1 aprile 2012 |
Rodolfo Cimino, sceneggiatore e autentico maestro del fumetto disneyano, è morto sabato mattina a Venezia. Con lui scompare uno dei più prolifici e originali rappresentanti di quella “scuola veneziana” che, al fianco del disegnatore Romano Scarpa scomparso nel 2005, ha realizzato autentici capolavori con protagonisti Paperino e Topolino, conosciuti e amati in tutto il mondo. Nato Palmanova nel 1927, ma da sempre residente a Venezia, Cimino entra a vent’anni nello studio di Scarpa collaborando sia come realizzatore di immagini per il cartone animato La Piccola Fiammiferaia, sia come inchiostratore di fumetti. Dieci anni dopo, unisce all’attività di illustratore quella di sceneggiatore e firma la storia “Zio Paperone in: brividi all’equatore”, tradotta in immagini dal concittadino Luciano Gatto. Prende, così, il via una lunghissima saga interpretata dall’arcimiliardario per antonomasia e narrata con uno stile personalissimo, spigliato, fatto di fantasia scatenata, di soave irrazionalità, di dispiego generoso di invenzioni narrative sempre imprevedibili nonostante il passare del tempo e delle mode. Nel 1972, con Giorgio Cavazzano alle matite, inventa il suo personaggio più famoso: Reginella, sovrana di un favoloso regno collocato nelle profondità dell’oceano, che intreccia una romantica love story con Paperino, nell’ormai classica storia “Paperino e l’avventura sottomarina”. Nel corso di oltre mezzo secolo, ha inventato sceneggiature che hanno contribuito enormemente al successo del settimanale Topolino e al fascino di personaggi come Rockerduck, Brigitta, Filo Sganga e Nonna Papera, attrice principale della poeticissima e fortuna serie intitolata “Racconti intorno al fuoco”. Rodolfo Cimino, nel corso della sua carriera, ha ricevuto numerosi riconoscimenti per la qualità della sua scrittura, in particolare, nel 1991 il Premio Anaf e nel 2007 il Premio Papersera, ambedue assegnati non da una ristretta giuria, bensì tramite un referendum che coinvolgeva centinaia di lettori, giornalisti, critici del fumetto. Segno dell’amore del pubblico e dei colleghi per questo inimitabile autore che, sicuramente, lascia in eredità al fumetto italiano un enorme patrimonio di idee e di invenzioni e una incancellabile testimonianza di creatività e di cultura. Se Paperino potesse esprimere il suo pensiero, alla notizia della morte di uno dei suoi più affezionati creatori, forse ripeterebbe la battuta che Rodolfo Cimino gli fece recitare a conclusione della saga di Reginella: “Non lo rivedrò mai più, questa era davvero l’ultima volta”. |