Per non dimenticare il 68


27 maggio 2008


Tutta colpa del 68
Garzanti Editore, euro 13


Per la prima volta nella sua storia, Garzanti pubblica un testo a fumetti.
La novità è di quelle che meritano un doveroso rilievo in quanto, con irrefutabile autorevolezza, assegna alla letteratura disegnata il medesimo valore culturale della poesia, della saggistica, della narrativa che fino ad oggi hanno gremito il catalogo della prestigiosa casa editrice. L’onore d’aver conquistato questo inaspettato traguardo, spetta ad un romanzo a fumetti scritto e disegnato da Elfo (nom de plume dell’illustratore e giornalista Giancarlo Ascari) e intitolato “Tutta colpa del 68, cronache degli anni ribelli” in cui è narrata quella stagione, iniziata quarant’anni fa, dove studenti e operai - inseguendo un sogno impaziente di eguaglianza e di felicità - dichiararono guerra alle convenzioni, ai privilegi, alle regole selvagge del profitto e trasformarono il mondo, per sempre.
Protagonista è un giovane, Rinaldo, palesemente alter ego dell’autore, che si iscrive ad Architettura nel 1968, e via via, nella Milano dell’opulenza di pochi e della strage di piazza Fontana, aderisce al Movimento Studentesco, partecipa all’occupazione della facoltà, assiste agli scontri con la polizia, subisce l’aggressione di picchiatori fascisti, distribuisce volantini davanti alle fabbriche, interviene ad assemblee gremite e litigiose, ma ha anche modo di conoscere personaggi affascinanti, librai anarchici - generosi dispensatori di sapere - ricercatori di esperienze visionarie in terre esotiche e lontane, donne orgogliose di aver partecipato alla Resistenza, e, ovviamente, di incontrare una coetanea con la quale inoltrarsi, senza paure, alla scoperta dell’amore.
Trattate con un segno capace di modularsi in forme descrittive e avvolgenti quando illustrano i sentimenti e le esperienze quotidiane, o con fitti tratti d’inchiostro, per rappresentare gli eventi collettivi o drammatici, le vignette in sequenza di Elfo risultano, alla fine, una testimonianza storica sgombra di malinconia e di rimpianti e, soprattutto, un pacato e prezioso lavoro didattico. Utile per insegnare ai ragazzi d’oggi (ma anche per far ricordare, con orgoglio, a chi avesse cancellato la gioventù dalla propria memoria) che la possibilità per chiunque di accedere allo studio, la libertà sessuale e lo “statuto dei lavoratori” (tanto per citare alcune conquiste) sono, come chiosa il titolo del libro, “Tutta colpa del Sessantotto”.