16 maggio 2013 |
Varese: omaggio a Dino Battaglia |
Sono passati trent’anni da quando morì, ma Dino Battaglia, che Hugo Pratt definiva “uno dei più grandi disegnatori che la mia generazione abbia conosciuto”, rimane un riferimento imprescindibile per chiunque legga i fumetti o intenda realizzarli. Le sue opere - illustrazioni e fumetti, carichi di soluzioni grafiche inconsuete e problematiche - non solo continuano a essere ristampate in Italia e all’estero, a dimostrazione di una intrinseca malia che il tempo trascorso non è riuscito a scalfire, ma soprattutto hanno superato l’ambito effimero dei prodotti d’intrattenimento, per essere universalmente riconosciute come espressioni originali dell’arte figurativa del ventesimo secolo. Dino Battaglia era nato a Venezia il primo agosto del 1923 e aveva, gia a vent’anni, iniziato l’attività di disegnatore professionista illustrando libri per l’infanzia per un editore fiorentino. Alla fine dalla guerra, dapprima partecipa, nella sua città, alla nascita della rivista “Asso di Picche”, per la quale disegna alcune tavole della serie “Junglemen”, poi si trasferisce a Milano dove collabora con le testate più popolari, dal “Vittorioso” a “Pecos Bill”, da “L’Intrepido” a “El Kid” fino al “Corriere del Piccoli”, al “Corriere dei Ragazzi” e al mensile “Sgt. Kirk”. Nel 1967, la traduzione a fumetti del romanzo “Moby Dick” - in cui si manifestano appieno le peculiarità della sua cifra stilistica - gli spalanca le porte della notorietà e gli consente di approdare alle pagine di “Linus”, ovvero della più prestigiosa rivista italiana di fumetti. Qui, per quasi dieci anni, appariranno molti dei capolavori per i quali ancora oggi è ricordato: versioni a fumetti di storie fantastiche e gotiche, uscite dalla fantasia di Poe, Lovecraft, Stevenson, Hoffman e tavole ispirate alle novelle di Guy de Maupassant, che, assieme, danno il senso dell’ampiezza dei suoi riferimenti culturali. Nel contempo (spesse volte affiancato dalla moglie Laura De Vescovi, nel ruolo di sceneggiatrice e colorista) collabora col “Messaggero dei Ragazzi”, firmando i volumi “Antonio da Padova” e “Frate Francesco”, e con IlGiornalino per il quale disegna “Till Eulenspiegel” e “Gargantua e Pantagruele”. Sul finire degli anni settanta, per la casa editrice di Sergio Bonelli, illustra due cartonati, “L’Uomo della Legione” e “L’Uomo del New England” e inventa due episodi di “L’Ispettore Coke”, unico suo personaggio seriale. Dal 16 marzo, centosettanta tavole originali tratte dalle opere più famose del Maestro veneziano, saranno esposte a Gavirate (Varese) nel Chiostro di Voltorre. La mostra si intitola “Dino Battaglia-Le Immagini parlanti” ed è curata da Marco Prandi, Paolo Ferrari e Cristina Taverna che hanno composto questa panoramica esaustiva sulla creatività di un autentico poeta dell’immagine, in modo di affascinare e coinvolgere tutti coloro che andranno a visitarla. Dino Battaglia-Le Immagini parlanti fino al 2 giugno 2013 Chiostro delle Voltorre – Gavirate (Va) da martedì alla domenica 10/12.30-14/18 |