A REGGIO EMILIA OMAGGIO A DINO BATTAGLIA


4 dicembre 2010

Nella storia dell’arte del fumetto, Dino Battaglia, nato a Venezia nel 1923 e morto a Milano sessant’anni dopo, ha lasciato una traccia indelebile.
Dotato di una impareggiabile tecnica grafica (addirittura irrituale, per eleganza e raffinatezza, nell’ambito delle vignette in sequenza) e di uno sguardo intriso d’ironia, di comprensione umana, di vivace curiosità intellettuale, Battaglia illustrò racconti d’avventura, agiografie, fiabe, e, giunto alla maturità artistica, invece di creare un proprio personaggio, che forse gli avrebbe dato maggior fama, scelse la strada impervia del confronto con la scrittura dei classici della letteratura mondiale.
Il dialogo intenso, che in particolare ebbe con i testi degli amati Melville, Rabelais, Hugo, Maupassant, Poe, Hoffman, gli permise di percepire ciò che ad altri lettori era sfuggito, per poi riprodurlo, anzi evocarlo, all’interno di uno spazio visivo altrettanto evocativo: quello del fumetto.
Sul foglio da disegno e nelle inquadrature, Battaglia fissò un’estetica e un immaginario che andavano ben oltre la trama dei romanzi, arrivando a descrivere graficamente sia l’anima dei personaggi, le loro debolezze e fragilità, sia le atmosfere – fantastiche, grottesche, orrorifiche – che li avvolgevano, tanto da comporre a sua volta, come a pochi autori di comics era riuscito prima di lui, dei memorabili capolavori narrativi, fatti non di parole ma di elaborati segni di inchiostro.
Capolavori che, nonostante siano passati tanti anni dalla sua scomparsa dall’effimero palcoscenico del fumetto, continuano ad emozionare il pubblico, a essere fonte di ispirazione per disegnatori italiani e non solo, e a fornire motivi per studi critici e mostre illuminanti. L’ultima, in ordine di tempo, è quella che si inaugura il 27 novembre a Reggio Emilia, nei Chiostri di San Domenico e che ha per titolo “Dino Battaglia, le immagini parlanti”.
Vi sono esposte ben centosessanta tavole originali, concesse da Laura De Vescovi, moglie dell’artista, oltre che sua collaboratrice nella colorazione delle vignette e selezionate dai curatori Paolo Ferrari e Marco Prandi. Spaziano da “Il cantico di Natale” di Charles Dickes, a “Lo strano caso del dottor Jekill e del signor Hyde” di Stevenson, da “Lady Ligeia” di Edgar Alan Poe, a vari racconti di Guy de Maupassant, in modo di rappresentare fin nel dettaglio sia il rapporto forte che legò Battaglia alla Letteratura che i principi ispiratori della sua opera, come l’amore per Venezia, la passione per le uniformi militari, la conoscenza profonda dei grandi artisti della pittura e dell’illustrazione.