I CENT’ANNI DI FANTÔMAS


10 gennaio 2012

Cento anni fa, il 18 febbraio del 1911, sui quotidiani parigini apparve un’immagine che sarebbe entrata nel mito. Un misterioso individuo, vestito di nero, con mascherina sugli occhi e pugnale chiuso nella mano destra, sovrastava la Ville Lumière e puntava sui lettori uno sguardo inquietante.
Veniva presentato come un personaggio enigmatico, seducente, tragico e pericoloso, cui era stato dato un nome che nessuno avrebbe più dimenticato: Fantômas.
Quello stesso giorno, il romanzo omonimo, scritto da Pierre Souvestre e Marcel Allain e con la medesima illustrazione in copertina, invadeva le librerie e i chioschi di Francia all’allettante prezzo di 35 centesimi.
Era composto da quattrocentosedici pagine che trasudavano ferocia, cinismo e orrore in dosi di gran lunga superiori a quelle descritte nei feuilleton coevi, interpretati da “eroi”, come Rocambole e Zigomar, che agivano in una zona grigia: talvolta delinquenti, talvolta “giustizieri sociali”.
Fu proprio l’eccesso di amorale violenza, a decretarne l’immediato, travolgente successo popolare. La gente parteggiò per l’invincibile criminale, per l’audacia dei suoi piani, per la sfrontatezza con la quale rubava i patrimoni ai nobili e i cuori alle loro donne, per l’abilità nel mutare aspetto e risultare inafferrabile (tanto da generare l’aggettivo “fantomatico”), per la perizia nel farsi beffe dei rappresentanti della legge.
Per rispondere alle richieste del pubblico, Souvestre e Allain furono costretti a inventare nuove avventure al ritmo di una al mese, tanto che nell’arco di soli tre anni, dal 1911 al 1914, vennero pubblicati ben trentadue nuovi romanzi.
Già dopo pochi mesi dal debutto, "il Genio del Male", "il Signore del Terrore”, “il Mostro”,“ il Re del delitto" – come, via via, sarebbe stato chiamato – varcava i confini nazionali, diventando un fenomeno culturale che coinvolse i lettori di tutto il mondo.
Al suo fascino perverso non sfuggì il popolino, affamato di storie a forti tinte, ma nemmeno rimasero indenni gli uomini di cultura – da Apollinaire a René Magritte, da Robert Desnos a Julio Florencio Cortázar – e, fino ad epoche a noi molto vicine, i creatori di film, di fumetti, di pieces teatrali, di pubblicità.
A lui, Alfredo Castelli, uno dei massimi esperti di letteratura popolare, storico del fumetto e creatore del personaggio di Martin Mystère, ha dedicato il corposo saggio “Fantômas, un secolo di terrore” edito recentemente da Coniglio Editore, in cui non solo ripercorre gli eventi legati alla nascita e allo sviluppo del personaggio, ma si sofferma sulle caratteristiche delle varie edizioni internazionali, senza tralasciare i lavori apocrifi, le infinite imitazioni, gli epigoni e gli eredi (fra i quali primeggia Diaboilik delle sorelle Giussani). L’excursus critico è impreziosito da un amplissimo corredo iconografico, fatto di copertine di romanzi, di locandine di serie cinematografiche e televisive, di pagine di comics, di fotogrammi di cartoni animati, a confermare che, nonostante l’età, Fantômas è ben vivo nell’immaginario collettivo. E forse incute ancora terrore.