I CUCCIOLI E IL CODICE MARCO POLO


17 gennaio 2010


A più di dieci anni da quando il cinema d’animazione italiano, con “La Gabbianella e il gatto” di Enzo D’Alò, si affacciò per l’ultima volta con successo sulla scena internazionale, nessuno avrebbe scommesso sulla possibilità del cartooning nostrano di competere alla pari con le major d’oltre oceano.
Nemmeno le fatine Winx, protagoniste del recente “Il segreto del regno perduto”, prodotto e diretto da Iginio Straffi, seppur dotate di un budget consistente e di un marketing agguerrito, erano riuscite nella magia di scalfire il monopolio della Pixar e della Dream Works Animation.
Da ieri, invece, dalla presentazione al Cinecity di Silea, del lungometraggio “Cuccioli – Il Codice di Marco Polo”, qualcosa è cambiato e la “missione impossibile” di sfidare lo strapotere statunitense sembra avere ottime chances di riuscita.
Il merito è di un’opera concepita per divertire ed emozionare i bambini (ma capace nel contempo di affascinare e sbalordire anche lo spettatore adulto grazie alla spettacolarità delle sequenze e alla piacevole effervescenza dell’intreccio narrativo) in cui tutte le tecniche messe oggi a disposizione dall’elaborazione elettronica delle immagini si amalgamano in un equilibrio perfetto, per molti aspetti inedito e, pertanto, con le carte in regola per reggere il confronto con la concorrenza più agguerrita.
Un simile risultato è frutto della creatività, della capacità organizzativa e della collaudata esperienza di una fra le più prestigiose case di produzione italiane, ovvero il Gruppo Alcuni di Treviso.
Ne sono a capo i fratelli Sergio e Francesco Manfio che, in trent’anni di attività, hanno inanellato successi sia come attori, sia come autori di fortunate serie di cartoni animati come “Eppur si muove”, “Leonardo”, “Slash://”, “Cosmic Cowboys”, oltre a decine di altri prodotti multimediali.
“Il Codice di Marco Polo” ha per protagonisti sei animaletti (il coniglio pasticcione Cilindro, la scaltra gattina Olly, il ranocchio Pio, il cane letterato Portatile, la vanitosa papera Diva, e il pulcino Senzanome che, non sapendo ancora parlare, si esprime inalberando cartelli in cui i suoi pensieri diventano immagini) protagonisti, da ben centoquattro episodi, di una fortunata serie messa in onda dalla Rai.
Ma, passando dal piccolo al grande schermo, dalla breve vicenda che si dipana in tredici minuti ad un film a 35 millimetri e della durata di quasi un’ora, i fratelli Manfio hanno sentito la necessità di compiere delle modifiche sia nella rappresentazione grafica dei loro eroi, sia nell’ideazione dell’intreccio.
Ed infatti, da una parte hanno abbandonato la bidimensionalità del cartoon per adottare una tridimensionalità che esalta la consistenza materica delle figure, dall’altra hanno saputo trarre dal cappello a cilindro della loro fantasia l’idea vincente: ambientare il racconto nel luogo più denso di magie del mondo, Venezia.
Così, ne “Il Codice di Marco Polo” succede che i Cuccioli debbano vedersela con la malvagia Maga Cornacchia che avendo patito, proprio nella città lagunare, una cocente débâcle, odia la città e intende prosciugarne i canali per trasformarla in una città come le altre.
La missione di salvare Venezia, spinge il film nella dimensione dell’avventura genuina, gremita di colpi di scena, sempre in bilico tra thriller e commedia scanzonata, cadenzata da gag esilaranti alternate a sequenze mozzafiato, ritmata da una colonna sonora vivace in cui brani orchestrali affiancano buffe canzoncine che ricordano antiche filastrocche venete.
Notevole, ovviamente, l’impegno produttivo, che Gli Alcuni condividono con i catalani del Grupo Edebé e con Rai Cinema: ventisei i mesi di lavorazione, dalla stesura definitiva della sceneggiatura al doppiaggio, oltre quattrocento le persone (artisti, tecnici, doppiatori, musicisti) impegnate nella realizzazione, centinaia i fondali dipinti, novantasette le statuette di creta che sono state modellate come base per la successiva creazione dei personaggi al computer.
Un’impresa titanica e un grande spettacolo, insomma, che, partito dal Veneto, ha tutte le carte in regola per riaffermare l’originalità creativa degli animatori italiani e per ambire ad essere inserito tra le venti nomination all’Oscar come miglior film d’animazione del 2010.