LE MAGICHE MATITE DI CAVAZZANO


2 settembre 2009

Nella stesura grafica di un fumetto, la matita è lo strumento della creatività.
Attraverso il suo tratto, incisivo o pastoso, il disegnatore determina l’aspetto e gli atteggiamenti dei personaggi, dispone i campi e i piani, definisce i dettagli dell’ambientazione, assegna il giusto peso alla luce e all’ombra, traduce in immagini le atmosfere letterarie della sceneggiatura.
Anche se, successivamente, per le necessità imposte dalla stampa seriale, i segni di matita verranno cancellati, coperti dal ripasso a china, è in quella fase che si determina la qualità estetica del prodotto e che l’autore esprime al meglio il proprio ingegno. Non per nulla, l’appellativo di “grande matitista” è sempre associato alla qualifica di Maestro del fumetto
Giorgio Cavazzano, che, per lo stile inconfondibile cui si ispirano schiere di discepoli e di emuli in tutto il mondo, di queste categorie fa parte a pieno titolo, ha con la matita un rapporto di particolare intensità, per certi versi simbiotico. “La matita, ha dichiarato, è la continuazione della mia mano. E’ una sorta di trait d’union tra la mia immaginazione e il foglio da disegno. Non esiste pennarello, pennino o pennello che riesca a trasmettere e a rappresentare i pensieri come la matita. E’ duttile; può essere dura oppure morbida. Permette al disegnatore di correggersi, di cambiare opinione o punto di vista in modo di raggiungere il massimo della rappresentazione. Io, di solito, ne uso di due tipi: una abbastanza grassa, che serve per tracciare i primi schizzi e cominciare a immaginare la scena, e una micromina HB, indispensabile per definire ogni particolare e per completare il lavoro rendendolo pronto per la successiva fase dell’inchiostrazione. Certamente, i segni che la matita produce, anche se destinati ad una vita effimera, sono le più autentiche espressioni della mia creatività”.
La creatività di Giorgio Cavazzano (raramente mostrata al pubblico in questa sua basica fase) ora diventa il tema della mostra “Segni Disegni”, programmata a Oderzo, nelle sale di Palazzo Foscolo, dal 4 settembre al 4 ottobre.
Vi verranno esposte centocinquanta opere, tutte rigorosamente a matita, che spaziano dalla ingente produzione disneyana, ai personaggi da lui stesso creati, dai lavori per la pubblicità, alle ironiche rivisitazioni di famosi supereroi marveliani.
Una eccezionale carrellata sull’arte di Giorgio Cavazzano, dunque, composta da bozzetti, studi per copertine, progetti per tavole, in cui prendono forma e recitano Topolino, Pippo, Paperino, Pif, Spiderman, Hulk, Il Punitore, Altai & Jonson, Thimothée Titan, I Cuccioli. E dove non mancano, per la gioia dei fan dell’indagatore dell’incubo, e in prima assoluta, le matite preparatorie della versione cavazzaniana di Dylan Dog, la cui pubblicazione in albo è imminente.
“Segni Disegni”, curata da Andrea Princivalli e Anna Alemanno per la Fondazione Oderzo Cultura, verrà inaugurata venerdi 4 settembre ad un orario davvero inconsueto: mezzanotte.
All’ora dei misteri e dei sortilegi, quando le creature della fantasia dilagano tra sogno e realtà, quando i vampiri svolazzano e le fanciulle abbandonano per strada le scarpette di cristallo, le sale di Palazzo Foscolo si apriranno per far entrare gli appassionati di fumetti e tutti coloro che amano lasciarsi ammaliare dai magici segni tracciati a matita da Giorgio Cavazzano.