30 dicembre 2013

L'INVERNO DI DIEGO


Per trent’anni Roberto Baldazzini ha disegnato l’erotismo.
Con uno stile grafico inconfondibile, puntellato d’ironia e caratterizzato dalla nettezza del tratto e dall’equilibrio tra il nero di china e il bianco della pagina, Baldazzini ha tracciato le figure di innumerevoli “eroine”  – da Stella Noris a Sweet Susy, da Chiara Rosemberg a Beba – tutte entrate nell’immaginario del pubblico di mezzo mondo, come autentiche icone pop.
Oggi, un cambio di rotta nella direzione del realismo che la Storia pretende, e la creazione di un personaggio maschile: Diego Varruti, “eroe” del suo ultimo capolavoro, il romanzo a fumetti “L’inverno di Diego”, edito dall’esordiente editrice The Box e presentato con successo al recente Salone di Lucca.
Racconta una storia ambientata nell’inverno del 1943 sulle colline innevate dell’Appennino modenese, dove il giovane  fugge per  evitare di essere arruolato nell’esercito della Repubblica Sociale Italiana e dover combattere al fianco dei nazisti, come vorrebbe il padre gerarca.
Lì, incontra e ama Luisa, una ragazza che fa parte di una piccola formazione di partigiani comunisti; poi gli eventi si fanno drammatici e saranno  le brutalità repubblichine a  marcare la cadenza delle sequenze.
Di un omaggio alla Resistenza e della lotta di Liberazione, dunque si tratta e questo rende ancor più prezioso e utile il lavoro di Baldazzini.
“Quasi otto anni fa mi sono avvicinato timidamente all'argomento e in un primo tempo sono stati i racconti orali di anziani e l'aiuto determinante di Alfredo Cavazzuti, un ex partigiano, a definire concretamente il mio progetto. Ho lasciato che il tempo facesse maturare le idee e il confronto con Alfredo mi ha permesso di comprendere tanti elementi che mi sono stati utili per lo svolgimento della storia”.
Il teatro d’azione è Vignola, in provincia di Modena, dove l’autore è nato cinquantacinque anni fa e ancora vive.
“Finalmente ho potuto rappresentare “realisticamente” la terra che calpesto. La storia partigiana è un pretesto per introdurmi nella coscienza di un passato che in qualche modo mi appartiene. Sono i sensi che mi hanno portato a raccontare questa storia. Ho creato un personaggio che ha delle caratteristiche fisiche di mio padre e mie di carattere psicologico, ho fuso il passato con il presente. Infatti, fondamentale nella storia è la difficile relazione tra padre e figlio.”
Romanzo d’amore e di formazione, “L’inverno di Diego” è anche un’ulteriore prova di quanto l’arte grafica di Baldazzini sappia sedurre i lettori. Non solo ribadisce l’abilità nel descrivere e caratterizzare i corpi, stavolta arrivando addirittura a soffermarsi su dettagli inediti, come i respiri dei personaggi, sbuffi vaporosi nell’aria gelida, ma soprattutto eccelle nel rappresentare i panorami, i pendii gonfi di neve, gli alberi scheletrici, le valli e le case, con prospettive che inquadrano gli oggetti in primo piano e perfino, nitidamente, l’infinito.
“L’inverno di Diego” ha per sottotitolo “Le quattro stagioni della Resistenza”, segno che le avventure di Diego Varruti non finiscono con questo libro e che il piacere della lettura e della visione è destinato a continuare.  

“Questa è la prima storia, auto-conclusa, il mio progetto, assicura Baldazzini, ne prevede altre tre che percorrono il periodo della Resistenza fino alla Liberazione. Diego sarà testimone nelle prossime vicende anche se non protagonista assoluto; e nell'ultima lo vedremo determinato a risolvere il rapporto conflittuale con il padre."