rizzoli/Lizard ha espresso la volontà di pubblicare un libro fatto in team da tutti e due.</span></span></span></span></strong><strong><span style="color: black;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;"><span style="font-weight: normal;"> Naturalmente l'idea non fu immediata, io e Tiziano cominciammo a vederci spesso e dopo sei mesi di ipotesi Tiziano mi telefonò e mi disse: "direi che ce l'ho", e mi mandò il primo trattamento. Ero molto felice, ma man mano che leggevo il testo mi rendevo conto che era una bella gatta da pelare, nel senso che non si trattava di un racconto canonico pensato per il fumetto, ma che sarebbe stato un tour de force sull'immagine, e che dovevo renderlo in forma di fumetto. Ho cominciato a ripensare ad autori da me molto amati dell'illustrazione degli anni '50 e '60 come Saul Steinberg e Jim Flora, autori oggi dimenticati degli anni '80 come Serge Clerc e Steve Chaland, mitici cartoon come Mr. Magoo e il geniale Gerald McBoing-Boing. </span></span></span></span></strong><span style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Una volta fatta questa intensiva doccia di creatività tutto il resto è venuto da sé: era difficile sbagliare.”</span></span>Silvano Mezzavillahttp://www.blogger.com/profile/11022685496195740037noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-398289466532947356.post-20142111664808203962014-04-26T14:19:00.001+02:002014-04-26T14:19:26.027+02:00<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: x-small;">26
aprile 2014</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b>RITORNA
KEN PARKER, L'ANTIEROE DEL WEST</b></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhYA7cgwn1KocJC72hrI4eRQrGtjdbvl4lwYRaX-rAKxJ3KxVmwzKVtMu6RyrzZqHb-IgqNwp3WPRbY_4wBVpi9KUwyaSrX9XLZ_ELCdH7ocSplcCEZ8is011PgKq6apnbu7vEpG9KRVx0/s1600/K-P.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhYA7cgwn1KocJC72hrI4eRQrGtjdbvl4lwYRaX-rAKxJ3KxVmwzKVtMu6RyrzZqHb-IgqNwp3WPRbY_4wBVpi9KUwyaSrX9XLZ_ELCdH7ocSplcCEZ8is011PgKq6apnbu7vEpG9KRVx0/s1600/K-P.jpg" height="200" width="161" /></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;">Molti
aspettavano il suo ritorno. </span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;">Anche se gli anni erano andati via via
accumulandosi, al punto di avvolgere la memoria nella nebbia del
passato, a tanti risultava difficile, o addirittura struggente,
pensare che di Ken Parker si fossero perse, per sempre, le tracce.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;">Confidavano
che l'episodio “Faccia di Rame”, pubblicato nel febbraio del
1998, ultimo della serie, ma con un finale aperto su ulteriori
sviluppi, non rappresentasse “davvero” la conclusione della saga.</span> <span style="font-family: Arial, sans-serif;">Speravano
di apprendere, magari di tanto in tanto, il resoconto di una nuova
avventura, o, almeno, che quelle di cui era stato per due decenni
protagonista, venissero ristampate per coinvolgere ed emozionare
anche le successive generazioni.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;">Tutto
questo perché, Ken Parker rappresentava (e ancora rappresenta)
un'autentica rivoluzione nel modo di concepire la struttura narrativa
del fumetto popolare, al punto di elevarlo ad autentica “letteratura
disegnata”.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;">Il
debutto del mensile “Ken Parker” era avvenuto nel giugno del
1977, con l'albo “Lungo Fucile” edito dalla Cepim di Sergio
Bonelli. </span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;">Il
personaggio indossava l'abito dei cacciatori di pellicce, imbracciava
un vecchio fucile ad avancarica, e assomigliava come una goccia
d'acqua a Robert Redford nel film “Corvo Rosso non avrai il mio
scalpo”. </span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;">Si
capì subito che non apparteneva alla categoria dei pistoleri o degli
sceriffi, presenze convenzionali nel coevo fumetto western.</span> <span style="font-family: Arial, sans-serif;">Ken
Parker era un uomo comune: possedeva ideali, dubbi, fragilità ed
inquietudini, che combaciavano con quelli dei suoi lettori.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;">Sebbene
parteggiasse per un pacifico vivere sociale, non restava indifferente
davanti alla protervia o all'ingiustizia, ed era disposto a menare le
mani, a sparare e, magari, ad uccidere, solo quando ciò risultava
necessario per salvare se stesso, i deboli, gli indifesi o gli
sfruttati. </span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;">I
suoi autori – lo sceneggiatore Giancarlo Berardi e il disegnatore
Ivo Milazzo, allora giovanissimi – seppero fondere nel crogiolo
della loro creatività, tensione morale e aderenza alla realtà
storica, approfondimento psicologico e umorismo, mistery e commedia,
citazioni e rimandi a romanzi e a film, ricavandone trame sempre
inedite, situazioni e dialoghi capaci di mettere a nudo l'anima dei
personaggi, immagini forti ed espressive come nei capolavori della
nona arte. </span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;">Ora
l'attesa dei lettori per il ''ritorno'' di Lungo Fucile è finita. </span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">Dall'11
aprile, ha preso il via, edita da Mondadori Comics, la collana “Ken
Parker”, distribuita in tutte le edicole, fumetterie e librerie,
che, in cinquanta volumi a colori, riproporrà l'intera saga
dell'antieroe del fumetto, per antonomasia.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;">Ogni
librò conterrà due o più episodi, in ordine strettamente
cronologico; le copertine si avvarranno di un nuovo logo, mentre le
storie saranno precedute da un ricco apparato redazionale curato da
Luca Raffaelli e da alcuni tra i migliori esperti e critici italiani
del fumetto. </span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;">Giancarlo
Berardi e Ivo Milazzo hanno dichiarato:‘’I Personaggi, come i
figli, una volta messi al mondo, diventano autonomi. Ken Parker ha
deciso di riprendere il cammino. Noi stiamo sellando i cavalli”. </span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;">E
così, per la gioia di chi da vent'anni attende nuovi racconti, si
apprestano a scrivere e disegnare una nuova avventura: quella che
tirerà le fila del lungo cammino di Ken Parker. </span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;">Segno
che quel rapporto di passione e di fantasia iniziato quattro decenni
fa non si è mai spezzato.</span></div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
Silvano Mezzavillahttp://www.blogger.com/profile/11022685496195740037noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-398289466532947356.post-48882643149753878712014-04-07T13:33:00.001+02:002014-04-07T13:35:35.199+02:00<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="background: #ffffff;">7
aprile 2014</span></span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;"><b><span style="background: #ffffff;">ZAGOR:
LA PRIMA VOLTA DI EMANUELE BARISON</span></b></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhk_IVKODSRltIXQsJYER_gNL9yDY42VU-vo-X81ybG65OqaVdGb9FQsHV2u67Mcyyy_Jfi66eZAeZJWNQe2ldZ1Mo1a03WSsKK1LHjAzwGInZzvicybAq6NZvpZMyZ1R1QKljqHg0oX-8/s1600/Zag.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhk_IVKODSRltIXQsJYER_gNL9yDY42VU-vo-X81ybG65OqaVdGb9FQsHV2u67Mcyyy_Jfi66eZAeZJWNQe2ldZ1Mo1a03WSsKK1LHjAzwGInZzvicybAq6NZvpZMyZ1R1QKljqHg0oX-8/s1600/Zag.jpg" height="175" width="200" /></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 11pt;"><br /></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 11pt;">Un
trittico di produzioni prestigiose, sta coronando la trentennale
carriera del cartoonist Emanuele Barison. A gennaio è uscito
“Trappola per topi”, settima storia di Diabolik da lui disegnata;
da febbraio la sua firma risalta sulla copertina di “Orféa” –
romanzo a fumetti scritto da François Corteggiani ed edito in
Francia da Dargaud – del quale ha illustrato le oltre
centocinquanta pagine; infine, a partire dal 15 marzo sarà in tutte
le edicole italiane “Risvegli”, albo della serie Zagor
sceneggiato da Moreno Burattini, che segna il suo debutto come autore
della Sergio Bonelli Editore.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;"><span style="background: #ffffff;">Nato
nel 1963 a Pordenone, Barison </span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">crea,
negli anni ottanta, col collega Romeo Toffanetti, per Il Messaggero
dei Ragazzi il personaggio umoristico di Alex il Britanno; poi
disegna diverse storie per la Walt Disney; realizza graficamente il
personaggio di </span></span></span><span style="color: blue;"><a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Lazarus_Ledd"><span style="color: #0b0080;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Lazarus
Ledd</span></span></span></a></span><span style="color: black;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">
e, per i mercato francese, illustra le serie “Yakuza”, “De
Silence et de Sangre” e “Dottor Justice”. Inoltre, ha inventato
il personaggio Magic Geox, per l’omonimo calzaturificio; ha firmato
immagini di campagne pubblicitarie istituzionali e co-diretto il
lungometraggio “A band a part”. </span></span></span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="background: #ffffff;">“<span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Essere
entrato a far parte dello staff de</span></span></span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">lla
casa editrice che è sinonimo del miglior fumetto avventuroso
italiano – ci ha dichiarato Barison – è per me un grande onore,
oltre che un importante traguardo professionale. Avevo avuto modo di
incontrare in varie occasioni Sergio Bonelli, purtroppo scomparso più
di due anni fa, e sempre mi manifestava il suo interesse per il mio
lavoro. Una delle ultime volte, mi propose di disegnare un albo di
Tex di grande formato, chiamato Texone, ma, dati i miei impegni
all’estero e la mole di lavoro, rifiutai. Allora lui mi offri di
realizzare, senza fissare nessuna scadenza di consegna, uno dei tanti
personaggi della sua casa editrice, a mia scelta. Io gli risposi che
il mio ”eroe” preferito era Zagor, che egli stesso aveva creato
nel 1962, usando lo pseudonimo di Guido Nolitta. Lui sorrise e così
iniziai la mia prima avventura dello Spirito con la Scure.” </span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
“<span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 11pt;">Risvegli”
narra le vicissitudini cui sono costretti Zagor e Cico per non
finire vittime dei morti che, in un cimitero nei pressi di un
villaggio di Darkwood, cominciano a risvegliarsi. “Lavorare a
questa storia – dice Barison – è stato un piacere, perché Zagor
è un eroe della mia infanzia e l’ho sempre considerato come una
sorta di super eroe, forse l’unico super eroe italiano; inoltre il
suo doppio registro avventuroso-umoristico mi è particolarmente
congeniale.”</span></span></div>
<span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 11pt;">Ovviamente,
per questo esordio, l’artista ha messo in campo il meglio della sua
cifra stilistica che eccelle nel dinamismo delle figure, nel vivido
contrasto tra l’espressività delle ombre – nere di china e
taglienti come rasoi – e la disposizione di campiture abbaglianti e
nel taglio cinematografico delle inquadrature che amplifica il pathos
delle ambientazioni. E, alla fine, ha ottenuto un’opera
perfettamente “zagoriana” che Sergio Bonelli avrebbe molto
apprezzato.</span>Silvano Mezzavillahttp://www.blogger.com/profile/11022685496195740037noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-398289466532947356.post-80418281691811612592014-03-20T14:25:00.000+01:002014-03-20T14:25:59.330+01:00<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Arial; font-size: 10.0pt;">20 marzo
2014<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: Arial; font-size: 11.0pt;"><br /></span></b>
<b><span style="font-family: Arial; font-size: 11.0pt;">I Cuccioli e il Paese del Vento,
nuovo film del Gruppo Alcuni</span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiHZZQBNAU7HtVCRMwZeXLSuUyFEs3wZiyhETACu_ytpCYjT0ocmDqtVWEsw0M8qkP0Ix2RgiRx77bBMmXGIGsYppaBcEC8kTfzlMn9TGIinT2GAcIf1SKph4nF382uXoIq5BtRPhCegPE/s1600/Paese-del-vento.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiHZZQBNAU7HtVCRMwZeXLSuUyFEs3wZiyhETACu_ytpCYjT0ocmDqtVWEsw0M8qkP0Ix2RgiRx77bBMmXGIGsYppaBcEC8kTfzlMn9TGIinT2GAcIf1SKph4nF382uXoIq5BtRPhCegPE/s1600/Paese-del-vento.jpg" height="200" width="140" /></a><span style="font-family: Arial; font-size: 11.0pt;"> </span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Arial; font-size: 11.0pt;">Il Parco
degli Alberi Parlanti è un luogo che ha il profumo della fiaba. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Arial; font-size: 11.0pt;">Lì, nel
boschetto di Villa Margherita, a Treviso, è possibile imbattersi in personaggi
di fantasia, riprodotti in sagome colorate; ammirare le fattezze della tigre
dai denti a sciabola, del mostro di Loch Ness o di dinosauri estinti; vedere da
vicino le macchine che creano il cinema, e anche assistere alla proiezione di
esilaranti cartoni animati.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Arial; font-size: 11.0pt;">Tutto
questo perché la gattina Olly, il coniglio Cilindro, la papera Diva, il pulcino
Senzanome, il ranocchio Pio, il cagnolino Portatile, ovvero i protagonisti
della serie “I Cuccioli”, qui sono di casa, assieme al Gruppo Alcuni che, da sempre,
inventano, scrivono, disegnano, musicano, producono le loro avventure. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Arial; font-size: 11.0pt;">A dirigere
la compagnia, sono i fratelli Sergio e Francesco Manfio, rispettivamente
regista e produttore, che assieme hanno firmato i quasi duecento episodi della
serie, popolare in mezzo mondo, il lungometraggio “I Cuccioli e il Codice Marco
Polo”, uscito quattro anni fa, e che ora stanno lanciando il loro secondo film
“I Cuccioli e il Paese del Vento”. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Arial; font-size: 11.0pt;">Ed è al
Parco degli Alberi Parlanti che i due coautori hanno incontrato la stampa locale
per la presentazione in anteprima del loro lavoro. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Arial; font-size: 11.0pt;">“I nostri personaggi
– ha detto Sergio Manfio – sono figure in cui il pubblico infantile si
riconosce e si identifica. Sanno coinvolgere gli spettatori, li fanno interagire
con la trama, li rendono partecipi agli eventi. Anche nel film “I Cuccioli e il Paese del Vento”, spesse volte essi si rivolgono direttamente al pubblico, lo
invitano a muovere le braccia, a cantare, a soffiare, a danzare, in modo di
instaurare un legame di solidarietà, di condivisione, di reciproca amicizia, ma
anche di manifestare la loro antipatia per la perfida Maga Cornacchia”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Arial; font-size: 11.0pt;">L’intento
della Maga, stavolta, è di distruggere Soffio, ovvero la città dove vivono i
sei Cuccioli, in cui la natura è assolutamente
rispettata e ogni cosa – dalle automobili ai frigoriferi, dagli ascensori ai giradischi – è azionata
dall’energia pulita prodotta dai mulini che un vento, particolarmente generoso
da quelle parti, muove in continuazione. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Arial; font-size: 11.0pt;">“Ovviamente
– precisa Francesco Manfio – non si tratta di un film per pubblicizzare
l’energia eolica; contiene, invece, la speranza che in futuro , per salvare il
nostro pianeta, vengano usate tutte le possibili forme di energia pulita. Questa
è la missione della serie Cuccioli; in tutte le loro avventure il tema del
rispetto della natura è presente”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Arial; font-size: 11.0pt;">Il film è
in 3D e diverse copie sono in stereoscopia per accentuare la spettacolarità e
il divertimento. Ad oggi è già stato venduto in nove paesi, ma l’intento è di
superare il record di “I Cuccioli e il Codice Marco Polo” che venne esportato
in ventisette stati. Sarà nelle sale italiane
nelle sale dal 27 marzo, distribuito da 01-Distribution. Si avvale della
collaborazione di OVS – che ha istituito la campagna “I bambini di OVS salvano
il mondo” - del contributo della Regione Veneto e del sostegno dell’Unesco. <o:p></o:p></span></div>
<span style="font-family: Arial; font-size: 11pt;"> “Tutta la nostra attività, dai film, ai
parchi, alle serie televisive – dichiara Francesco Manfio – è concepita per
creare prodotti educativi, didattici, culturali. Siamo convinti che con la
cultura sia possibile creare molto lavoro. La realizzazione di “I Cuccioli e il
Paese del Vento” ha coinvolto un centinaio di persone, tra tecnici e artisti. E
di questo noi siamo molto orgogliosi.”</span>Silvano Mezzavillahttp://www.blogger.com/profile/11022685496195740037noreply@blogger.com