Quadragono/Crepuscolo Faentino

3 febbraio 2013
Quadragono/Crepuscolo Faentino


Aveva sede a Conegliano e si chiamava Quadragono. Ebbe una vita breve, poco più di dieci anni, ma il suo nome e le sue realizzazioni occupano, nella storia della comunicazione per immagini, un capitolo imprescindibile e di assoluta rilevanza. Dal 1970 al 1981 il marchio Quadragono ha rappresentato uno studio pubblicitario, una galleria d’arte e soprattutto una casa editrice che rivoluzionò l’essenza stessa del libro illustrato, tanto da mutarne l’aspetto e da nobilitarlo affiancando a testi creati da intellettuali come Tullio Kezich, Umberto Eco, Ranieri Carano, Cesare Della Pietà, Ettore Sottsass, apparati iconografici assolutamente d’avanguardia..
Artefice di questa impresa coraggiosa e pionieristica è stato Mario Vigiak, imprenditore di vastissima cultura, nato a Zara nel 1937, cui Oreste del Buono, sul Corriere della sera del 19 febbraio 1980, assegnò il titolo di “apostolo dell’immagine” sia per l’alta qualità estetica dei suoi volumi, che per aver dato ai disegnatori, tra i quali vari autori di comics, l’opportunità di manifestare appieno la propria creatività.
“Nel 1970 – ricorda Vigiak – il primo lavoro è stato un calendario con sei fumettisti, fra i quali Hugo Pratt, cui poco dopo diedi l’incarico di realizzare quaranta acquerelli sulle guerre di frontiera americane per un catalogo di cucine”. Poi, dal 1974, con la creazione di Quadragono Libri, Mario Vigiak produce trentasei splendidi cartonati, attinenti i più disparati argomenti – dalle imprese degli anarchici in Argentina alla fantascienza, dalle uniformi militari giapponesi all’epopea dei Celti – impreziositi da illustrazioni a tutta pagina, firmate, fra gli altri, da Sergio Toppi, Dino Battaglia, Guido Crepax, Stepan Zavrel, Emanuele Luzzati, Karel Thole, Ferenc Pintér, Roberto Innocenti, Jo Oliveira.
All’avventurosa e mai qualitativamente eguagliata storia di Quadragono, è dedicata la mostra “Crepuscolo Faentino” che si inaugura il 18 gennaio (per concludersi il 9 febbraio) presso la Bottega di Libri e Arte Bertaccini di Faenza.
Offrirà, grazie all’esposizione di oltre quaranta illustrazioni, una dettagliata panoramica sulla produzione della casa editrice coneglianese e servirà a presentare il libro “Gente di Dalmazia”, in cui Mario Vigiak racconta le vicende della propria famiglia partendo dalla metà dell’Ottocento, per giungere ai bombardamenti su Zara del 1943, alla perdita dei genitori, all’esodo forzato con la cessione di quei territori alla Jugoslavia, fino a sfiorare il debutto di Quadragono nel rutilante mondo dell’immagine e dell’arte. “Qualche anno fa – ci ha dichiarato Vigiak – un compagno d’armi mi ha incitato a ricostruire la vicenda bellica di mio padre, rimasto disperso nell’aprile del 1945; una storia con la quale, prima o poi, dovevo fare i conti. La vicenda è lievitata con il lascito, da parte di una cugina, di duemila fotografie risalenti a oltre un secolo fa, con il ritrovamento dei registri parrocchiali di Lussinpiccolo e la ricostruzione di una parte ignota dell’albero genealogico”.
E sulle ragioni della mostra romagnola spiega: “Ho frequentato Faenza per ragioni di lavoro e anche per andare numerose volte in giuria al concorso Libri Mai Mai Visti. Mi sono sempre divertito facendomi molti amici, tra i quali l’illustratore Cesare Reggiani. L’idea iniziale è stata sua, poi si è ampliata con la complicità del gallerista Bertaccini”.